Roberto Menia (Fratelli d'Italia)
di ROBERTO ZANNI
E poi si dice che il Governo è lento nelle sue decisioni. Non è vero, almeno per quello che riguarda quasi sei milioni di italiani, il corpo elettorale che non risiede in Italia. Soltanto il 17 novembre scorso infatti il sen. Roberto Menia (FdI) quando tutti se n'erano già dimenticati, con una interrogazione parlamentare si era rivolto al ministri degli Affari Esteri (e vice premier), Antonio Tajani e a quello dell'Interno, Matteo Piantedosi, chiedendo risposte sui brogli che durante le elezioni dello scorso 25 settembre avevano caratterizzato il voto degli italiani all'estero. Il senatore ha ricordato i ricorsi già presentati alla Giunta delle Elezioni di entrambe le Camere da candidati non eletti, rammentando come le frodi siano state presentate dai media, dalle tv ai quotidiani passando dai siti online.
Poi ha puntato l'attenzione sui plichi che non giungono a destinazione, arrivando agli elenchi AIRE, l'anagrafe dei connazionali all'estero, che non sono aggiornati (al proposito c'è proprio una denuncia alla Magistratura presentata dall'on. Andrea Di Giuseppe quando ancora era solo un candidato di FdI) poi la raccolta delle schede che in certi Paesi patronati e associazioni fanno 'porta a porta', un voto di scambio, per poi addentrarsi nella pratica portata avanti da chi distribuisce i plichi, che non lo farebbe, fino alle tipografie che stamperebbero più schede di quelle ordinate dai Consolati e altro ancora.
Quindi il sen. Menia ha sottolineato che "l'interrogante è venuto a conoscenza di testimonianze video e foto... ", elenca alcuni casi  e al punto d) si sofferma sul "video del presidente del Comites di Montevideo che spiega come si vota indicando una scheda su cui si leggono i dati di una elettrice che dichiarerà di non aver mai ricevuto il plico (vi sarebbe in questo anche la denuncia dell'ambasciata italiana)". 
E si tratta della frode più eclatante ed evidente, quella di Aldo Lamorte che ha votato in diretta, postando sui social il video, con la scheda che non gli apparteneva. Un reato che 'Gente d'Italia' ha scoperto e denunciato per primi anche alla Giustizia. Questo il breve, ma eloquente riassunto, dell'interrogazione parlamentare presentata dal sen. Menia su quanto accaduto (e non è la prima volta che capita, la battaglia dell'on. Fabio Porta nella scorsa legislazione ne è l'esempio più eclatante) in particolare nel Sudamerica, ma anche nel Nord America e in Europa. Si tratta di quasi 6 milioni di voti su una grossa parte dei quali l'ombra della frode diventa purtroppo una triste realtà. Ecco allora veloce e tempestiva, appena 12 giorni dopo l'inoltro dell'interrogazione, la risposta sconcertante del Governo presieduto da Giorgia Meloni al senatore del suo partito, Menia, che chiedeva di essere messo al corrente delle informazioni che risultino ai Ministeri in oggetto, se si intenda verificare lo stato reale dell'anagrafe degli italiani all'estero, se si vuole proseguire nella utilizzazione di un sistema di voto all'estero (per corrispondenza) obsoleto oppure introdurre un modello più attinente alla realtà, elettronico, che tra l'altro è già in uso in altri Paesi.
VA TUTTO BENE. - Ed ecco la risposta del Governo. "In occasione delle ultime elezioni politiche la Farnesina e la sua rete estera hanno svolto una capillare azione di informazione ricordando le modalità di voto e sottolineando il divieto assoluto di cessione del materiale elettorale. Hanno inoltre denunciato agli organi competenti tutte le azioni riconducibili a ipotesi di reato". Abbiamo riportato integralmente la frase, perchè altrimenti siamo sicuri che il lettore non ci avrebbe creduti, perchè simili affermazione hanno le fattezze di una presa in giro che si ingigantisce quando si afferma che "le anomalie citate dall'interrogante potevano essere rilevate soltanto all'apertura delle buste".
Prima domanda: ve ne siete accorti? Seconda: ma se Aldo Lamorte con un video vota con la scheda di un'altra elettrice quando lo si vede, prima o dopo? Se i postini o chi per loro vendono le schede si vede prima o dopo? E le tipografie? E potremmo andare avanti con gli esempi per arrivare a una conclusione: chi ha redatto il documento del Governo o non era a conoscenza della materia oppure si è burlato dell'intelligenza del senatore, di sei milioni di elettori, per non dire di tutto il popolo italiano: perchè in questo modo si vuole solo negare l'evidenza.
E non è tutto: "L'allineamento dei dati anagrafici in possesso delle rappresentanze consolari - si legge ancora - con quella del Viminale ha raggiunto ormai una percentuale del 100%. Pertanto la circostanza che una sensibile quota di plichi sia restituita per mancata consegna non dipende dal lavoro di aggiornamento e verifica degli elenchi elettorali.... piuttosto dal fatto che molti connazionali omettono di comunicare la variazione del proprio indirizzo... e i decessi di congiunti". Quindi seguendo questo diabolico ragionamento si continuerà a spedire plichi ai morti e negli indirizzi sbagliati visto che per quello che concerne il ricorso a un nuovo sistema di voto, elettronico "le Amministrazioni competenti... stanno lavorando al fine di assicurare un livello di sicurezza adeguato che al momento non si è ancora in grado di garantire". Meglio allora avere la certezza delle frodi: schede stampate in più, quelle con gli errori, i 70% di votanti in più rispetto agli aventi diritto a Rosario in Argentina e il signor Lamorte che vota per un'altra persona, facendosi pure un video e un selfie. 
INSULTO - Una risposta, quella del Governo, aberrante: era meglio tacere perchè in questo modo proprio dal partito, Fratelli d'Italia, che nella sua genesi è stato storicamente il più vicino alle esigenze e ai bisogni dei connazionali all'estero, basta fare solo un nome Mirko Tremaglia, ecco che arriva un incredibile voltafaccia. Appena due mesi dopo l'ascesa al potere dopo le miriadi di promesse, a cominciare dal Ministero per gli italiani all'estero, portate avanti in campagna elettorale. Basta poi andare al punto 10 del programma di FdI delle ultime elezioni, si leggeva: "Italiani all'estero come ambasciatori dell'Italia e del Made in Italy: promozione delle nostre eccellenze e della nostra cultura attraverso le comunità italiane nel mondo". Ma come si fa ad essere ambasciatori se non si vuole nemmeno indagare sui furti di voti alle elezioni?
LE GIUNTE - E qualche giorno fa, prima della risposta all'interrogazione, il senatore Manfredi Potenti (Lega) vice presidente della Giunta Elezioni del Senato, intervistato dal collega Pier Francesco Corso di Romadailynews.it alla inevitabile domanda sui brogli all'estero aveva risposto che era a conoscenza "delle palesi irregolarità e delle incresciose situazioni verificatesi in occasione del voto nelle elezioni all'estero. Ma è una questione questa sulla quale, al momento, non abbiamo ancora aperto alcuna valutazione. Abbiamo invece preso in esame in questa prima seduta, unicamente le pratiche urgenti lasciateci dalla precedente gestione del passato governo". Anche la Giunta Elezioni del Senato (presieduta dal sen. Dario Franceschini, Pd) e quella della Camera (presidente Federico Fornaro, Pd) si volteranno dall'altra parte?  Speriamo proprio di no, altrimenti..... chiudiamo tutto e andiamo a casa. Addio Italia!!!!! 
 
INTERROGAZIONE DEL SENATORE MENIA
ECCO COME HA RISPOSTO IL GOVERNO...

Interrogazione a risposta orale in Commissione Esteri Senato n. 3-00051 Sen. Menia (FdI) su presunte irregolarità relative al sistema di voto per corrispondenza utilizzato nella circoscrizione estero. Elementi di risposta.

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Il Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione Internazionale è consapevole delle difficoltà che le attuali modalità per il voto degli italiani all'estero presentano ed è da tempo impegnato a promuoverne il miglioramento, anche al fine di prevenire quanto più possibile il rischio di attività illecite.
In occasione delle ultime elezioni politiche, la Farnesina e la sua rete estera, hanno svolto una capillare attività di informazione ricordando le corrette modalità di voto e sottolineando il divieto assoluto di cessione del materiale elettorale. Hanno inoltre denunciato agli organi competenti tutte le azioni riconducibili a ipotesi di reato.
Come noto, lo scrutinio delle schede elettorali provenienti dall'estero avviene in Italia presso apposite sezioni costituite dall'Ufficio centrale per le circoscrizioni estero presso la Corte d'Appello di Roma e dagli uffici decentrati presso le Corti d'Appello di Milano, Bologna, Firenze e Napoli. Le anomalie citate dall'interrogante potevano essere rilevate soltanto all'apertura delle buste. 
Per quanto riguarda l'anagrafe degli italiani all'estero, si ricorda che essa è gestita dai Comuni e dal Ministero dell'Interno, sulla base dei dati comunicati dagli uffici consolari (così prevede la Legge n. 470 del 1988, al primo comma dell'art. 1).
L'allineamento tra i dati anagrafici in possesso delle rappresentanze consolari con quelli del Viminale ha raggiunto ormai una percentuale vicina al 100%. Pertanto, la circostanza che una sensibile quota di plichi elettorali sia restituita per mancata consegna non dipende dal lavoro di aggiornamento e verifica degli elenchi elettorali da parte degli uffici consolari, quanto piuttosto dal fatto che molti connazionali omettono di comunicare la variazione del proprio indirizzo di residenza e i decessi di congiunti residenti all'estero.
Nella scorsa legislatura, la Farnesina è intervenuta, anche dinanzi alla Giunta per le Elezioni alla Camera, per evidenziare le criticità emerse dall'esperienza diretta di Ambasciate e Consolati nella gestione delle elezioni all'estero. In tali occasioni, non ha mancato di avanzare suggerimenti per migliorare il sistema.
Con riferimento specifico alle modalità di espressione del voto, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha recentemente sperimentato il ricorso al voto elettronico per le elezioni dei Com.It.Es. (quelle per cui è pienamente competente). Gli esiti di questa esperienza sono stati condivisi in sede parlamentare e con la Commissione incaricata di definire le Linee Guida sulla sperimentazione di modalità di voto e di scrutinio elettronico, presieduta dal Ministero dell'Interno.
Sul ricorso al voto elettronico, le Amministrazioni competenti hanno rilevato alcune potenziali criticità e stanno lavorando al fine di assicurare un livello di sicurezza adeguato che al momento non si è ancora in grado di garantire.