l'avv. Romolo Reboa (a destra) con il figlio Massimo

 

 

 

di ROBERTO ZANNI
Alla vigilia delle elezioni politiche del 25 settembre scorso, 'Gente d'Italia' attraverso il collega Matteo Forciniti, ha scoperto la grande frode di Aldo Lamorte: il video postato sui social con il voto espresso a Montevideo sulla scheda appartenente a un'altra persona. Un reato da codice penale, che abbiamo subito denunciato anche alle autorità competenti, la Procura di Roma, in due occasioni: prima, il 23 settembre con l'esposto-denuncia presentato  dal nostro Direttore Domenico Porpiglia e successivamente con una integrazione in data 18 ottobre. Rappresentati dal noto studio Reboa Law Firm (www.reboa.law con sedi a Roma e negli Stati Uniti a Fort Lauderdale) passati poco più di due mesi abbiamo chiesto all'avvocato Romolo Reboa che ci segue con il figlio avv. Massimo Reboa e l'assistente avv. Gabriele Germano, di farci il punto della situazione. 

- Avvocato, quali passi sono stati fatti dal momento della presentazione della nostra denuncia nei confronti di Aldo Lamorte?

"Ho avuto dei contatti alla Procura di Roma con gli inquirenti - ci spiega Romolo Reboa - al fine di verificare gli atti d'indagine da eseguire all'estero. Più di questo ovviamente non posso dire, c'è un segreto istruttorio". Non ci si può inoltrare sugli aspetti chiamiamoli tecnici, ma l'avv. Reboa ci rivela un altro particolare che può assumere una importanza rilevante.
"Questa inchiesta - continua - molto probabilmente, l'abbiamo richiesto, verrà collegata all'altra denuncia, sempre dello studio Reboa Law Firm (risale all'agosto scorso, presentata da Andrea Di Giuseppe, allora candidato di Fratelli d'Italia, oggi parlamentare alla Camera dei deputati ndr) relativa ai brogli del Nord America. In ogni caso i due esposti dovrebbero marciare in parallelo".
La Procura di Roma ha quindi avviato non solo le indagini relative alla denuncia dell'on. Andrea Di Giuseppe, ma anche la nostra nei confronti di Aldo Lamorte per i brogli di Montevideo (come avevamo annunciato una decina di giorni fa). "E voglio ribadirlo - ha continuato - il mio studio ha chiesto ufficialmente l'unione delle due denunce".
Ora, nel futuro immediato, si dovranno attendere gli esiti in primo luogo delle indagini avviate dall'ufficio della Procura di Roma. "Si tratta di una inchiesta internazionale sul voto all'estero e, se così si può dire, riguarda tutti gli italiani che vivono fuori dal Paese".
- Per quello invece che concerne espressamente Aldo Lamorte se al termine di tutto l'iter, indagini ed eventuale processo, la Giustizia italiana dovesse trovare l'accusato colpevole, cosa rischia?
"Dipende ovviamente dal capo d'imputazione e se dovesse venire trovato responsabile in maniera diretta. L'ipotesi accusatoria presentata nella nostra denuncia riguarda i meccanismi elettorali". E rileggendo l'esposto si fa riferimento "agli articoli 100 comma 2 e 104 D.P.R. 361/1957 e 18 della Legge 459/2001 art 8 c.p. oltre che eventualmente di quelli di cui agli articoli 476 e 477 C.P. nonché per ogni altro reato che la A.G. riterrà di ravvisare nei fatti narrati".  In definitiva al momento su Aldo Lamorte pende l'indagine per un reato che prevede, in caso di colpevolezza, la condanna dai due ai cinque anni di reclusione oltre a una multa fino a 2.065 euro.
- E secondo la sua esperienza, quanto tempo ci vorrà per avere le prime risposte da parte dei magistrati incaricati?
"C'è di favorevole - conclude l'avv. Romolo Reboa - il fatto che come detto molto probabilmente le due denunce potranno muoversi insieme e nel frattempo ho avuto un primo segnale molto positivo: si sono mossi subito"