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Brexit: sono sempre meno in Gran Bretagna quelli che pensano che lasciare l'UE sia stato un bene. Secondo un nuovo sondaggio, solo il 32% degli elettori britannici ritiene che il Brexit sia stata la scelta giusta. La cifra fornita dal sondaggista YouGov è la più bassa mai registrata. Rappresenta la continuazione di una tendenza che risale all'anno scorso e mostra che una persona su cinque che ha votato per l'uscita, precisamente il 19%, ora crede che sia stato sbagliato lasciare l'UE. Il 56% pensa esplicitamente che il Regno Unito abbia sbagliato a lasciare l'Unione Europea.

Il dato arriva dopo che il mese scorso il "rientro nell'UE" ha ottenuto un vantaggio record di 14 punti in un sondaggio separato di Redfield e Wilton Strategies che chiedeva come si sarebbe votato in un altro referendum sull'UE.

Lo stimato politologo John Curtice ha dichiarato, all'epoca della pubblicazione di quel sondaggio, che il peggioramento delle condizioni economiche del Regno Unito sembra essere alla base dell'aumento dello scetticismo nei confronti della Brexit e che questo potrebbe aggravarsi ulteriormente.

Il governatore della Banca d'Inghilterra, Andrew Bailey, afferma che l'economia del Regno Unito sta andando drammaticamente peggio di quella dell'Eurozona e degli Stati Uniti.

Ai parlamentari del Comitato del Tesoro della Camera dei Comuni è stato detto che la Brexit ha aggiunto sei punti percentuali all'inflazione alimentare nel Regno Unito, in un contesto globale di aumento dei prezzi.

L'ex segretario all'Ambiente George Eustice ha dichiarato alla Camera dei Comuni che l'accordo che il Regno Unito è riuscito a firmare con l'Australia non è in realtà molto buono. Secondo le previsioni del governo, l'accordo dovrebbe comportare una contrazione del settore agricolo britannico.

Il primo ministro Rishi Sunak è sembrato anche abbandonare le speranze di firmare un accordo commerciale con gli Stati Uniti entro le prossime elezioni, un impegno preso dal suo predecessore Boris Johnson. Anche se nelle ultime settimane si è ripetutamente rifiutato di riconoscere i danni causati al commercio e all'economia dall'uscita dall'UE.

Nonostante, però, il forte spostamento dell'opinione pubblica verso la volontà di rientrare nell'UE, nessun grande partito politico sta facendo una campagna attiva in tal senso. Il mese scorso il leader laburista Keir Starmer ha ribadito che il suo partito non ha alcuna intenzione di riportare la Gran Bretagna nell'UE e ha aggiunto di voler "far funzionare la Brexit".

Anche i liberaldemocratici, che nel 2019 avevano dichiarato di voler rientrare nell'Unione senza nemmeno sottoporre la questione a un referendum, hanno definito solo una timida tabella di marcia per rientrare nel mercato unico del blocco.

GIAMPAOLO SCACCHI