Migliaia di sostenitori dell'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro hanno assaltato la zona del Parlamento a Brasilia riuscendo a entrare nello spazio esterno che circonda il Palazzo. La zona era presidiata dalle forze dell'ordine ma i bolsonaristi, molti dei quali con la bandiera carioca sulle spalle, sono riusciti a sfondare il cordone di sicurezza e diverse decine di loro sono riuscite a salire su una rampa dell'edificio per occupare il tetto. Jair Bolsonaro, sconfitto per poco da Inacio Lula da Silva nel ballottaggio presidenziale del 30 ottobre, ha lasciato il Brasile alla fine dell'anno per raggiungere gli Stati Uniti. I sostenitori di Bolsonaro non accettano la vittoria di Lula.

Il presidente brasiliano ha condannato oggi l'attacco "vandalo e fascista" e ha decretato l'intervento delle forze federali nella sicurezza nel distretto di Brasilia fino al 31 gennaio. Queste le prime decisioni prese da Lula e annunciate in una conferenza stampa. La sicurezza del distretto federale passerà dunque sotto il controllo del governo e sarà tolto alla responsabilità del governatore. Il presidente ha puntato il dito contro la polizia schierata oggi a Brasilia, condannandola per non essere entrata tempestivamente in azione. Dallo Stato di San Paolo, dove si è recato per monitorare le devastazioni causate dalle inondazioni, Lula ha condannato la violenza delle ultime ore: "Non è mai avvenuto nella storia di questo Paese. Tutti i rivoltosi responsabili di atti terroristici contro le sedi delle istituzioni saranno identificati e puniti". Il centro di Brasilia, dove si trovano gli edifici amministrativi e governativi, sarà chiuso per 24 ore, in attesa che la guardia nazionale ripristini l'ordine.

L'assalto - Le immagini che circolano sui social e sui media locali ricordano l'assalto di due anni fa al Capitol Hill di Washington da parte dei sostenitori dell'ex presidente Donald Trump. I sostenitori di Bolsonaro sono riusciti a superare i cordoni di sicurezza attorno al Parlamento di Brasilia al termine di una manifestazione. In molti sono riusciti a salire sulla rampa dell'edificio e hanno occupato il tetto, da lì hanno poi fatto irruzione nella sede del Parlamento e nell'edificio del Planalto, sede dell'Esecutivo e, secondo quanto riporta il canale Cnn Brasile, anche nell'edificio del Tribunale supremo elettorale (Tse). Secondo quanto riporta O Globo, sono in atto episodi di vandalismo all'interno degli edifici. I video rilasciati da persone all'interno, scrive il giornale brasiliano, mostrano persone che rompono i seggi della plenaria. A Palazzo Planalto, il piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale, il Parlamento brasiliano e della Corte suprema, sono "stati rotti vetri delle finestre".

Il blitz della polizia - La polizia militare brasiliana ha iniziato un blitz per disperdere i manifestanti che hanno assaltato le sedi delle istituzioni. I militari sparano proiettili di gomma e granate stordenti dagli elicotteri per impedire ad altre persone di tentare di avvicinarsi ai palazzi del potere.Tutte le finestre del primo piano del Senato sono già state distrutte dai manifestanti entrati all'interno. La polizia militare sta usando granate stordenti anche nella zona del palazzo presidenziale. Secondo O Globo, la polizia brasiliana ha ripreso il controllo degli edifici della Corte suprema e del palazzo del Planalto, sede della presidenza, dopo la sede del Tribunale supremo federale. Le forze di sicurezza sono impegnate ancora a far sgomberare i sostenitori di Bolsonaro dal Congresso.

L'esercito ha già 2.500 soldati in attesa di agire a Brasilia se saranno chiamati attraverso un decreto che può essere deciso solo dal Presidente della Repubblica su richiesta del Governatore. Il presidente Lula ha detto che "si valuta la possibilità" di schierare "l'esercito per far sgomberare".

Eugenio Marino: "E Bolsonaro vuole la cittadinanza italiana..."

Mesi fa scrivevo della scelta e condotta democratica di Lula e dei suoi sostenitori anche quando il Presidente rimaneva ingiustamente e per quasi due lunghi anni in galera.
Oggi i sostenitori di Bolsonaro (che non ha mai riconosciuto la sconfitta) non accettano la vittoria democratica di Lula e assaltano il Parlamento di Brasilia come fecero a Capitol Hill i sostenitori di Trump.
E fragoroso è il silenzio di Bolsonaro, che non richiama i suoi sostenitori al rispetto della democrazia.
Quello stesso Bolsonaro che, al contrario, pare stia muovendosi per avere in tempi record la cittadinanza italiana per sottrarsi a possibili e prossime incriminazioni in Brasile.
Il Governo italiano non lo consenta.
Se Bolsonaro vuole la cittadinanza e ne ha diritto, segua il medesimo iter e i medesimi tempi di ogni discendente italiano, senza privilegi e canali preferenziali che sarebbero anche un ulteriore schiaffo per decine di migliaia di Italo discendenti che attendono da anni il riconoscimento dello stesso diritto.
La nostra Ambasciata a Brasilia vigili anche su questo.