di Bruno Tucci

Ecco la nuova segretaria  che abbraccia Maurizio Landini, Giuseppe Conte che si affretta per non mancare alla foto di gruppo, la folla che applaude. C’è pure chi ironicamente sussurra: “E’ tornata la sinistra con l’eskimo in piazza”.

Il corteo è sfilato per le vie della stupenda città della Toscana tra slogan e striscioni che invocavano democrazia , giustizia, libertà e solidarietà.

Che cosa avranno pensato i manifestanti quando hanno potuto vedere quel cartellone che raffigurava Giorgia Meloni e il ministro Valditara a testa in giù nel ricordo di piazzale Loreto? Anche questa si chiama democrazia?

Sorvoliamo su simili  episodi che nulla a che fare con l’agone politico e la “guerra” che l’opposizione sta combattendo contro la maggioranza. Tutto questo fa parte di un dibattito che si ripete ogni qual volta  si apre una legislatura. Niente di scandaloso. Ma la manifestazione di Firenze ha dimostrato come potrà essere il futuro del nostro Paese. Il Pd ha sterzato bruscamente a sinistra mettendo in imbarazzo i moderati del partito. Da subito, la Schlein ha voluto far vedere come la pensasse e come fosse lontano dal passato guidato da Enrico Letta. Parole durissime alla Camera, richiesta delle dimissioni del ministro Matteo Piantedosi, il dito puntato contro il premier per quel che era successo a Crotone. Insomma, visto come erano andate le primarie e come il popolo dei dem avesse preferito lei a Stefano Bonaccini bisoganava dare presto una risposta alle migliaia di persone che volevano un cambiamento di rotta.

Ed allora, dopo il viaggio a Cutro, quale migliore occasione della manifestazione di Firenze. Avrebbe partecipato pure il segretario della Cgil, insieme con lui il vertice delle altre organizzazioni sindacali. Come dire: una mossa di sinistra-sinistra che non poteva sfuggire alla Schelin. Attorno al gruppo non poteva mancare Giuseppe Conte. Che cosa poteva significare se non che una possibile futura alleanza con i 5Stelle? Ed è qui che nasce il problema vero di questo abbraccio.  L’avvocato del popolo, forte del consenso dei suoi e del voto non certamente catastrofico del 25 settembre, aveva in mente un piano sotterraneo (ma non troppo) per gli anni a venire. Si sentiva uomo forte della sinistra, molto di più di Enrico Letta. Con Stefano Bonaccini alla segreteria di Via del Nazareno, la situazione non sarebbe cambiata di molto (secondo le sue previsioni). E cioè? Diventare il leader di una opposizione che avrebbe sbiadito il partito democratico fino a farlo sparire (o quasi). Con l’elezione della Schlein, il progetto è diventato oggi più difficile, perché Elly non si farà mettere i piedi in testa da nessuno, figurarsi da Conte. Eppure sabato a Firenze, tutto sembrava andare a gonfie vele. Quindi sarà il futuro a chiarire il tutto.

Riguardo a Elly, ha dimostrato di essere una donna caparbia con le sue idee e le sue convinzioni. Al contempo molto furba. A Firenze ed in altre occasioni ha parlato con i futuri alleati di sanità, di lavoro, di migranti, ma non le è sfuggita la minima parola sulla guerra e l’appoggio incondizionato all’Ucraina. Sa perfettamente che quello è un argomento che scotta. In cuor suo, probabilmente, vorrebbe smetterla di mandare armi a Zelensky; però sa alla perfezione che quello è un terreno minato su cui i cattolici e altri del partito democratico le farebbero si (stavolta) una guerra a oltranza.

L’alleanza si farà al novanta per cento con la paura di Giuseppe Conte e l’intransigenza della Schlein. Durerà? Fin quando l’ala moderata dei dem subirà la svolta a sinistra della nuova segretaria? Chi non gradisce il nuovo corso cerca di buttarla sull’ironico per evitare polemiche e bracci di ferro. Dice con un sorriso: “Da oggi in poi sarà difficile cantare ancora Bella ciao”. E non aggiunge altro.