Franco Esposito

Mania italiana. L’ultima in ordine di tempo. La fissazione di diventare chef e fare poi il cuoco di classe come professione. Anche se non ad immagine e somiglianza degli stellati in cucina, imperversanti su tutte le televisioni del Paese e ormai padroni incontrastati e incontrastabili del piccolo schermo. Quelli che sognano di emulare un giorno i maestri chef si iscrivono e vengono selezionati per partecipare alla gara dei cuochi in pectore giunta quest’anno alla dodicesima edizione. Qui si parla di Masterchef. 

Varesino, ventisei anni, giramondo non solo per motivi gastronomici, Edoardo Franco è il vincitore dell’edizione appunto numero dodici del concorso. Con quella frangetta un po così, promosso e incoronato da tre chf stellati. Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli. Quanto di meglio in Italia, almeno questo sostengono gli esperti. Magari con sommo rincrescimento dell’emiliano Cracco. 

Edoardo Franco vincitore al termine del barrage in cucina di Antonio Gargiulo, detto Bubu, campano di Vico Equense, quindi compaesano del maestro Cannavacciuolo, della vietnamita trapiantata in Italia, Hue Dinh, strafavorita alla vigilia della finale, e di Mattia Tagetto. Quest’ultimo escluso di misura dalla sfida terminale a tre, disputata alla presenza di familiari, parenti e amici, ammessi a sostegno dei concorrenti impegnati nell’atto conclusivo del concorso. La famiglia della piccola grande Hue in collegamento video dal Vietnam. Franco e Gargiulo sostenute dalle rispettive mini curve di tifosi.  

Personaggio singolare davvero, il vincitore. Edoardo Franco non si è mai negato alla sincerità, la sua forza insieme con l’autoironia. E così ha conquistato il pubblico da subito, complici anche quella erre moscia che lo fa persino francese, e la sincerità. Nella ronda finale ha bucato clamorosamente il dolce, la meringa annunciata da menù proprio non si è vista. Sbagliato il dessert, l’ha aggiustato Antonino Cannavacciuolo. “é vero, non si capisce cosa sia, però il sapore è meraviglioso, siamo ad alto livello”. 

Gran creatore, Edoardo Franco. Proprio la creatività gli ha spalancato la strada della finale, poi consentendogli la conquista della corona di Masterchef 2023 con un menù che riportava alla sua vocazione di viaggiatore. “Tutto Mondo” il titolo del menù presentato. La vittoria di Edoardo può ritenersi doppia: vinta anche la maledizione del risotto storicamente nefasto per gli chef in pectore nella serata finale della competizione. 

Il viaggiatore Edoardo non si è risparmiato, prima dell’approdo a Masterchef. Scandinavia, Germania, Egitto, e ancora più giù, lavorando pure come barman e come rider per la consegna di cibo a domicilio. Imminente la pubblicazione di un suo libro di ricette, è quasi pronto. Il contenuto è una serie di piatti della tradizione, “ma con un tocco di libera interpretazione, e tante ricette del mappamni, frutto die miei viaggi”. La vittoria a Masterchef gli frutta un assegno di 100mila euro e la frequentazione di un corso professionale presso la scuola Alma, fondata da Gualtiero Marchesi. 

Solitario il momento d’impaccio lungo la vasta rotta del concorso. La paura ha aggredito Edoardo prima della finale. “Le altre sfide le ho affrontate col sorriso a fior di labbra. Ma alla prova finale piangevo. Si, ne ho versate di lacrime”. Poi, gli schizzi di panico quando la meringa del dessert finale non gli è riuscita. “Piatto dopo piatto ho accumulato tensione. Il gusto del dolce era buono, ma io inseguivo la perfezione”. 

Iscritto a Gallarate all’istituto Giovanni Falcone, viene dalla scuola alberghiera, ma come addetto alla sala. Il cambio d’indirizzo a diciassette anni, dopo la partecipazione a uno scambio culturale in Svezia. “L’anno dopo ci sono tornato come cameriere.  Amo cucinare e amo farlo con persone con cui mi sento a mio agio”. Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli hanno definito “sublimi” i sughi preparati da Edoardo. 

Il libro c’è, ma il titolo? E anche qui c’è tutto Edoardo Franco, l'autoironia, con quella frangetta da paggetto. “Volete il titolo? Eccolo. Daje – La mia cucina senza confini”. 

Il futuro immediato già è popolato da una lunga serie di cene private. Il Master dei giovani chef ambisce a fare “il personal chef, ma non pet soldi; devo cucinare con persone con cui sto bene. La negatività è inutile”. Ma i progetti vanno oltre, spinti dalle idee. In quanto a fantasia, Edoardo Franco pare abbia pochi rivali in grado di contrastarlo. “Mi attraggono i sott’aceti, penso quindi a un’azienda alimentare in società con un amico imprenditore. E mi piace da morire la tv. Vorrei continuare ad esibirmi in televisione”. 

Ma di aprire un ristorante niente? Stima rischiosissima l’apertura di un locale in questi tempi infami. “Un chiringuito sì, un ristorante no. Anzi sì, ma solo per passione”. Gran bel sentimento, ma non dà da vivere. Neppure a un vincitore del concorso Supermaster.