Partito Democratico (Depositphotos)

Segreteria Pd, chi sarà il successore di Enrico Letta? Pensate: dopo tanto baccano potrebbero essere in due a sedersi sulla poltrona di via del Nazareno.

Si, proprio loro, gli eterni amici rivali che si stanno combattendo a colpi bassi dopo essere stati insieme alla guida dell'Emilia Romagna. Stefano Bonaccini ed Ely Schlein potrebbero alla fine trovare un accordo e gestire insieme il partito. Lui come il numero uno, lei invece sua vice. Attenzione, però, perché il rapporto sarà paritario. Insomma governeranno l'uno e l'altro abbracciati come ai vecchi tempi.

Non crediate che l'ipotesi sia peregrina, infondata. Avrebbe una certa credibilità soprattutto perché nel confronto che c'è stato fra i due in tv, le diversità di vedute sono state minime, quasi impercettibili. Svolta nel partito, guerra alle correnti, strada aperta alle nuove generazioni.

In parole semplici, una rivoluzione copernicana in grado di dare davvero un volto nuovo al partito. Possibile dopo un braccio di ferro assai duro in determinate circostanze? Eppoi, come interpretare la netta vittoria del governatore alle primarie?

Una differenza sostanziale se si pensa che Bonaccini è andato al di là del cinquanta per cento, mentre la sua rivale è rimasta ferma al 34 per cento. Gli altri due contendenti sono stati spazzati via in un amen: Paola De Micheli e Gianni Cuperlo si dovranno accontentare di avere avuto qualche giorno di gloria e poi niente più.

Allora, alla vigilia delle votazioni aperte a tutti gli iscritti, qual è la situazione? Nei gazebo, domenica prossima, potrebbe accadere "qualcosa di nuovo", e cioè un sorpasso per il voto dei giovanissimi che vedono nella Schlein un futuro diverso del Pd di oggi. Prima, comunque, sarà necessario verificare quanta gente andrà a votare. I ricordi di un milione di persone che affollarono le urne sono ormai soltanto un sogno, un pensiero di altri tempi.

Quindi, ecco il punto da non sottovalutare che preoccupa i due rivali. Anche se forte di una maggioranza decretata alle primarie, Bonaccini non si sente sicuro al cento per cento. Ne parla con i suoi più stretti collaboratori e non nasconde una certa preoccupazione. "Siamo sicuri che vinceremo?" ripete a quanti lo vorrebbero alla segreteria del partito. Il primo a evidenziare il pericolo è proprio lui.

Dall'altra parte, anche la Schlein non si sente affatto sicura di come andranno le votazioni. Chi sono e quanti sono coloro che andranno nei gazebo domenica? Anche su questo, il partito si divide. Non è una novità, visto come sono andate le cose nell'ultimo anno. C'è chi recrimina che siano state aperte le porte a tutti e c'è chi è invece favorevole al nuovo corso che potrebbe essere di grande aiuto alla ex collaboratrice del governatore.

In questo bailamme che il Pd non abbandona nemmeno ora che si è ad un passo dalla successione di Enrico Letta, interviene Michele Emiliano al vertice della regione Puglia, il quale lancia l'idea: "Se fra i due trovassimo noi un minimo comune multiplo?". In che senso gli chiedono in tanti meravigliati dalle sue parole?

"Potrebbero governare insieme. D'altronde che cosa hanno fatto in Emilia Romagna? Non hanno collaborato senza mai litigare e riportando sempre una vittoria dietro l'altra?".

C'è sconcerto in platea, i presenti ritengono che queste siano parole in libertà. Ma poi quando arriva a Roma l'ipotesi del numero uno di Puglia, dapprima in molti storcono la bocca, poi riflettono e si pongono qualche interrogativo. L'idea non è da scartare, tanto più che l'uno e l'altro non sono poi così distanti nelle decisioni che dovrebbero rinnovare di sana pianta il partito.

Naturalmente, chi invece non ne vuol sentir parlare di una tale previsione sono gli attuali dirigenti del Pd, i quali sperano sino all'ultimo che "tutto si rinnovi per non rinnovare nulla". Insomma, gattopardescamente, ognuno rimarrebbe al suo posto con buona pace dei rivoluzionari.

BRUNO TUCCI