Luis Suarez (Depositphotos)

di Matteo Forciniti

C'è un clima di grande attesa in Uruguay come solo i grandi appuntamenti calcistici ci riescono a dare:  venerdì, la Celeste si giocherà la permanenza ai Mondiali del Qatar nell'ultima partita contro il Ghana valevole per il gruppo H.

L'Uruguay sarà obbligato a vincere per andare avanti e proseguire l'avventura di un Mondiale partito decisamente male, ben al di sotto delle aspettative. Dopo lo scialbo 0 a 0 contro la Corea del Sud all'esordio, l'ultima sconfitta per 2 a 0 contro il Portogallo ha fatto terribilmente precipitare le ambizioni anche se c'è ancora un ultima speranza, un'ultima opportunità per afferrarsi al destino.

Con 6 punti il Portogallo di Cristiano Ronaldo è già qualificato agli ottavi e si avvia a vincere come prima il girone H mentre giocherà la sua ultima partita contro la Corea del Sud attualmente ferma a 1 punto, proprio come l'Uruguay, con il vantaggio di avere una differenze reti leggermente migliore. Gli africani invece di punti ne hanno 3 e avranno due risultati utili a disposizione nell'ultima giornata che segnerà i primi verdetti del torneo.

Oggettivamente, una nuova impresa celeste sembra possibile nonostante i diversi aspetti allarmanti che si sono visti in questi primi due incontri: la nazionale guidata da Diego Alonso è l'unica a non aver ancora segnato, il sacro grido del gol è rimasto soffocato in questi primi 180 minuti. Neanche il Qatar -il peggior paese ospitante nella storia dei Mondiali- è riuscito a fare peggio, incredibile ma vero.

Eppure l'Uruguay sembra un potenziale inespresso, una squadra che potrebbe osare qualcosa in più a cui manca però il coraggio di farlo. Forse ci sarebbe bisogno di una bella scossa per farla reagire. Anche se adesso si susseguono gli appelli all'unità per motivare l'ambiente, le tensioni all'interno dello spogliatoio sono già saltate con il ct Alonso già individuato come il principale bersaglio delle critiche a causa del suo atteggiamento ritenuto troppo conservatore. Oltre ai commenti negativi in patria, anche le dichiarazioni di due giocatori (Cavani e Gimenez) hanno suscitato forti polemiche dopo la sconfitta di lunedì. Subito dopo però le polemiche si sono affievolite per una clima di unità nazionale volto a rafforzarsi per superare insieme l'ostacolo: passare il turno sarebbe il minimo sindacale, l'eliminazione un clamoroso fallimento.

"L'Uruguay dovrà cambiare radicalmente atteggiamento" sostiene convinto Gianfranco Adamo, giornalista sportivo e responsabile de "La Voce dei Calabresi", il programma che va in onda tutte le domeniche alle ore 12 su Radio Centenario.

"Dopo due partite non abbiamo potuto festeggiare neanche un gol, la nostra nazionale si trova ancora una volta in una situazione limite alla vigilia dell'ultima partita del girone. Sembra poco probabile che la Corea del Sud riesca a vincere contro il Portogallo, quindi l'unico risultato possibile per poter continuare è la vittoria altrimenti l'eliminazione sarà giusta" indica Adamo, sempre in prima fila quando si parla di calcio all'interno dell'Associazione Calabrese di Montevideo. 

Il Ghana, analizza, ha sia dei punti forti ma anche alcune debolezze che potrebbero risultare decisive: "Con 5 gol fatti il suo attacco ha dimostrato di essere molto pericoloso a differenze del suo reparto difensivo che ha sofferto abbastanza e che potrebbe essere colpito dai nostri. L'Uruguay oggi si trova in un momento delicato soprattutto dal punto di vista difensivo con l'assenza per infortunio di Araujo e il rendimento calante del capitano Diego Godin ormai al tramonto. Per raggiungere il trionfo servirà il massimo, bisognerà essere precisi in attacco ma anche compatti al centro e attenti dietro. Con il piacevole ricordo del 2010, speriamo che ancora una volta la storia prevalga su un presente che appare grigio".

L'Uruguay-Ghana di oggi ci riporta alla mente il precedente dei Mondiali del Sud Africa del 2010, quei quarti di finale che furono una notte di gloria e di epica per la Celeste mentre tutto il mondo tifava per una nazionale africana mai arrivata così lontano: allora fu un trionfo batticuore ai rigori con in mezzo la mano della disperazione di Suarez e il cucchiaio di Abreu, l'astuzia e la follia. Dodici anni dopo c'è bisogno di una nuova impresa per continuare a sognare.