Gente d'Italia

La guerra del caviale, ‘è un falso mito che sia russo’

 

 

Caviale sì, ma polacco: uno dei principali produttori di caviale in Europa vuole porre fine una volta per tutte allo storico sodalizio tra la Russia e le prelibate uova di storione. "Per la maggior parte delle persone il caviale è la Russia, ma è falso", ha spiegato Agata Lakomiak-Winnicka, manager di Antonius Caviar, un'azienda nel nord-est della Polonia. Che l'anno scorso ha prodotto 42 tonnellate di caviale nero, dietro ai cinesi, e davanti a italiani e francesi.     "Otto anni fa capitava spesso che i nostri clienti non sapessero dove si trovava la Polonia su una mappa, ma oggi siamo in un'altra fase", ha aggiunto la manager dell'azienda che esporta principalmente negli Emirati Arabi Uniti, negli Stati Uniti, in Francia e in Danimarca e fornisce anche una dozzina di ristoranti stellati Michelin in tutto il mondo. Ora, come la maggior parte dei suoi concorrenti, la Lakomiak-Winnicka sta combattendo "il mito del caviale russo", perché "se si guarda da vicino una qualsiasi scatola di caviale che reca la scritta 'tradizione russa' o 'metodo russo', vedremo che nel 99% dei casi non viene dalla Russia".  In effetti gli storioni selvatici del Mar Caspio e del Volga che producevano le preziose uova sono stati praticamente sterminati dopo la caduta dell'Urss. Ed il loro commercio internazionale ha cominciato ad essere rigorosamente regolamentato dalla fine degli anni '90, anche da convenzioni internazionali. Ora lo storione esiste quasi esclusivamente negli allevamenti, soprattutto in Cina.  C'è poi il tema della guerra in Ucraina. "I clienti vogliono mangiare buon caviale ma chiedono da dove provenga", afferma la proprietaria di un piccolo negozio di prodotti russi alla periferia di Varsavia, Wiktoria Hristova-Rostkowska.    Aggiungendo: "Quello russo non lo vogliono comprare più".

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