Gente d'Italia

L’appello dei sanitari: “Mancano 5.000 medici in strutture emergenza-urgenza”

ROMA – Medici e Infermieri dell'emergenza urgenza si incontrano in piazza a Roma giovedì 17 novembre in un simbolico abbraccio di alleanza con i cittadini – pazienti per richiamare l'attenzione del nuovo ministro Orazio Schillaci rispetto all'attuale situazione di crisi dei pronto soccorso e 118 italiani che richiederebbe provvedimenti urgenti mirati ai bisogni reali accompagnati da una visione strutturale nel medio – lungo termine.

"Simeu, una Società Scientifica, la cui missione principale sono ricerca e formazione sente ancora una volta forte l'esigenza di assumere un ruolo civile attraverso una simbolica presenza in piazza. Le motivazioni sono dettate dall'evolvere della crisi in atto con l'intento di salvaguardia del servizio pubblico di pronto soccorso e 118 e più in generale del SSN secondo i principi fondanti. Non una protesta, non uno sciopero, ma un'azione di sensibilizzazione che parte proprio dai professionisti con una richiesta di attenzione sulle enormi difficoltà che la Medicina d'Emergenza Urgenza sta attraversando, che corrisponde con i problemi quotidianamente vissuti dai cittadini, i pazienti, i loro famigliari. Il messaggio è semplice: l'emergenza urgenza salva le persone, deve poter operare nelle migliori condizioni possibile. Il monitoraggio dello stato di crisi avviene attraverso una costante analisi di un campione rappresentativo di strutture di Pronto Soccorso, di Medicina di emergenza urgenza. I dati riportati sono stimati sulla base di proiezioni ottenute su circa 20 milioni di accessi di Pronto Soccorso anno 2019 (dati Min Salute, Flusso EMUR)". Lo dichiara SIMEU in una nota.

SITUAZIONE DEGLI ORGANICI MEDICI

"Come è noto- spiega SIMEU- allo stato attuale la mancanza di Medici Dirigenti nelle strutture di MEU italiane è stimata a circa 5.000 unità. Preso a riferimento 100 il numero di medici previsti per il buon funzionamento dei servizi: il 58% sono Dirigenti Medici (dipendenti del SSN) al momento in servizio; il restante 42% rappresenta la carenza complessiva dei Dirigenti Medici; circa 1/4 di questi sono sostituiti da medici non dipendenti dal SSN con tipologie di rapporto "atipico" (liberi professionisti, Medici di Continuità Assistenziale, Medici dell'Emergenza Territoriale, Medici non specialisti forniti da Agenzie di Servizi "Cooperative"); i restanti 3/4 dei professionisti mancanti restano allo stato attuale di fatto non sostituiti, provocando quindi quel significativo incremento del carico di lavoro sui medici in servizio anche rispetto alla necessità di copertura dei turni. Semplificando, mancano di fatto 3 medici su 10 – ingaggio cooperative comprese".

DATI DI ATTIVITÀ DEI PRONTO SOCCORSO ITALIANI

"Rispetto ai 20.000.000 accessi annui in pronto soccorso- afferma Simeu- 16.400.000 (82%) pazienti vengono gestiti in Pronto Soccorso e dimessi a domicilio entro 48h dall'accesso nonostante le condizioni estreme descritte dai precedenti numeri; 2.800.000 (14%) pazienti vengono ricoverati in reparti ospedalieri, con un tempo di attesa del posto letto (boarding) che è molto variabile localmente, ma che: a livello generale certamente non corrisponde alle 6 ore previste dagli standard internazionali, poiché più del 50% dei pazienti urgenti è costretto ad aspettare non meno di 9 ore. Questo valore medio naturalmente è generato da situazioni virtuose riscontrabili per fortuna in alcuni PS italiani al momento del rilevamento. In molti contesti locali la media di attesa è molto superiore, giungendo a non meno di 3 giorni. 800.000 (4%) pazienti permangono in Pronto Soccorso per periodi superiori alle 48 ore (300.000 di essi più di 72 ore) per poi essere dimessi. Si tratta di pazienti che vengono gestiti in maniera "impropria" dal personale dei Pronto Soccorso che non dovrebbe più averli in carico dopo aver terminato la valutazione e averne identificato il percorso di soluzione. Si tratta di condizioni cliniche e assistenziali che non trovano risposte né a livello territoriale né a livello ospedaliero, a volte neanche famigliare. Ancora una volta il Pronto Soccorso vicaria le carenze del sistema".

I DECESSI IN PRONTO SOCCORSO

Un dato sconcertante emerge dall'indagine di SIMEU che riguarda i decessi di pazienti deboli che avvengono in Pronto Soccorso dopo almeno 24 ore di permanenza, un tempo di gran lunga superiore a quello previsto per un percorso clinico diagnostico in urgenza. "Importante prendere atto che si tratta di persone in condizioni gravissime- spiega SIMEU- spesso in fase terminale che dopo aver terminato il proprio iter diagnostico-terapeutico in urgenza necessiterebbero di un'assistenza specifica e dignitosa in un letto di degenza che purtroppo, per carenza, non trovano. Sono almeno 18.000, secondo le proiezioni SIMEU, le persone che purtroppo raggiungono il fine vita in Pronto Soccorso secondo queste modalità, in un ambiente certamente non idoneo. Su quest'ultimo dato la Società Scientifica raccomanda a tutti la massima delicatezza e cautela possibile. Questo drammatico numero descrive una condizione di pesantissimo impatto sui pazienti e sui loro cari, al quale si associa il peso che grava, sotto il profilo umano, etico e professionale, sui professionisti – medici e infermieri – che vivono quotidianamente situazioni psicologicamente inaccettabili dettate da carenze organizzative e strutturali".

"Per queste e altre ragioni SIMEU, la società italiana di medicina di emergenza urgenza, apartitica, apolitica, senza scopo di lucro ha condiviso un manifesto a salvaguardia del SSN che è stato positivamente accolto da molte associazioni di cittadini tra le quali si citano CITTADINANZA ATTIVA, SALUTE EQUITA', AICE, AIMA, ALAMA, ALICE, AMIP, ANMAR, BPCO, CONACUORE, FED EMO, FEDER ASMA e ALLERGIE, UNITED. I contenuti del manifesto sono di seguito riportati e costituiscono la piattaforma comune sulla quale si vorrebbe aprire un dialogo costruttivo con le istituzioni".

"L'emergenza urgenza è la GOLDEN MEDICINE Opera in quella che tecnicamente è considerata la 'golden hour' il preziosissimo tempo che va da pochi minuti a poche ore che può fare la differenza tra la vita e la morte di un paziente. Salvare l'emergenza urgenza significa salvare persone", conclude Simeu.

Exit mobile version