Roberto Menia

DI BARBARA LAURENZI

Modificare non solo il meccanismo di voto  ma nche la stessa circoscrizione e il meccanismo elettorale nel suo complesso. È la proposta del senatore Roberto Menia, capo dipartimento degli italiani nel mondo di Fratelli d'Italia, che nei giorni scorsi ha presentato un'interrogazione al Governo sulla questione dei brogli elettorali nel mondo. Ricevendo, però, una risposta in cui il suo stesso esecutivo non sembra preoccuparsi troppo della situazione.

Senatore Menia, è soddisfatto della risposta del governo alla sua interrogazione? 

Come parlamentare, ho presentato l'interrogazione sui brogli e sul voto estero con il chiaro intento di capire quanta contezza avesse il Governo rispetto al problema e che cosa avrebbero risposto su questioni specifiche come il funzionamento dell'Aire, ad esempio, e il fatto che un plico su due vada perso e gli elettori deceduti non vengano cancellati. Non nutrivo la speranza che l'esecutivo desse grandi risposte, sia perché si è appena insediato, sia perché si tratta di questioni che hanno responsabilità penale e per le quali ci sono le Giunte per le elezioni. Per questo, ho chiesto di prendere atto di quanto accade all'estero e di provare a immaginare un'iniziativa governativa per prendere delle decisioni. Ciò che è emerso in questa tornata, anche su Gente d'Italia per quanto riguarda Montevideo ad esempio, è allucinante. Ci sono circoscrizioni dove vota il 70 per cento degli italiani, schede compilate con la stessa calligrafia e tanto altro. Con l'interrogazione volevo tirare il sasso nello stagno e fare da pungolo, affinché lavorino bene anche le Giunte per le elezioni. Tutti questi sono reati e io vorrei un giorno vedere andare in carcere chi li commette. Inoltre, il voto avviene su circoscrizioni enormi e con una spesa ingente che possono permettersi solamente grandi macchine di consenso o persone con notevoli disponibilità economiche, quindi il mio suggerimento è semplicemente questo: vogliamo pensare a una modalità che non si presti alla truffa?

Ad esempio quale?

Ad esempio, il voto elettronico. Io sono per il voto elettronico. Mi è stato risposto che si è già provato con il Comites ma sono emerse difficoltà. Ma lì è un altro discorso, perché c'è la pre-iscrizione. Sulla quale so che c'è la preferenza della Farnesina.

Ed è la stessa linea dell'esecutivo?

Abbiamo un ministro degli Esteri che è una personalità di peso, quindi mi auguro ci sia una linea politica in queste scelte. Lo dico perché io che c'è una parte della Farnesina che preme per la pre-iscrizione che, però, fa votare solo in pochi e sono comunque quei pochi che passano per alcune fazioni di spinta, ad esempio i patronati. La Farnesina ha risposto che in questo momento l'Aire è più allineata rispetto al passato, che si è stati attenti con la questione delle iscrizioni e dei plichi ma era una risposta in burocratese. La mia interrogazione, ripeto, serviva a dare una spinta per una riflessione più ampia che io, comunque, sono determinato a realizzare.

In che modo?

Su questo tema ci sarà sicuramente una mia iniziativa parlamentare. Sto scrivendo una mia proposta di modifica della legge parlamentare. Ritengo non sia vero che non si possa votare in forma elettronica, alcuni paesi già lo fanno, guardiamo Canada e Francia ad esempio. Se veramente crediamo nell'innovazione, mi domando se è tanto difficile creare un sistema elettronico per chi è Aire, tipo lo spid, con il quale possano collegarsi e votare, invece di fare le file ai consolati.

C'è chi propone il voto elettronico, ma in Consolato?

Quando si dice di farli votare nei consolati, vuol dire non conoscere il mondo. È irreale, abbiamo consolati estesi con comunità lontanissime. Così come non si può fare metà voto cartaceo e metà digitale.

Quindi, in concreto, qual è il modello che ha in mente?

Immagino una certificazione elettronica e una doppia chiave di ingresso, con una password personale e poi, quando ti registri per votare, ricevi una password temporanea. Non puoi usare stesso device per votare più volte, naturalmente. Ma è necessario che anche i consolati funzionino bene, per realizzare tutto questo bisogna investire nel tempo ma abbiamo cinque anni davanti.

Il voto per corrispondenza è l'unico aspetto da modificare?

No. Propongo di creare una sola circoscrizione estero unica divisa in collegi, come quelli che si usavano per le elezioni provinciali, e si fa una ripartizione proporzionale. Poi, all'interno di questa ripartizione, si viene eletti sulla base del miglior quoziente elettorale. Su questo si può riflettere. Il sistema che propongo  garantisce una rappresentazione veritiera e rispettosa di una proporzionalità rispetto ai voti espressi. È pensato per avere una rappresentanza oggettiva nel corpo elettorale, oggi abbiamo sette eletti del centro sinistra e due di tutto il centrodestra, mentre il Paese va da un'altra parte.

Lei ha idee molto chiare. Ma il Governo è altrettanto interessato alla questione? Riuscirete a modificare il voto estero?

Ho chiesto nella mia interrogazione se il governo sia intenzionato e loro hanno garantito che provvederanno alle migliorie. Il cambiamento della legge, a mio avviso, è anche migliore se viene dal Parlamento e se viene dagli eletti, ho iniziato a parlarne anche con alcuni colleghi di altri schieramenti. È un'urgenza. Qualunque Governo, e anche questo, non può non capire che questa volta si è veramente superato il limite. Chiedo alla classe politica di farsi carico di questa missione, io ci credevo nella legge Tremaglia ma se il voto è largamente inquinato da irregolarità o reati... o si cambia o viene abolito. E mi costa dirlo, però questo schifo non lo voglio più vedere. Mi dispiace perché era la battaglia di Tremaglia. Io ci ho creduto e ci credo ancora. Io c'ero nel parlamento con Tremaglia e credevo in quella legge, ho sempre creduto che la nazione va oltre il tempo ed è comunità di destino, siamo stati il primo parlamento a inventare il voto degli italiani nel mondo, l'ambizione era portare il meglio dell'italianità non gli imbroglioni. Purtroppo se guardiamo quanto accaduto in diverse legislature, sono arrivate persone anche ignoranti, altri che hanno fatto affari, altri che non parlavano italiano.

Ha citato Tremaglia. Che avrebbe detto di questo governo e dei suoi primi passi?

Innanzitutto voglio dire che Tremaglia manca, tanto. Se ci fosse stato lui forse avrebbe potuto riprendere in mano tutto questo. Del nuovo Governo sarebbe felice come siamo felici tutti noi. Giorgia Meloni ha conosciuto Tremaglia ed è una donna politica di altri tempi. Lei si porta nel simbolo la stessa fiamma di Tremaglia. È una sorta di rivendicazione storica, alla faccia delle femministe che la attaccano e la dipingono anche a testa in giù. Mi auguro che tra cinque anni potremo dire: vedete siamo persone serie e abbiamo mantenuto ciò che abbiamo promesso. È bello vincere, ma in queste condizioni è drammaticamente difficile. Gli italiani spesso dimostrano che sono più bravi nelle difficoltà. Mi auguro anche che tra cinque anni potremo dire che abbiamo modificato la legge sul voto estero e che portiamo la migliore italianità nel mondo in Parlamento.

Lei è capo dipartimento di settore per FdI. Quali sono le idee per gli italiani nel mondo di questo governo?

Puntiamo a cose molto pratiche, la digitalizzazione e la modernizzazione non solo con la pubblica amministrazione in Italia ma anche all'estero. A partire dai servizi consolari che sono in condizioni drammatiche. Voglio dire che non condivido la scelta del consolato di Londra, che vuole attribuire ai patronati facoltà di rilascio dei passaporti. È lunare, sono fatti pubblici e non devono andare verso i privati. Poi è importante far sentire l'Italia più vicina, gli italiani stanno morendo di fame in Venezuela, vivono con 15 dollari al mese. Inoltre, mi chiedo di fronte alla grande questione dei movimenti migratori e al fatto che abbiamo borghi spopolati e bassa natalità, perché non facciamo rientrare gli italiani come soluzione contro questi fenomeni.

Quali sono le proposte dal punto di vista culturale e linguistico?

E poi farei una grande operazione di diffusione del made in Italy attraverso la spinta concreta delle imprese italiane, d'intesa con le nostre comunità nel mondo. Vorrei inoltre maggiore attenzione alla diffusione e recupero della lingua italiana, ho fatto una proposta di legge costituzionale per inserire l'italiano in Costituzione, non è una cosa banale, l'unità linguistica è unità nazionale. Ci sono episodi di monolinguismo tedesco o sloveno in alcuni territori, personalmente mi dedicherei al recupero della cultura. Passa il tempo, abbiamo le terze generazioni che rischiano di dimenticare tutto. Sarebbe un tesoro prezioso sprecato.

E il governo che ne pensa? Ha avuto un riscontro?

Io continuo a dare stimoli, dal Governo mi aspetto tante cose, vediamo se le sapranno fare. Hanno nominato sottosegretario Giorgio Silli, uno di "Noi moderati", il gruppo di Lupi dove c'é pure il Maie, mi auguro che farà bene.

Barbara Laurenzi