di Enrico Pirondini

A tre anni e mezzo dalla sua introduzione il reddito di cittadinanza continua a dividere la Politica.  In vista tagli e sospensioni per recuperare 3 miliardi da dirottare sui capitoli della previdenza. Il governo Meloni vuole limare una spesa annua di 8 miliardi e ha messo nel mirino i "percettori di più lunga data", le persone  che "rifiutano già la prima offerta di lavoro congrua". Vuole vederci chiaro. Ci sta. Si tratta di soldi dei contribuenti.

È solo un  progetto. Per ora. Ma c'è. Riguarda 660.602 beneficiari (un milione con le loro famiglie). Dati Anpal, ente pubblico vigilato dal Ministero del Lavoro. Sono i cosiddetti occupabili. Quelli che, secondo una diffusa narrazione, preferiscono il divano e rifiutano una occupazione.

Progetto in ogni caso complicato benché il sottosegretario Claudio Durigon (Lega) ci creda, convinto che "il sussidio non può essere a vita". Solo in Campania sono 170 mila gli occupabili a rischio, il 25% del totale. È la regione al primo posto in questa speciale graduatoria. La premier Meloni sostiene che la riforma è improcrastinabile. In campagna elettorale chiamava il Rdc "metadone di Stato".

Tuttalpiù è prevista, non la eliminazione, ma una sostanziale modifica. Persino nel nome.Al riguardo filtra il nome di "Reddito di solidarietà ", un sussidio per anziani senza lavoro, nuclei familiari con minori a carico o disabili. La legge di Bilancio chiarirà.

Il Reddito di cittadinanza ha fallito due volte. Perché si è rivelato iniquo nella sua distribuzione e perché non è stato affatto uno strumento di reinserimento lavorativo. Lo studio Cisnetto ha certificato che "la base occupazionale non è stata allargata e i percettori hanno possibilità praticamente nulle di trovare un impiego". E giù numeri, percentuali, tabelle. Solo il 5,2% dei percettori del sussidio ha stipulato il "Patto per il Lavoro", cioè il percorso personalizzato di accompagnamento all'inserimento lavorativo.

Inoltre da quando si può richiedere il Reddito di cittadinanza – 6 marzo 2019 – si è visto di tutto: abusi, condotte fraudolente ("solo nel 2021 oltre 160 mila: una enormità"), percettori che lavorano in nero per non perdere il sussidio, furbetti avidi, mafiosi ingordi, divanisti irridenti, tanti poveri cristi.

Va anche detto che quella dei percettori  è una platea poco appetibile per le aziende perché poco specializzata, con scarse competenze tecnologiche e digitali. E quasi il 95% dei beneficiari, oggi lavoranti, svolge mansioni per cui sono richieste competenze basse o  al massimo medio basse. E in tutto questo non c'è alcuna misura per sostenere la formazione.  Un vuoto grave. E se i riformisti della maggioranza non partiranno da qui, non si a da nessuna parte.