di Mimmo Carratelli

Osimheeeen!
Lo scudetto non è più sospeso. Il capocannoniere del campionato fissa a Udine il gol del pareggio (1-1) che vale al Napoli il titolo di campione d'Italia a cinque giornate dalla conclusione del torneo.
Non era in discussione lo scudetto, non lo era da gennaio, dal 5-1 alla Juventus. Mancava solo la certezza matematica. Ora il Napoli è irraggiungibile.
Scudetto e ingiurie.
Napoli colera, noi non siamo napoletani, Vesuvio eccetera. Il razzismo stantio dell'asburgica Udine accompagna lo scudetto che torna a Napoli.
La partita vissuta ancora di più al "Maradona", davanti ai dodici maxi-schermi che hanno trasmesso il match del "Friuli".
Una notte magica per cinquantamila, ma avevano chiesto di entrare in centomila. Il tuono d'entusiasmo ha scosso lo stadio di Diego, come il "San Paolo" nell'87 e nel '90.
La felicità trasmessa a onde all'intera città. Canti, clamore e fuochi d'artificio.
Ecco il Napoli campione d'Italia senza più attese, appelli e rimonte impossibili.
La fisicità dell'Udinese, accompagnata da numerosi falli, ha tenuto a lungo in scacco il Napoli, frettoloso e impreciso nel palleggio per liberarsi dalla morsa dell'avversario.
E il vantaggio di Lovric (13'), che spegneva l'inizio pimpante degli azzurri, condizionava ancora di più la gara del Napoli.
Ma la squadra di Spalletti ha saputo subire e soffrire, venendo fuori alla distanza.
Dopo il gol di Lovric, l'arbitro non considerava da rigore lo scontro fra Becao e Kvaratskhelia, ginocchio contro ginocchio (22').
Meret ha dovuto fare due sole parate facili (30' su Lovric, 60' su Becao). Silvestri, invece, ha compiuto una autentica prodezza sulla conclusione al volo di Zielinski, imbeccato da un pallonetto di Elmas, e sarebbe stata addirittura vittoria (71').
Raggiunto il pareggio (52'), la sventagliata di Osimhen in mischia, dopo i tiri ribattuti di Anguissa e Kvaratskhelia, trasformava il Napoli.
Il palleggio non era più frettoloso. Il Napoli teneva palla soprattutto a protezione del pareggio. L'Udinese non ne aveva più, tant'è che Sottil cambiava l'intero centrocampo.
Spalletti ha schierato a sorpresa Ndombele per Zielinski ed Elmas per Lozano. Fino al pareggio, i due facevano rimpiangere i giocatori ai quali erano stati preferiti. Troppo disordinato Ndombele, impalpabile la gara di Elmas.
Dopo il pareggio entravano Zielinski per Ndombele (64') e Lozano per Kvaratskhelia (85'). Il Napoli era diventato padrone della gara.
Molto aveva sofferto contro l'aggressività dell'Udinese. Ma con pazienza e abilità la squadra azzurra ha saputo risollevarsi cancellando il vantaggio friulano.
Ed ecco il terzo scudetto del Napoli. Dalla passione viscerale per la squadra di Diego alla meraviglia per questo Napoli senza primissime stelle, ma forte, fortissimo, spettacolare, con un gioco che ha incantato l'Europa.
Allora una formazione di campioni col campione assoluto, oggi una squadra di giocatori vincenti per spirito di sacrificio, carattere indomito, adesione totale al progetto tecnico, spogliatoio unito, gusto del gioco, fantasia e disciplina tattica.
Vince De Laurentiis contro ogni contestazione, schiacciata da dieci anni di alta classifica e partecipazione alla Champions.
Vince Giuntoli per la capacità di avere rastrellato oltre i soliti confini i giocatori nuovi rinvigorendo la squadra.
Vince Spalletti per la sua capacità di dare un gioco e una visione a una "rosa" di 26 calciatori facendone un formidabile blocco di seguaci disponibili e motivati.
La festa è esplosa in città sotto un cielo stellato e la luna piena. La bellezza di Napoli e della squadra azzurra.