Luciano Spalletti, Napoli (Depositphotos)
di Mimmo Carratelli
 

Gioco, partita, incontro. E cha-cha-cha. Nello stadio della gioia infinita col nome celestiale si sfalda il carisma di Mourinho, si spegne il genio di Dybala, stramazza l'orgoglio romanista di Pellegrini, si deformano le gambe del trampoliere inglese dal nome biblico. Il Napoli, a fatica ma con pieno merito, fa tabula rasa della Roma (2-1), invocata più che indicata come il primo avversario del girone di ritorno che avrebbe dovuto fiaccare la forza azzurra. 
Non ci sono avversari. Il Napoli veleggia a tutta randa, capolista di un campionato che sta dominando da grande squadra, giovane e forte, gioiosa e vincente, irriducibile, migliore attacco, migliore difesa, miglior gioco. Un inno al calcio. 
Uno scandalo per la vecchia scuola italiana sparagnina. Una beffa per la filosofia del corto muso. Un progetto affinato in dodici anni di quattro secondi posti e altrettanti terzi posti. 
Spalletti ha eliminato vecchi difetti e inventato nuove soluzioni per questo Napoli delle meraviglie. Se quella di Maradona era una squadra di campioni affermati, il Napoli di questa stagione è una squadra di aspiranti campioni. 
All'andata, la Roma aveva fatto muro, rinunciando a giocare e ad attaccare (zero tiri nella porta di Meret). Stavolta, al "Maradona", ha voluto provare a battersi alla pari e sta bene in partita con un pressing alto e molto ardore. 
Il Napoli ne soffre l'inizio arrembante. Rischia di prendere gol per un pasticcio fra Kim e Meret su uno spiovente di Spinazzola. Poi spegne l'arrembaggio giallorosso con un gol da luna park. Mario Rui libera a fondo campo Kvaratskhelia, cross rapido e Osimhen sfonda in tre tocchi: stop di petto, tocco di ginocchio e sventola di destro sotto la traversa (17'). Uno schema offensivo visto a Salerno e in Champions contro il Liverpool. 
La Roma è gelata, ma non molla la partita. Di Lorenzo è bloccato dalla posizione avanzata di Spinazzola, ma a sinistra Mario Rui scorazza a piacere (debole il contrasto di Zalewski). Pellegrini scherma Lobotka, ma non è una pressione forte e il regista azzurro può far girare il Napoli a piacere. 
Su Dybala (poche giocate) esce Kim con Rrahmani su Abraham. A centrocampo, la migliore qualità del Napoli ha il sopravvento. Zielinski fa un buon lavoro. Anguissa non brillante contro Matic. 
La Roma cerca sempre di rispondere e attaccare, aiutata dalla fisicità di Cristante e Matic. In difesa, la Roma accetta spesso l'uno contro uno. Qualche volta Cristante raddoppia su Kvaratskhelia. 
La partita è equilibrata. Due brividi a fine primo tempo. Prima la fiondata di testa di Osimhen poco alta sul cross di Lozano. Poi Meret sventa una legnata di Spinazzola. 
Nella ripresa, Mourinho insiste ad attaccare sulla sinistra impiegando un attaccante vero (El Shaarawy) al posto di Spinazzola. L'intento è sempre di tenere Di Lorenzo schiacciato in difesa. 
La Roma ripete l'inizio arrembante del primo tempo. Si registrano occasioni da gol da una parte e dall'altra. Kvaratskhelia spreca il raddoppio sul contropiede di Lozano (55'). Meret deve salvare sul colpo di testa di Cristante (62'). Poi Kvaratskhelia punta il gol, ma salva Rui Patricio (65'). 
Olivera per Mario Rui ed Elmas per Kvaratskhelia (68'). Abraham abbandona, entra Belotti (73). Spalletti vede il Napoli in difficoltà (76'): entra Simeone per Osimhen (infortunato al polso destro) e Raspadori per Lozano. Elmas gioca a destra, Raspadori a sinistra. È la Roma che tiene meglio il campo e agguanta meritatamente il pareggio con El Shaarawy sul cross lungo di Zalewski (75'). 
Ma il Napoli ha carattere, non si arrende, si batte con grande orgoglio, vuole la vittoria. E il successo arriva ancora una volta dalla panchina: è Simeone a siglare il 2-1 sull'assist di Zielinski (86'). È una vittoria presa per i capelli. Ma questo Napoli è proprio imbattibile e difende a denti stretti il successo contro il finale della Roma che si avventa ai limiti dell'area azzurra. 
Gli ultimi cambi: Bove per Pellegrini e Tahirovic per Matic (83'), Volpato per Cristante (89'), Ndombele per Zielinski (91'). 
I sei minuti di recupero sono una sarabanda col Napoli che non molla più la vittoria.