L'intento non è quello di diventare dei futuri Bruce Lee o delle cinture nere in arti marziali. Tanto meno di entrare nei corpi di difesa militare israeliana o di imparare a picchiare forte. No la violenza qui c'entra soltanto come autodifesa personale. Già, perché nella speranza che non capiti mai a nessuno, troppo spesso, soprattutto dopo gli strascichi di povertà e di disperazione lasciati dalla pandemia nelle periferie delle metropoli, andare in giro da soli di sera diventa sempre meno sicuro. Se poi si appartiene a una delle categorie più vulnerabili ossia donne, immigrati come gli italiani all'estero e lgbtqi+, allora la percentuale di rischio aumenta. Ecco allora che per venire incontro alle potenziali problematiche della comunità italiana e italo-americana del Tristate, il Comites di New York ha ideato una classe gratuita di difesa personale, nello specifico di Krav Maga dove l'accento cade sull'ultima vocale.
Questa tecnica presa in prestito dal sistema di difesa israeliano nato originariamente per contrastare le aggressioni antisemite negli anni '60 e poi adottata dalle forze di difesa israeliane, si basa su una combinazione di più discipline. All'interno è possibile trovare mosse dell'aikido, della boxe, di judo, karate, kung-fu, wrestling e combattimento da strada. In un'ora, nel teatro della chiesa di Our Lady of Pompeii, costruita nel 1892 dall'ordine degli scalabriniani per riunire gli italiani immigrati del West Village a Manhattan, circa cinquanta persone, tra immigrati di nuova generazione e italo americani "old generation", hanno avuto l'opportunità di imparare dall'istruttore professionista mandato dall'istituto di Krav Maga di New York, Mas Gizzi, come reagire di fronte ai diversi scenari possibili.
L'idea, accolta in maniera entusiasta dalla comunità tanto da registrare sold out in pochi giorni, nasce dalle testimonianze raccolte sul campo della terapeuta Leide Porcu, presidente della commissione Community Outresch del Comites di NY e dal progetto Know your rights lanciato a novembre dalla commissione Diritti Civili sempre del Comites, guidato da Claudia Carbone.