Eni (Depositphotos)

Sono 135 le società a controllo pubblico i cui organi di amministrazione dovranno essere rinnovati in questi due anni, tra la primavera del 2023 e il 2024. Si va dalle grandi partecipate del Mef e di Cdp (Enel, Eni, Terna, Fs, Rai) fino alle società più piccole, controllate di secondo o terzo livello, come Manifattura Tabacchi o Corneliani, la storica azienda tessile di Mantova trasformata nel 2021 in una newco con un intervento massiccio di Invitalia. Secondo il monitoraggio della Camera, nel 2023 rientreranno nella raffica di nomine affidate al governo Meloni gli organi di amministrazione di 18 società direttamente partecipate dai ministeri, 49 società di secondo livello, a loro volta cioè partecipate dalle grandi controllate, e 3 società di terzo livello indirettamente partecipate da Cassa Depositi e Prestiti.

Al 31 dicembre 2023, invece, scadranno e dovranno quindi essere rinnovati nel 2024 gli organi di amministrazione di 10 società direttamente partecipate, 51 società di secondo livello e 4 società di terzo livello indirettamente partecipate da Cdp. Quest'anno tra le società a diretto controllo del ministero dell'Economia compaiono Amco, Banca Monte dei Paschi di Siena, Cinecittà (limitatamente a due consiglieri), Consap, Consip, Enav, Enel, Eni (partecipata al 4,4% dal Mef e al 26,2% ma rientrante comunque nelle nomine dirette del ministero); Equitalia Giustizia; Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Ita, Leonardo, Poste Italiane, Sogesid, Sport e Salute (limitatamente alla carica di presidente/ad), Sogin (l'incarico della struttura commissariale della società scade il 18 luglio 2023).

Tra le controllate degli altri ministeri compaiono invece Difesa Servizi (ministero della Difesa) e Ferrovie Appulo lucane (Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti). Tra quelle di secondo livello spiccano Poste Pay e Poste Vita (controllate di Poste), Rai Cinema e Rai Way (Rai), Infratel (Invitalia), Rfi e Trenitalia (FS), Avio (Leonardo), Enel Plenitude, LNG Shipping, Raffineria di Gela (Eni), Acquirente Unico (Gse).

Tra quelle di terzo livello compaiono invece Terna (Cdp Reti) e Manifattura Tabacchi (Cdp Immobiliare). Nel 2024 tra le società direttamente partecipate dal Mef toccherà innanzitutto proprio a Cassa, che a sua volta dovrà nominare i vertici di Fintecna. Per Cinecittà il ministero dovrà invece nominare il presidente, l'a.d e un consigliere.

Sempre tra le partecipate di Via XX Settembre saranno invece da rinnovare interamente invece il cda di Eur, Gse, Invimit, Mefop, Rai, Sogei, Sose e Ferrovie dello Stato, che a sua volta nominerà quelli di Anas, BusItalia e Italferr. Ad Eni spetterà invece il rinnovo dei gasdotti Trans Tunisian Pipeline Company e Transmed, oltre che di Saipem. Ad Invitalia, oltre Corneliani, spetterà infine il compito di rimettere mano all'ex Ilva con il rinnovo del consiglio di Acciaierie d'Italia.