DI MATTEO FORCINITI

Tra i silenzi delle istituzioni italiane e le malefatte della maggioranza dei rappresentanti della collettività volge al termine questo 2022 con grande attesa in Uruguay. Perché durante quest'ultimo anno si è toccato davvero il fondo sotto diversi punti di vista, dunque l'auspicio inevitabile per il 2023 è che quel minimo di normalità possa essere in qualche modo ripristinata.

Ma si avvia a cominciare davvero male il nuovo anno per i servizi consolari in Uruguay. L'ennesimo colpo di un problema che si trascina ormai da tanto tempo lo ha appena comunicato l'Ambasciata annunciando la sospensione del servizio telefonico fino al 10 gennaio del 2023

Tale servizio veniva implementato dal lunedì al giovedì dalle ore 14 alle ore 16 e questa modalità dovrebbe già di per sé fare riflettere: ha davvero senso mantenere questo centralino per sole 8 ore a settimana? Con l'inaugurazione della nuova sede consolare, a fine luglio, non si dovevano magicamente risolvere tutti i problemi? Il tanto promesso aumento del personale -la cosa fondamentale che manca- quando arriverà?

"Ormai la situazione dei servizi consolari è catastrofica" accusa il consigliere del Comites Alessandro Maggi. "Non so a quante persone rispondono ma un servizio telefonico di 2 ore per 4 giorni alla settimana non so davvero a cosa possa servire. Ormai sono anni che non sappiamo quanti passaporti e cittadinanze iure sanguinis si rilasciano, quante trascrizioni di cittadinanze per via giudiziaria si fanno dato che -per quest'ultimo caso- tanta gente ha iniziato a fare il processo in Italia perché si vede negato il diritto alla cittadinanza. Questo è solo un esempio ma la situazione è davvero critica, penso che non eravamo mai stati così male, il problema resta sempre la mancanza di personale".....

Facciamo un passo  indietro....per il mondo italiano in Uruguay il 2022 comincia subito con gli abusi del Comites, l'organismo di rappreentanza piegato ai voleri del capo (Aldo Lamorte) e trasformato nel megafono di propaganda del suo Partido Nacional. La seduta del 16 febbraio è un insulto all'intelligenza e alla dignità. La maggioranza del Comites vota un parere negativo contro Gente d'Italia criticandone la linea editoriale ed evitando di rispondere alle uniche tre domande che la legge attribuisce a questo voto già di per sé abbastanza discutibile: il giornale è venduto nelle edicole? I contenuti sono scritti per più del 50% in lingua italiana? Il giornale circola e viene apprezzato dalla collettività italiana del paese? Ma quel che è peggio è che l'oltraggio alla libertà di informazione perpetrato in Uruguay viene supportato anche dalla relazione dell'ambasciatore Giovanni Iannuzzi che accompagna l'invio del parere a Roma al Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri. Si tratta di un tentativo di censura vero e proprio da parte di chi vorrebbe un giornalismo asservito alla propaganda. Alla luce di questa decisione, a fine maggio, Gente d'Italia sospende le pubblicazioni sul cartaceo con El País ma continua a resistere on line sul sito raccontando i fatti ai lettori. E viene premiato: al 28 dicembre 2022 sono piú di 600mila, e tutti certificati, gli utenti unici..


Ma torniamo a quella seduta "incriminata" del Comites perché succede qualcos'altro che merita di essere ricordato. Aldo Lamorte fa eleggere in fretta e furia due suoi amici come membri cooptati del Comites: Jorge Castiglia e Nery Pinatto vengono nominati consiglieri con l'unico scopo di aiutare l'amico a racimolare qualche voto in più in vista della conquista dell'ennesima poltrona, ovvero l'elezione del rappresentante uruguaiano nel Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero), cosa che puntualmente avviene nonostante l'illegalità.


Tra il 21 dicembre del 2021 e il 10 marzo del 2022, infatti, il Comites di Montevideo ha avuto un presidente illegale per via del doppio incarico di Lamorte come ha ribadito anche l'Avvocatura dello Stato ma in Uruguay non succede niente, tutto viene tollerato alla luce del sole anche le illegalitàLe autorità diplomatiche rinunciano al loro tradizionale ruolo di garanzia e diventano complici

Ambasciata e Comites vanno a braccetto e poco dopo, il 25 aprile, ignorano la Festa della Liberazione, un giorno come tanti che viene dimenticato senza alcuna celebrazione ufficiale.

La propaganda, intanto, continua ad attivarsi sui soliti servizi consolari buoni sempre all'occorrenza per andare a caccia di voti come ci insegna il Maie (Movimento Associativo degli Italiani all'Estero). A fine maggio chiude dopo tre anni lo sportello informativo che lascia decine di migliaia di dollari spesi per l'affitto e tanti dubbi se ne sia valsa davvero la pena. A fine luglio viene inaugurata ( addirittura con l'arrivo a Montevideo del Direttore Generale della Farnesina Luigi Vignali )  in un clima festivo e carbonaro  la nuova sede della cancelleria consolare costata all'incirca due milioni di euro. Servirá,  come scrivemmo allora, e confermiamo oggi,  solo per fare stare più comodo chi aspetta dato che il succo del problema -lo scarso numero di funzionari impiegati- non viene minimamente affrontato e tutto resta uguale a prima. Lo dimostrano le continue lamentele degli utenti, specialmente per quanto riguarda l'impossibilità a ottenere un appuntamento per il servizio di cittadinanza.

I diritti vengono trasformati in privilegio. Chi paga gli intermediari, non si sa come, riesce ad ottenere questi benedetti appuntamenti introvabili e ricercatissimi. Il paradosso non finisce qui dato che si assiste a una grossa crescita nelle richieste per ottenere la cittadinanza per discendenza materna per via giudiziaria: dato che esiste una legge discriminatoria contro le donne, fioccano i processi in Italia per vedersi riconosciuto un diritto sancito dalla Corte Costituzionale nel 2009. Basta pagare per ottenere l'attenzione del consolato che però non ha le risorse per ricevere anche i comuni mortali. Chi ci ha guadagnato da questa gigantesca operazione sulla nuova sede consolare a Montevideo? Sono volatte bustarelle???? Il mistero rimane.

Il 2022 prosegue fino al grande appuntamento, le elezioni politiche di settembre all'insegna dello scandalo. Le elezioni passano praticamente in clandestinità, l'affluenza tocca il minimo del 22% frutto anche della campagna informativa assente organizzata dalle autorità italiane che preferiscono andare in giro altrove e parlare di altro vendendo un po' di pasta. Queste elezioni ci fanno capire una cosa che era già evidente da tempo: il marketing trionfa sulla democrazia, l'ossessione per il commercio fa snobbare gli appuntamenti elettorali, il made in Italy diventa la religione di Stato. Forse perché  sembra prevalere l'idea che un ambasciatore sia bravo se vende bene i prodotti made in Italy. Ma a un ambasciatore dobbiamo innanzitutto chiedere che sia colto e rappresentativo, e soprattutto che sappia capire la realtà politica del Paese che lo ospita. Se poi vogliamo vendere spaghetti, mandiamo venditori di spaghetti  nelle ambasciate......

A questo panorama mortificante si aggiungono i brogli in diretta con la perla di Aldo Lamorte (sì, sempre lui) che si filma in un video votando con il plico elettorale di un'altra persona. Pubblica tutto sui social e poi cancella ma viene subito scoperto da Gente d'Italia che denuncia l'accaduto e si scatena il putiferio con l'intervento della giustizia tanto in Italia come in Uruguay mentre lui resta incollato alla poltrona grazie alla complicità degli amici.

Il processo di Montevideo inizia subito ai primi di dicembre e proseguirà dopo le vacanze estive a febbraio. In base alla legislazione uruguaiana potrebbero essere stati commessi tre reati all'interno di quel filmato: innanzitutto la violazione di una corrispondenza privata, poi la mancata protezione dei dati personali e infine la violazione della legge che stabilisce il codice di etica per i funzionari pubblici dato che il rappresentante della collettività esercita anche l'incarico di deputato supplente nel Parlamento uruguaiano.

Se il panorama descritto fino al momento non basta a far venire il voltastomaco, il colpo finale ce lo regala il "caso Luca Ventre", il cittadino italiano morto in circostanze misteriose il primo gennaio del 2021 dopo aver scavalcato il cancello dell'Ambasciata a Montevideo. Negli ultimi mesi assistiamo al trionfo dell'impunità da un lato all'altro dell'Oceano con l'assenza di una verità giudiziaria condivisa. Per la Fiscalía uruguaiana non si è trattato di omicidio, per la Procura di Roma invece sì anche se si vede costretta a chiedere l'archiviazione di Ruben Dos Santos, l'agente uruguaiano coinvolto nel violento placcaggio. Fin dal primo momento i familiari hanno puntato il dito contro le autorità diplomatiche per le omissioni: quali responsabilità ha avuto l'Ambasciata in questa triste vicenda? Chi ha ordinato l'ingresso della polizia uruguaiana all'interno del cortile dell'Ambasciata? Forse non lo sapremo mai.


Il 2022 ovviamente non è stato tutto da buttare. Per fortuna ci sono le associazioni, le uniche che cercano di impegnarsi attivamente per fare qualcosa di fronte allo sfascio generale. Lo ha dimostrato, a inizio aprile, la "La Festa che ci unisce, Calabria celebra Italia"l'incontro recentemente organizzato al Mumi, il Museo de las Migraciones, oppure gli enti di assistenza che continuano a portare un po' di conforto dove ce n'è bisogno. L'altra grande conquista è data dalla celebrazione, per la prima volta, del Día del Inmigrante Italiano per il 23 novembre, un riconoscimento simbolico agli immigrati approvato dal Parlamento su impulso della Società Italiana di Colonia. Con l'onda di entusiasmo post Covid si assiste anche a una riscoperta dell'italianità con nuove associazioni che nascono: il ritorno del Centro Laziale, la nuova Associazione della Cultura Lucana e poi i progetti futuri per la rifondazione di un gruppo ligure e uno pugliese.

Il tempo ci dirà se questi progetti porteranno a qualcosa di più ambizioso, l'unica cosa certa è che l'Uruguay continua ad essere un tesoro di italianità dimenticata. Ufficialmente, i connazionali sono all'incirca 130mila ma si deve considerare un panorama in cui quasi la metà della popolazione del paese ha origini italiane, questo è un dato pazzesco su cui si dovrebbe puntare maggiormente per rilanciare l'Italia e la sua cultura con l'augurio di un nuovo anno migliore.