Gente d'Italia

Bce, battito d’ali di falco e Giorgetti cade dal pero

Giancarlo Giorgetti (da YouTube)

di LUCIO FERO

Sì, certo: ad ogni rialzo dei tassi di interesse per l'Italia (o meglio per la sua stessa sicurezza socio-economica) è come si alzasse un livello di acqua che punta alla bocca e al naso. Sì, certo: ogni rialzo dei tassi di interesse sul debito è per sistema Italia (politico, sociale ed economico) gradino di una scala per la discesa, discesa verso guai grossi. Sì, certo: l'altro giorno in Bce hanno dispiegato le ali i falchi, quelli che hanno indotto la Lagarde ad annunciare che il rialzo dei tassi sarà la musica e il sapore di tutto il 2023. Ma è stato solo un battito d'ali di falco, non certo una occupazione dei cieli della politica monetaria da parte del partito dei rapaci. Solo un battito d'ali di falco, ma è bastato perché Giorgetti ministro dell'italica economia cadesse dal pero. Cadesse un po' per spavento e un po' per sopravvenuta ma non digerita disillusione. Perché sì, certo che l'Italia non può permettersi, diciamo neanche tollerare, progressivi e massicci rialzi dei tassi di interessi, ma la sua via di fuga non è e non può essere nella richiesta/pretesa alla Bce di soprassedere, far finta come inflazione non fosse.

La stizza per il regalo di Natale - Giorgetti e tutto il governo (fosse stato governo Pd o M5S l'umore non sarebbe stato diverso) hanno provato ed espresso stizza per il regalo di Natale della Bce e cioè per l'annuncio che il rialzo dei tassi proseguirà (il più 0,50% di ieri era ovvio e non è stato certo la causa della stizza). Giorgetti e tutto il governo con l'ironia amara sul "regalo di Natale" esplicitamente alludono ad una intenzione Bce, se non strategia, ad affossare Italia. O almeno a fregarsene dell'Italia. E questo sentimento, purtroppo, è vittimismo con spruzzate di propaganda. Non consola che un governo di centro sinistra o di sinistra populista avrebbe vissuto e manifestato analogo sentire. Che si aspettava Giorgetti e cosa si aspetta il ceto politico italiano tutto: che la Bce lasciasse perdere la politica monetaria anti inflazione perché l'Italia non la regge?

Tutte le Banche Centrali, quella Usa, quella britannica, tutte le Banche Centrali dell'Occidente stanno rialzando i tassi di interesse per asciugare quella parte di alluvione monetaria con cui hanno combattuto la possibile paralisi economica da pandemia. Per almeno tre anni Stati e governi hanno, insieme con le Banche Centrali, pompato sussidi, ristori, garanzie, credito a tasso zero se non sotto zero. Poi il ripartire dell'economia, la forte domanda, il salire quindi dei prezzi delle materie prime e dei costi della logistica e quindi la guerra e il susseguente impazzimento dei costi del gas, quindi dell'energia in ogni sua forma. Un razzo a tre stadi per lanciare l'inflazione oltre l'orbita del sostenibile. Il credito a tasso zero o sotto zero è veleno in tempi di inflazione e la questione di sopravvivenza non è se alzare o no i tassi di interesse ma di quanto, con che ritmo e per quanto tempo. Sì, certo: l'Italia, il sistema Italia avrebbe bisogno del passo più lento possibile. Ma la stizza non allunga il tempo.

Titoli di Stato 2023 - Nell'anno 2023 l'Italia deve rinegoziare 430 miliardi di emissioni di titoli di Stato. E' di tutta evidenza come u 2023 di rialzo dei tassi sia se non un Golgota di certo una scalata himalayana per la finanza pubblica italiana. Tra l'altro, 70 di questi miliardi andranno trovati sul mercato finanziario senza che sia Bce acquirente garantito di ultima istanza. Già, perché in Italia nessuno ama saperlo ma è dal 2020 che praticamente è Bce che compra tutto il debito italiano, è da allora che in Bce volano colombe...Perché l'accresciuto peso del debito non sbilanci stiva e galleggiamento di nave Italia no c'è da stizzirsi o illudersi. C'è da rendere credibile la sostenibilità del debito.

Cioè? Cioè aumentare la produttività e selezionare la spesa pubblica. Cioè tutto ciò cui fieramente si oppongono categorie ostili alla concorrenza e sindacati ostili all'idea stessa di capitalismo. C'è da non perdere i 19 e poi 16 miliardi delle rate Pnrr, cioè da scuotere, disturbare, stravolgere il modus vivendi e operandi della nostra Pubblica Amministrazione. C'è da smetterla almeno un po' di finanziare con un fisco ossessivo un welfare di bonus. C'è da...ci sarebbe da fare tutto ciò che elettorato, opinione pubblica, governo di Destra e partiti di ogni collocazione e corporazioni di ogni territorio sociale e geografico non vogliono/non sanno/non possono fare. Ovvio quindi e in fondo comprensibile cadere dal pero, con stizza s'intende.

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