DI MATTEO FORCINITI

Con un evento alla Casa degli Italiani di Montevideo si è svolta nei giorni scorsi la festa per il 35esimo anniversario della sezione uruguaiana di Efasce, l'Ente Friulano di Assistenza Sociale e Culturale agli Emigrati.

La festa è stata accompagnata dalla mostra di fine anno dei laboratori di letteratura e teatro, una delle attività più importanti che organizza l'associazione dal 2020 sotto la guida della professoressa Claudia Lopez e che quest'anno si è svolta in modalità mista tra videoconferenze e incontri in presenza dove sono stati studiati Claudio Magris, Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini.

"Essere arrivati a questo importante traguardo per noi è motivo di grande soddisfazione, adesso guardiamo al futuro" ha sottolineato la presidente Claudia Girardo sottolineando come la vita di Efasce abbia avuto una svolta a partire dagli inizi del 2000 con la gestione di Mario Mattiussi. "Rispetto ad altri gruppi della collettività noi siamo un'associazione più piccola che paghiamo il prezzo di non avere una nostra sede. Tuttavia, nonostante questo, cerchiamo di puntare sulle iniziative di carattere culturale per promuovere l'Italia e il Friuli e fino ad ora i risultati ci stanno dando ragione. Anche se Efasce in Uruguay è nato nel 1987 possiamo dire che la grande svolta si è avuta agli inizi del 2000 con l'arrivo di Mario Mattiussi, oggi noi cerchiamo di dare continuità a quello che è stato fatto negli ultimi anni".

Da Buenos Aires, dove adesso si trova, interviene anche Mario Mattiussi aprendo l'album dei ricordi personali: "In un momento di gioia come questo il mio pensiero va ai tanti friulani e italiani che gettarono le basi per questa avventura e che oggi non sono più con noi. Penso ad esempio a Del Debbio, Arman, Togali, Libralesso, Bortolini e tutti quelli che mi aprirono la strada al mio arrivo in Uruguay". "All'epoca" -prosegue Mattiussi- "Efasce in Uruguay era un po' nell'ombra e per questo venni chiamato da Pordenone per vedere se si poteva fare qualcosa. La svolta fu un pranzo organizzato da Ancri (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Guerra) dove ebbi l'opportunità di entrare in contatto con tante persone. Formammo subito una commissione per organizzare qualcosa e iniziammo nel 2005. L'anno seguente facemmo un corso molto partecipato all'Ateneo di Montevideo sulla nostra regione, da lì nacquero in seguito una serie di altri progetti, attività culturali, presentazioni di libri, mostre, pranzi e quant'altro. Abbiamo fatto davvero tanto e abbiamo mantenuto sempre grande collaborazione con le altre associazioni italiane".

Tra tutte le attività organizzate in questo periodo l'ingegnere italoargentino ricorda in modo particolare il progetto realizzato nel 2017 con la collaborazione delle altre due associazioni regionali presenti a Montevideo, la Famèe Furlane e il Circolo Giuliano: "Su nostra proposta organizzammo un corso sulla cultura regionale che portò alla visita ufficiale, per la prima volta, del presidente della Regione che allora era Debora Serracchiani. L'iniziativa venne elogiata da più parti e per noi rappresenta un orgoglio". "Il messaggio per il futuro dopo questo anniversario" -conclude- "è quello di cercare di far partecipare attivamente i giovani, coinvolgerli per un interesse che possa andare oltre le borse di studio e che possa proseguire nel corso degli anni. Purtroppo tutte le associazioni italiani stanno soffrendo oggi questo stesso problema. Serve voglia di impegnarsi e buona volontà".