di ROBERTO ZANNI

Il volontariato è passione, se non c'è l'uno viene a mancare automaticamente anche l'altro. E la conferma arriva dall'instancabile lavoro di Monica Monti che, assieme a un gruppo di amici, ha creato e fatto crescere Aire Sos, organizzazione non profit (airesos.com) dedicata a tutti quegli italiani che nel mondo sono registrati all'anagrafe dei residenti all'estero. Un team sempre pronto a guidare gratuitamente il connazionale nel grande labirinto della burocrazia italiana che poi, fuori dai confini, presenta ostacoli ancora più elevati.
"Aire Sos - racconta Monica Monti - è nata per volontà di un gruppo di amici in giro per il mondo, dall'America all'Inghilterra ma anche in Italia per supportare gli italiani all'estero registrati all'Aire e in questo spingendo anche chi non si è iscritto a farlo. Siamo emigranti e davanti alle difficoltà di vivere all'estero, non tanto per i Paesi che ci accolgono, ma per la burocrazia italiana, ci siamo uniti per offrire ai connazionali quei servizi dei quali ognuno di noi è maggiormente a conoscenza. Da qui è poi nato un network di 'ambasciatori' e attualmente siamo presenti negli Stati Uniti in Florida, poi New York, Los Angeles, Washington poi in Sudamerica, Malta, Australia e Thailandia a Bangkok. Una piattaforma che lavora potenzialmente in tutto il mondo, collaboriamo con dei professionisti che si sono messi a disposizione, due settimane fa abbiamo anche iniziato webinar informativi, invitando a partecipare i Comites, abbiamo spedito circa novanta inviti, una ventina hanno aderito perchè vogliamo dare anche voce alle istituzioni che rappresentano gli italiani all'estero, per capire tutte le difficoltà".
- Una domanda che si deve fare, ma che ha sicuramente una risposta scontata: qual è il primo problema per gli italiani all'estero?
"Il passaporto, che può essere anche la cosa più banale, ma stiamo cercando di creare contatti diretti con Consolati, Ambasciate. E per assurdo la prima cosa che non va è l'appuntamento, è il primo ostacolo perchè ci sono sistemi online che non funzionano e il Consolato diventa il primo dei problemi, è l'interfaccia cittadino-istituzione che non sta funzionando".
- Si tratta di un problema stagionale, con certi mesi più complicati degli altri o è una costante?
"Tutto l'anno, sempre uguale. Come Aire Sos abbiamo cercato di dare supporto ad esempio anche per il voto nelle ultime elezioni. Non so quante ore ho passato al telefono con connazionali che non avevano ricevuto il plico elettorale. Perchè c'è anche un problema dell'anagrafe. Io credevo ce ne fosse una online condivisa tra Ambasciate, Consolati, Ministero degli Interni, degli Esteri eccetera. Invece no, c'è una scollatura tra realtà e i dati in possesso e poi ci sono 13 persone che gestiscono e mettono assieme gli elenchi dei cittadini italiani all'estero (che attualmente sono circa sei milioni ndr) delle varie istituzioni coinvolte ricostruendo i database che poi vengono dati in visioni ai candidati, ma sono utilizzati anche per inviare i plichi. Ma è anacronistico perchè dovrebbe esserci la stessa base e gli elenchi dovrebbero essere online, invece non esiste quadratura, ci sono troppe discordanze e si fa riferimento a sei mesi prima della consultazione elettorale. E se capisco che ci debba essere un termine, l'inaccettabile è invece la mancanza di una anagrafica condivisa. Non si tratta solo del voto, che comunque rimane un diritto leso, ma la scollatura tra i dati si ripercuote anche sui passaporti o qualsiasi altro documento di cui il cittadino necessita".
- Problemi per gli italiani all'estero che si moltiplicano
"Ho seguito con diversi connazionali lo svolgersi delle loro pratiche, ma quanti mi hanno detto "Non mi rispondono...". Perchè il problema numero uno è il Consolato, sotto l'aspetto informatico e quello del personale. Forse si dovrebbe anche andare a vedere i bilanci per sapere come vengono spesi i soldi, ma lasciamo stare: perchè alla fine quello che interessa a noi italiani all'estero è che il Consolato ci risponda. Perchè in fondo da una parte lo stato italiano ci chiede i documenti e dall'altra non ci aiuta a ottenerli".
- Davanti a queste complicazioni Aire Sos cosa sta facendo?
"Vogliamo anche informare il cittadino perchè si deve tener conto che sono in tanti all'estero a non essere digitalizzati. E ce ne accorgiamo per le innumerevoli chiamate che riceviamo in particolare poi da parte di coloro che pur essendo italiani non hanno più la cittadinanza e non sanno come poterla riacquistare. E per tornare all'aspetto generale, stiamo cercando di creare anche una graduatoria dei migliori: oggi si danno le stellette a tutti, facciamolo anche con i Consolati e le Ambasciate, così il cittadino ha modo di esprimere il proprio parere sul servizio ricevuto. Visto che all'estero siamo abituati alla meritocrazia, è giusto essere valutati per come si lavora".
- Aire Sos è nata nel 2018, cresciuta in fretta
"Dallo scorso maggio siamo no profit a tutti gli effetti, stiamo lavorando molto, siamo tutti volontari cerchiamo di incrementare la nostra presenza soprattutto sul territorio, attraverso i nostri ambasciatori. È così che si fa la differenza, i social vanno bene, ma io punto soprattutto sul dialogo tra la nostra organizzazione e le persone che hanno bisogno. Membership gratuita come anche i primi 30 minuti che un gruppo di professionisti volontari, soprattutto avvocati e commercialisti, che collabora con noi, mette a disposizione di chi necessita consulenze poi se si è interessati a proseguire, ci sono tariffe agevolate. Ci chiamano in tanti non solo per passaporti, ma anche per pensione, eredità, tasse e tanto altro ancora".
- Ora siete partiti con una serie di webinar
"Eredità, sanità, pensioni, tassazione italiana e ci stanno arrivando anche altre proposte come la creazione di un network di medici italiani all'estero ad esempio e vorremmo fare dei nostri webinar un appuntamento fisso ogni prima domenica del mese. Ma abbiamo in cantiere anche altre iniziative a cominciare dalla spedizione cartacea di newsletter, ma visti i costi stiamo cercando qualche sponsorizzazione".
- Le idee non si fermano qui
"Informare i connazionali all'estero è per noi l'aspetto primario. C'è poi lo Spid, stiamo lavorando con i Patronati cercando accordi anche se non è semplice".
- I progetto sul quale si punta di più?
"Creare un grande network con Patronati e Comites perchè entrambi sono sul territorio e tutti assieme possiamo fare la differenza".
- Crede che ci si possa arrivare?
"Penso di sì, soprattutto se si supereranno le barriere politiche".