L'OSSERVATORIO ITALIANO

di Anonimo Napoletano

 

 

A gennaio temperature primaverili, poca pioggia e tanto sole, il meteo impazzito sta mettendo in ginocchio i florovivai coltori e gli agricoltori. Da Nord a Sud, un solo grido e gli agricoltori. Da Nord a Sud, un solo grido di allarme arriva dalle associazioni di settore. Un esempio? Le mimose son già in fiore, con oltre due mesi di anticipo. E per la tradizionale festa della donna, l'8 marzo, i suoi fiori a pallini gialli saranno introvabili. Lo stesso si dica di noccioli e limoni. Con l'avvertenza che tra pochi giorni l'inverno calerà davvero sul Bel Paese e i teneri boccioli germogliati troppo presto saranno uccisi dalle gelate notturne. Intanto, però, persino le api solo disorientate dalla primavera anticipata, o meglio dal mancato arrivo dell'inverno, così escono dall'alveare anzitempo, rischiano di morire, e questo avrà pesanti effetti sull'impollinazione della piante da frutto nella prossima primavera. 

Del resto, sotto il profilo climatico, in Italia è davvero un anno record. Il 2022 è stato l’anno più bollente mai registrato prima in Italia, con una temperatura superiore di 1,15 gradi e la caduta del 30% di precipitazioni in meno, rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo l’elaborazione Coldiretti su dati Isac Cnr, che rileva le temperature dal 1800 ad oggi.

Gli effetti sono molteplici, con da un lato i prodotti invernali che non hanno sufficiente freddo per arrivare a maturazione, e dall'altro i prodotti primaverili che si anticipano e rischiano di morire anzitempo. Per esempio, nelle campagne venete – sottolinea la Coldiretti - le foglie di radicchio non arrivano ad assumere la tipica colorazione e le caratteristiche per essere raccolte e messe in commercio con perdite per almeno il 30% proprio a causa della temperatura che non si abbassa, con le piante continuano a crescere in altezza e vanno a seme, ma non produrranno nulla. Mentre se ci spostiamo a Sud, e dalla terra passiamo al mare, troviamo una invasione di cormorani in Puglia dove si sono moltiplicati con il caldo anomalo con danni alla pesca negli allevamenti, in mare ed in laguna. Ogni Cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l’altro – denuncia Coldiretti - pesci feriti nell’attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti. È ormai una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all’attività dell’itticoltura e alla vita stessa dei pesci nei mari. L’attività predatoria dei cormorani – spiega Coldiretti - sottopone a forte stress la vita marina poiché è talmente intensa da non permettere la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono.

 

Per tornare alla terraferma, non ci sono solo le mimose in fiore. Peschi, albicocchi o susini in fioritura anticipata, viti che germogliano. «Il settore agricolo non solo deve fare i conti con costi raddoppiati per gli aumenti su acqua, energia, concimi, fertilizzanti. A minacciare il settore - avverte Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori dell’Umbria - anche i cambiamenti climatici con l’alternarsi di umidità e grande caldo che non fanno bene né ai frutti, sempre più a rischio attacchi fungini, né alle piante che sono quasi in fioritura e in allerta per le gelate tardive, come quelle in previsione per i prossimi giorni. Un pericolo concreto per la stagione futura che esce già in sofferenza dalla crisi attuale».

Parla di «natura in tilt per il caldo anomalo», anche la Coldiretti. Che aggiunge: «Tutte le coltivazioni sono ingannate dal clima e si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa con produzioni a rischio con il probabile arrivo del freddo e del maltempo. A preoccupare è la concreta possibilità che nelle prossime settimane le repentine ondate di gelo notturno brucino fiori e gemme di piante e alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti futuri».

Particolari problematiche arrivano proprio dall’improvviso sbalzo delle temperature che passano dalle gelate notturne al caldo del giorno, sconvolgendo raccolti agricoli e florovivaismo.

Secondo la Coldiretti Campania, in questo modo il gelo colpisce anche le coltivazioni più invernali che di solito resistono come cavoli, verze, cicorie, e broccoli. Situazione del tutto analoga anche per le colture orticole in campo aperto, come i friarielli, che hanno bisogno di temperature rigide. Il caldo anomalo anticipa le infiorescenze dei friarielli, rovinandone la qualità. 

E ci sono poi i problemi dei fiori ornamentali. I floricoltori dell'area vesuviana segnalano un anticipo della fioritura di quasi 40 giorni. Un fenomeno dagli effetti pesanti, che i produttori dichiarano di non aver mai riscontrato prima. Il caldo fuori stagione forza la vita dei fiori, che crescono con steli più fragili e marciscono rapidamente. La scarsa qualità e l'anticipo delle produzioni ha mandato fuori mercato i fiori già nei mesi di novembre con le viole e di dicembre con tutti gli altri generi.

Insomma, a marzo, per la festa delle donne, si rischia di dover regolare mazzetti di mimose finte.