Giorgia Meloni (Depositphotos)

Prima conferenza stampa di fine anno per la premier Giorgia Meloni. Nell'Aula del Palazzo dei gruppi della Camera, la presidente del Consiglio ha incontrato i giornalisti, rispondendo alle loro domande (45 in tutto!) per quasi tre ore. "Non è esattamente" la conferenza "di un governo che ha lavorato un anno, è più una conferenza stampa di inizio mandato" ha esordito la leader di FdI per poi replicare, alla prima domanda sulla “fiducia che nutre” nei confronti dei suoi alleati: "Sì, io mi fido. Abbiamo un orizzonte temporale di 5 anni". "Voglio dire che, al di là dei dibattiti che sono naturali in una maggioranza, c'è una visione comune" ha spiegato la leader di FdI. Quindi, sulla legge di Bilancio: "è stata approvata un giorno in anticipo rispetto a quelle degli ultimi due anni: al di là del legittimo dibattito e delle divergenze, c'è stata la volontà di lavorare bene e mantenere scadenze e impegni. Ci siamo riusciti". Manovra a parte, nel "botta e risposta" con la stampa, l'inquilina di Palazzo Chigi ha toccato più di un argomento. In primis "riforma della giustizia e presidenzialismo" ritenuti una "priorità" dal capo dell’esecutivo, in particolare il secondo argomento, che potrebbe prevedere l’elezione diretta del Capo dello Stato già a partire dalla prossima legislatura: "niente dilazioni" ha precisato la Meloni. La riforma istituzionale? "la voglio in questa legislatura" ha ribadito ancora. E a chi le chiedeva se fosse soddisfatta di aver raggiunto tutti gli obiettivi del Pnrr, la presidente ha ammesso: "Sì, sono contenta che il governo sia riuscito a raggiungere tutti i 55 obiettivi previsti per inviare ora la lettera" all'Ue "e richiedere la tranche di 19 miliardi". Poi, di rilancio: "la staffetta con Draghi ha funzionato. Come? Con la scelta politica di concentrare le competenze del Pnrr sotto la guida di un unico ministero, e di mettere sotto la stessa competenza i Fondi di coesione europei, per evitare sovrapposizioni". Ora però, "con i cantieri aperti" viene "la parte più difficile". Infine, sul comparto auto, argomento caldo in materia energetica e ambientale: "lo stop ai motori termici nel 2035 è irragionevole" ha risposto, dicendosi pronta a "portare la questione all'Ue".