Gente d'Italia

In un’università americana si laurea la prima Intelligenza Artificiale

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di Gero Giglio

Più che una laurea un test sul campo che vede protagonista una delle Intelligenze Artificiali più utilizzate oggi: ChatGPT.

L'esperimento che, diciamolo subito, non prevede l'emissione di nessuna laurea o attestato accademico valido, è stato svolto presso la prestigiosa Università Wharton School of Business della Pennsylvania e ha visto, per la prima volta nella storia, un'intelligenza sintetica prendere parte a un test destinato ai laureandi, umani, della stessa università.

Super-intelligenza digitale, voti dal sufficiente al discreto

Per testare quanto bene ChatGPT potrebbe generare risposte negli esami di quattro diversi corsi di laurea i professori della University of Minnesota Law School hanno recentemente valutato i test alla cieca .

Dopo aver completato 95 domande a scelta multipla e 12 domande a risposta libera, ChatGPT si è comportato in media al livello di uno studente C+ – in Italia sarebbe un 6+ o un buon vecchio "più che sufficiente" – ottenendo un voto basso ma positivo in tutti e quattro i corsi.

Sulla difficoltà del test non ci sono dubbi: non sono stati fatti sconti alla AI e, per quanto riguarda gli studenti veri, il grado di difficoltà al quale è stata sottoposta la "macchina" è stata la stessa riservata agli umani, ChatGPT è andato meglio durante un esame di Gestione Aziendale, dove ha ottenuto il voto da B, un – 7- o un "quasi discreto", sempre paragonato ai voti italiani.

Nessun laureato sintetico ma un aiuto per gli studenti veri

In un documento che descrive in dettaglio la performance Christian Terwiesch, un professore di economia di Wharton, ha affermato che ChatGPT ha svolto "un lavoro straordinario nel rispondere alle domande sulla gestione delle operazioni di base e sull'analisi dei processi, ma ha un po' faticato con quesiti più avanzati e ha commesso errori sorprendenti con le domande inerenti la matematica di base".

Jon Choi, uno dei professori di giurisprudenza dell'Università del Minnesota, ha dichiarato alla CNN che l'obiettivo dei test era esplorare il potenziale di ChatGPT per assistere gli avvocati nella loro pratica e aiutare gli studenti negli esami. Il professore ha dichiarato che "ChatGPT faticato nell'affrontare le componenti più classiche degli esami di giurisprudenza, come l'individuazione di potenziali problemi legali e l'analisi approfondita dell'applicazione delle regole legali ai fatti di un caso." A fronte di questo primo test Choi conclude che "ChatGPT potrebbe essere molto utile per produrre una prima bozza che uno studente dovrebbe poi perfezionare."

Da quando è stato reso disponibile alla fine di novembre 2022, ChatGPT è stato utilizzato da utenti di tutto il mondo per generare saggi, storie e testi di canzoni originali. Non solo: sono stati creati documenti di ricerca che hanno ingannato alcuni scienziati. Alcuni amministratori delegati lo hanno persino utilizzato per scrivere importanti mail aziendale e per svolgere attività di contabilità.

Quello che il test dell'università americana ha fatto emergere è il fatto che, in un futuro che, forse, è già oggi le intelligenze artificiali diventeranno strumenti standard per gli avvocati – magari anche per altre facoltà più tecniche – e le scuole dovrebbero preparare i loro studenti a un'eventualità del genere perché, a vedere quanto stiano esponenzialmente migliorando le AI, la domanda non è "se" ma "quando" diverranno strumenti indispensabili negli studi accademici e nel mondo del lavoro.

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