Foto: ANSA/FABIO FRUSTACI

Mentre il comitato della 'Walk of fame' decideva sulla sua candidatura, Giancarlo Giannini una stella se l'è fatta da solo.

"L'ho scolpita sul vialetto d'accesso a casa. Ho pensato: vada come vada, questa non me la leva nessuno", sorride. Ogni anno vengono scelti circa 30 artisti nel mondo a cui dedicare una nuova mattonella nel marciapiede più famoso di Hollywood. L'attore e doppiatore italiano ha aspettato tre anni che venisse approvato il suo nome e poi altri due perché venisse fissata la cerimonia, rimandata per la pandemia. "Finalmente ci siamo - dice emozionato all'Hotel Beverly Hilton di Los Angeles - per me è un grande onore e lo devo tutto a Lina Wertmüller: non sarei qui se non avessi avuto lei a valorizzarmi. Venivamo qui con le pizze dei film sottobraccio per farle vedere a un produttore locale. Era un genio, purtroppo poco apprezzata in Italia".
La stella di granito rosso dedicata all'interprete di Pasqualino sette bellezze o dei più recenti Casino Royale e Quantum of Solace della saga 007, è quasi pronta. Verrà posata il 6 marzo alle 11.30 (20.30 ora italiana) a pochi passi dal mitico incrocio tra Hollywood Boulevard e Vine street, dove all'inizio del '900 aprirono i primi Studios. Sarà vicina a quella di Gina Lollobrigida: "Non aver lavorato con lei è uno dei miei rimpianti. Moltissimi anni fa, mi propose di fare insieme una commedia a Broadway, ma poi non se ne fece nulla".
Giannini aveva commentato l'onorificenza dicendo: "A Hollywood mi danno la stella, a Venezia non mi hanno dato neanche un gatto nero". Ci ride sopra, ma conferma: "Sono stato candidato all'Oscar, ho vinto a Cannes, tanti Donatello e Nastri d'argento ma mai un Leone. In genere, si dice: 'danno premi a cani e porci'..evidentemente non è così!" Giannini ha ritirato intanto il premio alla carriera del Filming Italy Los Angeles, il festival creato dalla produttrice Tiziana Rocca per promuovere opere e artisti italiani all'estero, realizzato con l'Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles.