ROMA - 21 tappe, tre settimane, uno show che attraversa, con la forza dei muscoli sui pedali, 3.489 spettacolari chilometri tra le vie d’Italia: si alza il sipario sul 106° Giro d’Italia. Da domani, 6 maggio, fino al 28 maggio, prende il via l’impegnativo percorso fatto quest’anno da 51.400 metri di dislivello per una kermesse entusiasmante e infernale che metterà a dura prova i nervi e le capacità dei migliori ciclisti del globo promuovendo al contempo tutte le bellezze nostrane.
Il Giro numero 106 partirà con una crono individuale di 19,6 km da Fossacesia Marina a Ortona in Abruzzo, e sarà subito battaglia tra le 22 squadre al via. Una sfida destinata a protrarsi fino al 28 maggio, quando sarà Roma a ospitare l’ultima frazione e a incoronare il nuovo re della maglia rosa. È capitato solo 4 volte in passato (l’ultima nel 2018) che il Giro celebrasse l’epilogo nella Capitale, ed è certo un motivo in più d’attrazione.
La Corsa Rosa sarà orfana del vincitore dell’edizione 2022, l’australiano Jay Hindley, 26 anni della Bora-Hansgrohe che quest’anno punta sul Tour de France. Ma lo spettacolo in Italia sarà garantito dal duello tra Primoz Roglic e Remco Evenepol, accomunati dal talento e da un palmares di grandissima classe. Sono loro le stelle del ciclismo moderno cui vanno i favori del pronostico. Incendieranno la corsa garantendo, fin dall’inizio, medie altissime e colpi di scena. Ma non mancano altri motivi d’attrazione e anche l’Italia può recitare da protagonista, aggrappata alle magie di Filippo Ganna che già domani nella cronometro del suo terzo Giro d’Italia può regalare emozioni e prendere la prima Maglia Rosa di questo Giro. Un passaggio per l’azzurro in continua evoluzione: dalla pista, oro olimpico e mondiale al record dell’ora alla strada con il secondo alla Milano-Sanremo alle spalle di Van der Poel, Filippo ha ancora molto da dare e tanto da scoprire anche di se stesso. Ganna sarà un cacciatore di successi parziali, perché per la classifica finale in casa Ineos ci sono Tao Geoghegan Hart (che un Giro lo ha già vinto nel 2020) e Geraint Thomas, il signor G che a 37 anni non ha intenzione di mollare.
Parterre di alto livello, spettacolo assicurato, e tre cronometro individuali di oltre 70 chilometri, come non accadeva da 10 anni. Sono due particolarità che, oltre al Gran Finale a Roma, caratterizzano questo Giro d’Italia. La corsa andrà per sette volte oltre i 2000 metri.
Il 18 maggio sarà già spettacolo con la Bra-Rivoli e con la salita del Colle Braida. Ed è già battaglia nella tredicesima frazione, da Borgofranco d’Ivrea a Crans Montana il 19 maggio, unico sconfinamento di questa edizione. La Cima Coppi, il punto più alto del Giro, sarà il Gran San Bernardo, l’arrampicata svizzera con il traguardo a 2469 metri. Gli arrivi in salita al Lago Laceno e soprattutto del Gran Sasso faranno selezione e diranno chi non potrà prendersi il trofeo senza fine. Importante piuttosto le tappe di Crans Montana, in Svizzera, poi quella sul Monte Bondone e sulle leggendarie Dolomiti tra Val di Zoldo e le Tre Cime di Lavaredo.
La cronoscalata del Monte Lussari da Tarvisio sarà la vera perla della rassegna. Pensata anni fa dall’ex patron friulano Enzo Cainero scomparso nel gennaio scorso, è la salita per eccellenza. Vicino alla Slovenia, scelta per sedurre Primoz Roglic (anche se nei pensieri c’è sempre il fuoriclasse Tadej Pogacar) offre 1050 metri di dislivello in 18,6 km e una salita concentrata negli ultimi 7 km con pendenza media del 12,1% e punte al 22%. Fatica e sofferenza che esalterà le doti di chi sa soffrire. “Vincerà il corridore più completo”, commenta Roglic.
L’Italia delle due ruote sta ancora elaborando l’addio di Vincenzo Nibali che il Giro l’ha vinto due volte (2023 e 2016). E proprio il campione di Messina martedì alla Farnesina, dove la corsa è stata presentata ad ambasciatori e consoli salendo su una passerella internazionale, ha saputo emozionare con le sue parole. “Ho vissuto su me stesso quanto enorme sia il valore del Giro a livello internazionale. È grazie a lui se sono diventato un personaggio pubblico riconosciuto e ho ricevuto inviti in ogni parte del pianeta, proiettandomi su un’altra dimensione come atleta”.