Pnrr (Depositphotos)

di RICCARDO GALLI

Pnrr, come e dove spendere utilmente i miliardi regalati o prestati all’Italia dalla Ue. Federico Fubini sul Corriere della Sera informa, tra l’altro, che il 99 per cento dei bandi e relativi appalti di piccolo importo è “in deroga”. In deroga dalle specifiche previste dal Pnrr. La deroga, l’eccezione è stata trasformata in regola, una specialità italica. Deroghe alle norme assumi giovani, deroghe alle pari opportunità, deroghe alla normative di tutela da mini clientelismo.

Forse per fare in fretta, le opere e le azioni da Pnrr contratto firmato da Stato italiano prevede siano ultimate nel 2026, il che per il sistema socio economico italiano è domani, per i tempi di azione italiani cinque anni sono un battito di ciglia. Forse per fare in fretta, forse perché così sappiamo fare e ci viene ovvio di fare: in deroga. In deroga assoluta e permanente. La deroga è la nostra astuzia. Abbiamo perfino elaborato la categoria dell’astuzia di…sopravvivenza.

Financial Times informa - Corriere della Sera ci dice della deroga stella polare e costume condiviso, Financial Times informa su alcune iniziative di spesa italiane con i soldi del Pnrr. A Foligno un ospedale ad energia solare per…cani e gatti. A Macerata, 315 metri sul livello del mare, una pista da sci. A Marsala una pista per cavalli… Qua e là, anzi sia qua che là l’Italia intona il “sempre sia lodato il Pnrr che ha pagato”. E nel Pnrr, nel conto da far pagare al Pnrr con astuzia ci infiliamo tutto. Perché siamo furbi, molto furbi, furbissimi.

Redditi mappa falsa - Le cronache che ci offrono con il Pnrr la misura di quanto siamo furbi ci danno anche eloquente esempio di quanto siamo bugiardi in materia di redditi. Bugiardi con noi stessi. Regione Lazio, anzi contribuenti del Lazio, indagine firmata Cgil. Nel 2021 guadagni collettivi stimati a 53,6 miliardi. Vero, stima credibile? No, assolutamente no. I guadagni devono essere di più. Lo si vede dalla ripartizione che la ricerca offre dei guadagni da redditi: dei 53,6 miliardi il 40 per cento verrebbe da lavoro dipendente, il 34 per cento da rendita immobiliare, il 22 per cento dalle pensioni e solo, solissimo, minimo e nano il 4 per cento da lavoro autonomo, partecipazioni societarie, spettanze imprenditoriali.

Non basta apprendere dalla falsa mappa dei redditi che di 53 e passa miliardi di guadagni nel Lazio lavoratori autonomi, professionisti e titolari di aziende non arrivano a metterne in cassa tre. Ecco la geografia dei redditi: reddito medio 26.642 annui, il 28 per cento dei contribuenti con reddito tra zero e diecimila. E si può far finta di crederci alle due cifre, quella assoluta e quella in percentuali. Ma poi altro 11 per cento dei contribuenti con reddito tra 10 e 15 mila e altro 23 per cento con reddito tra 15 e 26 mila. Fa 62 per cento dei contribuenti sotto la media di 26 mila annui. Quanto siamo bugiardi, con noi stessi e quanto siamo furbi, anche contro noi stessi. Ci sarà pure una ragione, di certo c’è una misura, una scala di grandezza. E in entrambi i casi ci collochiamo sugli scalini più alti.