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di Matteo Forciniti

Se n'è andato nel giorno di Natale dopo una vita vissuta intensamente tra il talento dei suoi dribbling e il vizio per gli alcolici. L'ex calciatore Fabian O'Neill è morto domenica in una clinica a Montevideo dove era stato ricoverato per l'aggravarsi di una malattia epatica contro cui lottava da tempo. Aveva solo 49 anni e ha lasciato un ricordo indelebile nel calcio uruguagio che oggi piange il suo "Mago" celebrando le sue giocate, la sua fantasia così pura e cristallina spazzata via dai vizi e dagli abusi.

Quella di Fabian O'Neill è stata una storia triste iniziata nel 1973 a Paso de los Toros, una cittadina del dipartimento di Tacuarembó nell'Uruguay profondo. A quindici anni si trasferisce a Montevideo per giocare nel settore giovanile del Nacional dove poi esordisce il prima squadra nel 1992 vincendo il campionato. Nel 1995 fa il gran salto nel calcio italiano: a scommettere su di lui c'è il Cagliari di Cellino che intuisce il potenziale del ragazzo. In Sardegna rimane per cinque stagioni consecutive, di cui quattro in serie A e una in Serie B, totalizzando in campionato 120 presenze e 12 gol. Nel 2000, con grandi aspettative, viene acquistato dalla Juve dove però fa fatica ad adattarsi e fallisce: dura una stagione e mezza, soffre l'ambiente e si tuffa nell'alcol, quel vecchio vizio che non lo abbandonerà mai. Disputa una seconda metà del campionato a Perugia ma anche lì non riesce a sfondare nel pieno di una parabola decadente e inarrestabile. Per qualche mese ritorna al Cagliari ma è solo un fugace passaggio prima di fare ritorno in patria, nel 2003, al Nacional dove chiude il cerchio. Alla venera età di 29 anni si ritira colui che, a detta di molti, è stato il giocatore uruguagio più talentuoso degli anni novanta.

Ribelle, anticonformista e autodistruttivo, O'Neill ha regalato sprazzi di poesia calcistica pura con quei suoi piedi dolcissimi che facevano danzare il pallone stregando i tifosi. Su di lui si sprecano i commenti, uno su tutti quello di Zinedine Zidane, compagno di squadra ai tempi della Juve: "È il giocatore più talentuoso che abbia mai visto giocare". Serse Cosmi, che lo allenò al Perugia, disse che era il più forte calciatore che aveva mai allenato evidenziandone però anche le sue fragilità, le sue debolezze.

Dopo aver appeso le scarpette al chiodo la vita del "Mago" è stata un continuo sali e scendi tra problemi di salute, solitudine ed eccessi. "Ho guadagnato quattordici milioni di dollari grazie al mio agente ma adesso li ho persi tutti fra donne, scommesse e vizi vari, e vivo da povero" confessò in una celebre intervista qualche anno fa. "A Cagliari ero un idolo, ma quando lottavamo per non retrocedere i tifosi mi gridavano "ubriacone!", poi salimmo in A e quegli stessi tifosi mi pagarono da bere. Funzionava così il calcio da quelle parti".

La morte del George Best "charrúa" ha portato nelle ultime ore un velo di tristezza tra i tifosi sardi che non l'hanno mai dimenticato. Molto emotivo è stato il messaggio pubblicato dal Cagliari sui social: "Orgogliosi di aver potuto ammirare da vicino il tuo genio: puro, cristallino, come i diamanti più preziosi.  Ci hai fatto innamorare della tua classe, Cagliari non ha mai smesso di voler bene al suo Mago con la "10" sulle spalle. Riposa in pace, Fabian. Per sempre uno di noi".

Contemporaneamente è arrivato anche il messaggio di cordoglio della Juventus: "Il centrocampista uruguayano, scomparso il 25 dicembre 2022, ha militato per due anni nella Juve. Ci ha lasciato a Montevideo all'età di 49 anni Fabian O'Neill. Centrocampista di talento, classe 1973, O'Neill ha militato per 2 anni nella Juventus, dal 2000 al 2002. La Juventus ricorda Fabian e rivolge il suo cordoglio alla sua famiglia".