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Elezioni regionali: archiviato il largo successo del centrodestra (mai così ampio, prima d'ora, il distacco con il centrosinistra), sulle coalizioni scatta ora l'effetto-voto. A fronte del successo a valanga di Fratelli d'Italia, sulla scia del voto del 25 settembre (il partito di Giorgia Meloni è andato ben oltre quota 30% nella doppia corsa per il Pirellone e la Pisana), Forza Italia e Berlusconi, sia pur ridimensionati, soprattutto nel Lazio, non hanno tuttavia esitato a rivendicare centralità invocando un incontro sul programma alla presidente del Consiglio. Sul versante opposto, se il Pd ha mostrato di "tenere" abbastanza bene (il partito del Nazareno ha guadagnato addirittura consensi rispetto al voto delle politiche) scongiurando l'opa del M5S, è proprio nel raffronto tra dem e grillini, usciti, questi ultimi, piuttosto malconci dal responso dell'urna, che si cela la parte più delicata di un'alleanza, quella giallorossa, sovente nata e poi andata in frantumi. Un confronto che si preannuncia ad ostacoli in attesa delle primarie dem in cui sembra primeggiare la leadership di Stefano Bonaccini. Sarà lui il futuro segretario del Pd?