Giorgia Meloni (foto depositphotos)
di Ottorino Gurgo
Torna d'attualità il presidenzialismo. A "resuscitarlo" è stata Giorgia Meloni che ha dichiarato di essere determinata a fare dell'elezione diretta del capo dello Stato la riforma caratterizzante del suo premierato.
La presidente del Consiglio lo ha detto, senza mezzi termini, ma sa che è tutt'altro che facile il compito di trovare gli alleati disposti a sostenerla nella realizzazione del suo obiettivo al quale la destra punta non da oggi, ma già dai tempi di Giorgio Almirante.
È evidente, peraltro, che per una riforma di questo tipo , destinata a modificare l'assetto istituzionale, non può essere considerata sufficiente la semplice maggioranza della quale il governo dispone. Lo ha detto, nei giorni scorsi, in un'intervista televisiva, lo stesso Silvio Berlusconi che, pure, del presidenzialismo è un accanito fautore
Occorre andare al di là: occorre, cioè che sulla scelta presidenzialista convergano, in Parlamento, voti "esterni" rispetto a quelli di coloro che sostengono il governo di centrodestra..
La Meloni, in primo luogo, dovrà convincere l'attuale presidente Mattarella che non è finora apparso favorevole ad abbandonare il sistema parlamentare attualmente in vigore.
C'è anche chi sostiene che, di fatto, con il suo doppio mandato, Mattarella ha realizzato una forma di presidenzialismo che è, tuttavia, cosa ben diversa da quella voluta dalla Meloni.
Per dar corpo al suo progetto la presidente del Consiglio si troverà comunque certamente contro, a prescindere da chi sarà il segretario eletto nel prossimo congresso, il Pd che, probabilmente, punterà proprio sul no al presidenzialismo per condurre la sua battaglia contro la Meloni.
Quanto ai Cinquestelle è difficile fare previsioni. Sembrerebbe che i pentastellati non siano favorevoli all'ipotesi presidenzialista ma il loro atteggiamento, al momento di decidere, dipenderà in gran parte dai vantaggi personali che dall'una o dall'altra scelta potrà trarre il suo leader, Giuseppe Conte.
Al momento, tuttavia, Conte si è limitato a definire come "velleitaria" la proposta della Meloni.
Incerto è anche l'atteggiamento del Terzo Polo che ha assunto sull'argomento posizioni piuttosto contraddittorie e che appare diviso al proprio interno sulla linea da seguire.
Ma al di là della posizione di questa o quella forza politica il presidenzialismo costituirebbe o meno un bene per il paese?
Siamo convinti che, in linea di principio il sistema parlamentare, previsto dalla Costituzione vigente, sia da preferire rispetto al sistema presidenziale. Ma non possiamo fare a meno di domandarci se l'opzione parlamentare sia ancora valida considerando il declino dei partiti e il non esaltante livello della classe politica italiana.
E non va dimenticato che c'è anche chi ipotizza, in alternativa, l'elezione diretta del presidente del Consiglio che, però, sminuirebbe considerevolmente il ruolo del capo dello Stato..