Volge al termine questo 2022 e anche per la comunità italiana in Uruguay è tempo di bilanci. Per la maggior parte delle associazioni l'anno che sta per concludersi è stato l'opportunità di rilanciarsi dopo il difficile periodo della pandemia che ha rappresentato un colpo durissimo. La ripresa delle attività non nasconde però i soliti problemi che continuano a manifestarsi nonostante le promesse che erano state fatte pochi mesi fa: è il caso dei servizi consolari che continuano ad essere di difficile accesso per molti. Gente d'Italia ha deciso di dare ancora una volta voce alle associazioni per analizzare l'anno che sta finendo e provare a raccontare questa comunità attraverso i suoi protagonisti. 

di Matteo Forciniti

Proseguiamo il nostro viaggio nell'interno del paese e dopo ColoniaPaysandú e Maldonado ci spostiamo adesso a Carmelo che quest'anno ha festeggiato il suo centocinquantesimo anniversario, un traguardo davvero eccezionale rispetto alle tante associazioni che sono scomparse durante il novecento.

Parliamo quindi con Miguel Bombaci, presidente della Società Italiana Vittorio Emanuele II.

- Come giudicate questo 2022?

- Il bilancio è positivo anche se resta qualcosa da migliorare. Proprio pochi giorni fa abbiamo fatto le elezioni interne e i soci ci hanno confermato la fiducia dandoci un altro mandato. Per noi quest'anno è stato senz'altro speciale dato che nel mese di settembre abbiamo festeggiato il centocinquantesimo anniversario. È un grande orgoglio essere arrivati a questo notevole traguardo, continuiamo a fare il massimo per mantenere questa tradizione, per mantenere questo ambiente familiare all'insegna dell'italianità che abbiamo costruito nel corso degli anni.

- Quali sono stati i problemi che avete riscontrato?

- Problemi non ce ne sono stati, l'unico aspetto negativo è stata la morte di una nostra storica ex presidente, Mariuccia Piceda, avvenuta in concomitanza con i festeggiamenti per l'anniversario. Ovviamente questa scomparsa ha un po' frenato le celebrazioni.  

- Quali sono i propositi per il nuovo anno?

- Vogliamo dare continuità a tutto quello che abbiamo fatto per la diffusione della cultura italiana sperando di migliorarci ulteriormente. L'entusiasmo c'è, adesso dobbiamo vedere come dargli forma concretamente. Una delle prime nuove proposte sarà quella di fare dei corsi di cucina italiana dedicando ogni incontro a una regione per esplorare questa diversità. Continueremo con i corsi di italiano e i laboratori di teatro e, inoltre, abbiamo il desiderio di formare un nostro gruppo musicale.

- Com'è stato il rapporto con le istituzioni italiane? Con il Comites?

- Tutto molto lento. I rapporti dovrebbero essere molto più forti. Una nostra priorità è quella di rinsaldare i legami con le associazioni italiane della zona e dell'interno.

- Come giudicate i servizi consolari dopo l'apertura, a fine luglio, di una nuova sede?

-  Tutto sembra indicare che la situazione sia la stessa, è come se non fosse cambiato niente. Quotidianamente riceviamo lamentele da parte delle persone sul sistema on line degli appuntamenti, non solo per la cittadinanza ma anche per il rinnovo del passaporto. Si percepisce una certa difficoltà a mettersi in contatto con l'Ambasciata. Quello dei servizi consolari è un problema storico per la nostra collettività, l'Uruguay continua ad essere penalizzato dalle scelte delle autorità italiane. A questo punto non ci resta che aspettare il nuovo governo italiano per vedere se prenderà qualche provvedimento al riguardo oppure continuerà a non fare niente.