Gente d'Italia

CONFSAL-UNSA ESTERI, NO ALLA PRECARIZZAZIONE DEL LAVORO NELLA RETE ESTERA MAECI. RISORSE DESTINATE AI RIADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI DILAPIDATE IN CONTRATTI SEMESTRALI DI COLLABORATORI TEMPORANEI “TAPPABUCHI”

 

 

 

 

In queste ore abbiamo denunciato al nuovo Segretario Generale della Farnesina il trend di precarizzazione in atto presso le nostre sedi estere attraverso il ricorso crescente, continuo e ramificato agli impiegati temporanei di cui all’articolo 153 del dpr 18/67, che si colloca ben oltre i termini attuativi scanditi dalla norma, la quale prevede la sostituzione temporanea degli impiegati a contratto qualora si trovino in una delle situazioni che comportano la sospensione del trattamento economico.

Rispetto al carattere straordinario previsto dalla norma, invece, si riscontra in tutte le sedi una sorta di sistematico rimpiazzo degli impiegati a contratto in congedo, in pensione o entrati nei ruoli del MAECI, con impiegati temporanei, la cui permanenza è limitata dalla norma medesima ad un massimo di 6 mesi, prorogabili di altri 6.

Si sta pertanto rafforzando una consuetudine in molte sedi, che sono prive di personale, del tutto atipica e anomala peraltro su un fronte sensibile e complesso come quello dell’operatività della rete estera del MAECI, che potrebbe determinare rischi non trascurabili per la sicurezza del sistema Paese, in ragione del coinvolgimento in azioni e servizi delicati e sensibili di profili dalla dubbia provenienza e dall’effimera durata dei contratti, la quale contribuirebbe ad innescare un meccanismo di perdita sistematica di dati, expertise, informazioni e conoscenze tali da mettere a serio rischio la funzionalità della rete segnatamente in una stagione di complessità geopolitica e internazionale, alla luce della quale lo Stato dovrebbe garantire l’integrità e la tracciabilità del personale deputato ad azioni sensibili.

Se a ciò aggiungiamo il fatto che gli impiegati temporanei sono retribuiti con le risorse destinate anche al riadeguamento retributivo del personale a contratto a tempo indeterminato, la criticità assume dei tratti di maggiore complessità, poiché si comprende bene quanto la già esigua disponibilità di risorse si riduca al lumicino per far fronte all’impulso di cosiddetti “tappabuchi” presso l’Amministrazione, che predilige soddisfare un bisogno immediato (colmare un vuoto d’organico) piuttosto che risolvere il problema a monte (intervento sistemico sul fronte delle risorse umane di ruolo e valorizzazione economica di entrambe le categorie) in un circolo vizioso in cui si alternano perdite economiche, possibili fughe di informazioni e incapacità di garantire una continuità operativa presso le sedi.

Ai temporanei bisogna poi associare i collaboratori esterni, comunemente definiti “digitatori” in molti casi, assunti con contratti interinali, con mandato semestrale e con retribuzioni che oscillano tra i 200 e i 500 euro mensili. Essi costituiscono manodopera a “basso costo”, facilmente rimpiazzabile e con garanzie contrattuali non tracciate e non trasparenti.

Senza poi trascurare il fenomeno degli stagisti MAE-CRUI che coinvolge circa 1000 ragazzi ogni anno, e che, stando alle informazioni in nostro possesso, sono utilizzati talvolta come “tappa buchi” in assenza di personale di ruolo e/o a contratto. Tutto questo in deroga alla preminente tutela della sicurezza e salvaguardia dei dati sensibili. Così operando, il MAECI si avvarrebbe di personale inesperto, non formato e privo di vincoli di segretezza e di esclusività per tamponare le vacanze di organico proprio in quei Paesi dove il livello di operatività dovrebbe essere più performante, pagati con risorse del MIUR con un ammontare che in taluni casi supera quello previsto per i c.d. digitatori reclutati localmente. Pertanto si potrebbe parlare di sostanziale, anche se non formale, assimilabilità tra i due profili.

Ci troviamo dinanzi al funerale della PA all’estero, che se da un lato si impegna in progetti faraonici (basta pensare alla compartecipazione ai progetti del PNRR), dall’altro impoverisce i propri lavoratori, impedendo che si costruisca una visione di lungo periodo.

La CONFSAL UNSA NON CI STA E PRETENDE CHIAREZZA DA PARTEDELL’AMMINISTRAZIONE.

In queste settimane si organizzeranno 

ASSEMBLEE DI LAVORATORI IN TUTTE LE SEDI ESTERE per manifestare il disappunto, la delusione e la protesta per quanto realizzatosi finora, e per evidenziare quelle che sono le istanze finora inascoltate di migliaia di lavoratori che ad oggi sono il motore della nostra rete estera.

 CONFSAL UNSA COORDINAMENTO ESTERI

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