Di Matteo Forciniti

Dopo l'avvio del processo in Uruguay, con il nuovo anno il caso Lamorte si avvia a entrare nel vivo anche in Italia. Poco prima del periodo natalizio la Procura di Roma ha infatti avviato le indagini preiminari su quanto accaduto a Montevideo lo scorso settembre in occasione delle elezioni italiane: il politico del Maie (Movimento Associativo degli Italiani all'Estero) si è filmato votando con il plico elettorale intestato a un'altra persona pubblicando il tutto sui social come un qualsiasi tutorialnonostante l'evidenza di un reato vero e proprio subito scoperto da Gente d'Italia che ha dato seguito a una serie di denunce. 

Il caso in questione però è andato ben oltre la giurisdizione italiana come dimostra il celere intervento della magistratura uruguaiana che si è data subito da fare dopo la denuncia di un gruppo di consiglieri del Comites. A inizio dicembre la Fiscalía General de la Nación ha dato ufficialmente il via al procedimento ascoltando i consiglieri del Comites e dopo il periodo di ferie estive si prevede che nel mese di febbraio si possa ripartire con il processo. In base alla legislazione uruguaiana, potrebbero essere stati commessi tre reati all'interno del video: innanzitutto la violazione di una corrispondenza privata, poi la mancata protezione dei dati personali e infine la violazione della legge che stabilisce il codice di etica per i funzionari pubblici dato che il rappresentante della collettività esercita anche l'incarico di deputato supplente nel Parlamento uruguaiano.

Alla velocità con cui sono state fatte le cose in Uruguay una domanda si pone a rigor di logica: e l'Italia? Quando interverrà ufficialmente la Procura di Roma seguendo l'esempio della Fiscalía?

Il video pubblicato sui social da Lamorte sembra una chiara violazione della legge Tremaglia che regola il voto all'estero di cui ne punisce anche le infrazioni come indicato nel richiamo all'articolo 100: "Chiunque, con minacce o con atti di violenza, turba il regolare svolgimento delle adunanze elettorali, impedisce il libero esercizio del diritto di voto o in qualunque modo altera il risultato della votazione, è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 309 a 2.065 euro". Ma oltre a questa legge si dovrebbe ricordare anche il principio costituzionale che stabilisce che il voto è "personale ed eguale, libero e segreto". 

Sono in tanti, all'interno della comunità italouruguaiana, a sollecitare un intervento della magistratura italiana. Anche se siamo nel pieno della stagione estiva, il ricordo per quello che è stato fatto è ancora molto forte. 

"Noi speriamo che al più presto anche la Procura di Roma possa intervenire come è stato fatto in Uruguay" afferma Fabrizio D'Alessandro, consigliere del Comites della lista Rinnovo, tra i promotori della denuncia presentata alla Fiscalía. "Qui noi temevamo che i tempi per dare inizio al procedimento potessero essere molto più lunghi e invece, visto quanto è stato fatto finora, si vede che è stata data massima attenzione al caso. Ma dato che stiamo parlando di un fatto che riguarda le elezioni italiane ci auguriamo che anche la magistratura italiana possa al più presto dare inizio al processo proprio per fare piena luce su un episodio che ha infangato l'immagine del voto degli italiani all'estero e che vorremmo che non si ripetesse mai più. Aspettiamo quindi a breve novità".

Sulla stessa posizione si esprime anche Alessandro Maggi, consigliere del Comites della lista Unitalia: "Tutta la nostra collettività attende con impazienza una decisione della giustizia italiana. In Uruguay non era mai accaduto che si violasse la legge elettorale, questo è stato un caso molto grave". Per Maggi il caso Lamorte è estremamente indicativo della condizione attuale in cui versano la collettività e le istituzioni italiane nel paese: "Siamo in un momento molto difficile per tutti. La collettività è sostenuta solo dalle associazioni, per il resto non c'è niente. Durante tutto il 2022 il Comites praticamente non ha avuto né sedute né attività. Si possono fare tanti esempi negativi al riguardo, uno su tutti il Día del Inmigrante Italiano che è passato inosservato, segno del fatto che i nostri immigrati ormai non interessano. Quello che però mi preoccupa maggiormente è vedere come le autorità diplomatiche abbiano scelto di schierarsi dalla parte di questa gente e -fin ad ora- non sono intervenute per mettere in ordine la situazione. Ci auguriamo che almeno un intervento della magistratura italiana sul caso Lamorte possa in qualche modo far cambiare le cose".