Gente d'Italia

Giorgia Meloni remember Renzi, nei sondaggi si sale e si scende se agli italiani non dai quello che hai promesso…

Giorgia Meloni (Depositphotos)

DI BRUNO TUCCI

Giorgia Meloni, l'Europa la gradisce. A confermarlo non sono i suoi amici di partito o i suoi fans, ma una società di sondaggi americana, la Morning Consult.

La pone al primo posto in questo nostro continente con un gradimento che sfiora il cinquanta peer cento. Se poi si dà uno sguardo al mondo, il sondaggio premia il  presidente del consiglio italiano in modo inimmaginabile, ponendola al quarto posto davanti a Biden e a Macron. Letti questi numeri poniamoci due interrogativi. Il primo: dobbiamo fidarci di quel che dice la Morning? Il secondo: perché la Meloni avrebbe tanto successo?

Allora vediamo: quel che l'ha aiutata ad arrivare così in alto è il fatto di essere donna, cioè la prima donna italiana a sedersi a Palazzo Chigi. Un rinnovamento che alla gente (non solo di casa nostra) piace.

Poi, la semplicità con cui la chiamano tutti. Giorgia. Vogliamo fare un paragone che non sembri blasfemo: anche Papa Bergoglio ha raggiunto la popolarità che ha perché fin dall'inizio ha gradito che i milioni di cattolici lo chiamassero Francesco.

Detto questo, è indispensabile studiare anche l'iter che ha seguito la Meloni.  Ha cominciato a far politica da giovanissima. La convinsero, così lei dice, soprattutto i delitti di mafia e sopratuttto le stragi che portarono alla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. 

Forse non era nemmeno maggiorenne quando scelse questa strada. In un quartiere molto popolare di Roma: la Garbatella, un covo di tifosi romanisti. Una "borgatara"? Non proprio, anche perché la Garbatella è oggi una zona più "in" di una volta. Però, non aveva nessun appoggio, nessun padrone che potesse aiutarla nella scalata. Cominciarono subito a volerle bene anche se il partito a cui si era iscritta, Il Msi di Giorgio Almirante, non avesse tanti proseliti in quel quartiere.

Comunque sia, ha bruciato le tappe in fretta, diventando, ai tempi di Berlusconi premier, il più giovane ministro italiano.

Lasciamo andare il suo curriculum e veniamo ai giorni nostri. Ad un tratto decise di staccarsi da Alleanza Nazionale per fondare un nuovo partito, Fratelli d'Italia appunto. Diciamo la verità: nessuno avrebbe potuto prevedere che nel giro di qualche anno sarebbe diventato il partito più votato dagli italiani, superando alla grande sia Forza Italia che la Lega.

E'appunto in questo contesto che si spiega in parte il suo successo. Il Paese era stanco di vedere le solite facce al vertice della politica, anche degli stessi Forzisti e Leghisti di cui era, ed è alleata. Non dimentichiamo inoltre il periodo in cui Mario Draghi divenne premier. Tutti insieme appassionatamente, tranne lei e il suo partito che i sondaggi la davano al quattro per cento.

L'ha aiutata il fatto di essere all'opposizione? Senza dubbio, perché non faceva parte dell' "ammucchiata" e prendeva determinate posizioni molto gradite alla gente. La circostanza più importante che l'ha portata ad essere il premier più gradito in Europa, è non solo il balzo che ha saputo fare nel giro di pochi anni (Fratelli d'Italia è passato dal 4 al 31 per cento), ma anche il modo di fare politica e di parlare al popolo: semplice, mai servendosi del "politichese", cioè di quella lingua che piace molto ai parlamentari di qualsiasi colore. Dire tutto per non dire niente.

Ora si dice –  lo affermano alcuni commentatori- che nell'alleanza di centro destra si avvertono scricchiolii, fratture se vogliamo. Può darsi. Ma la verità sta nel fatto che i suoi compagni di cordata sono assai lontani come numero di voti.

Non è una circostanza che piace molto al Cavaliere e al Capitano: il primo per il fatto che da sempre è abituato a comandare; il secondo, perché quando era arrivato nell'anticamera di Palazzo Chigi ha visto svanire il suo sogno.

In fondo, i due hanno cominciato a scendere nelle preferenze perché le promesse rivolte agli italiani non sono diventate una realtà.

Si potrebbe fare a proposito anche l'esempio emblematico di Matteo Renzi. Ricordate? Aveva il 42 per cento di gradimento. Oggi, pur alleandosi con Calenda, non ha più raggiunto la doppia cifra che oggi gli sembrerebbe un sogno. Lo rammenti Giorgia Meloni: si può arrivare molto in alto, ma con la stessa facilità si può sprofondare se agli italiani non dai quello che si aspettano dalle parole che tu hai pronunciato, forse con troppa facilità.

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