Gente d'Italia

Tamponi ai cinesi e poi dei positivi che ne fai?

DI RICCARDO GALLI

Tamponi obbligatori per i viaggiatori che dalla Cina arrivano negli aeroporti italiani e arrivano carichi di contagio: circa uno su due sono positivi. Positivi al contagio Covid ma quale variante del virus? Quella detta Omicron che conosciamo per averla come popolazione italiana largamente contratta, quella che molto ammala e poco fa male? O altra variante arriva dalla Cina, forse quella detta Gryphon che come Omicron contagia con estrema facilità e in massa e che da noi è di fatto sconosciuta non solo alle cronache ma anche alla reazione immunitaria della popolazione?

O ancora arrivano, nella peggiore e non provata ipotesi, carichi di contagio da varianti non della famiglia Omicron e quindi potenzialmente in grado di farci ricominciare da capo la tragedia e l'Odissea Covid in Italia? Di cosa, di che tipo di contagio arrivano carichi i viaggiatori cinesi che poi i tamponi obbligatori negli aeroporti scopriranno positivi? A questa domanda risponderanno i laboratori di analisi che sequenzieranno (lo stanno già facendo) componenti e struttura del virus. Poi però ci sono altre domande cui dovrebbe rispondere il governo. Solo che il governo, questo che c'è, ha un problema: sono domande a cui non ha la minima voglia di rispondere.

Che ci fai con i positivi? - Li metto in quarantena? Quale quarantena, quanta quarantena, dove in quarantena? Quarantena vigilata o sulla fiducia? Il governo che c'è da tempo ha messo nell'elenco delle cose se non proprio sballate di certo esagerate ed eccessive ogni forma di restrizione dei movimenti e contatti in caso di positività. Da tempo il governo che c'è ha annunciato di voler dichiarare inutile e sorpassata ogni forma di quarantena per i positivi asintomatici. Il governo che c'è più volte si è mostrato, diciamo non insensibile, all'argomento e cultura del basta restrizioni, anzi mai più restrizioni, blocchi, chiusure, quarantene, screening di massa e preventivi. Quindi due difficoltà con i cinesi positivi ai tamponi.

Una logistica: dove metterli in quarantena e come tenerceli, pregando loro per favore di non andare in giro o tenendoli di fatto sotto custodia. L'altra culturale: il governo che c'è è in risonanza emotiva con chi è da sempre "stufo" delle misure anti contagio, con chi, dall'inizio della pandemia e poi nel suo sviluppo, si è sentito invaso e quasi violato da Stato e governo che mettevano la salute pubblica prima della "mia" bottega, "mio" lavoro, "mio" corpo. Il governo che c'è è, per dirla alla corta ma non alla storta, un governo Ni Vax. Un governo che con tutta sincerità ritiene che la scienza sia un catalogo certo e definito di Sì e di No (discorso di Giorgia Meloni alle Camere) e che quindi, quando dice di stare solo alle "evidenze scientifiche" ignora che queste sono processo, ricerca, sperimentazione. E non tavole della legge su pietra. Un governo Ni Vax perché i vaccini, come la scienza, li accetta ma non si fida per l'ottimo motivo che non sa cosa siano. Un governo Ni Vax per cultura, vera e profonda (il divorzio della cultura politica reazionaria rispetto allo scientismo della rivoluzione data da circa 250 anni). E Ni Vax un po', solo un po' perché votato anche da negazionisti, No Vax e famiglie varie di opinione tutte "stufe"del Covid.

Governo Ni Vax, una grana così non ci voleva - Talmente Ni Vax il governo che c'è da no aver, da quado c'è, dato neanche per sbaglio una spintarella alla campagna vaccinale (quarta dose). Un governo che ha voglia esplicita di riammettere i non vaccinati come figliol prodighi. Un governo Ni Vax giusto a misura del tutto finito (o almeno del facciamo che è tutto finito). Ma se Covid in qualche modo ricomincia il governo Ni Vax ha una grana che non sa maneggiare soprattutto perché non vuole saperlo. E se Covid in qualche modo si riaffaccia, c'è un problema i più: un governo Ni Vax.

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