Roberto Menia

ROMA\ aise\ - I pareri che autorità consolari e Comites devono rendere sulla stampa italiana all’estero “non devono configurarsi come un’interferenza con la linea editoriale del giornale e con l'esercizio del diritto di cronaca”. È quanto sostiene Roberto Menia, senatore di Fratelli d’Italia, che ha presentato una interrogazione al Ministro degli esteri Tajani presentando, in particolare, i casi di “Gente d’Italia” in Uruguay e “Allora!” in Australia.
Nella lunga premessa, Menia spiega che “l'ordinamento italiano prevede forme di sostegno pubblico al sistema editoriale per le imprese editrici di quotidiani e periodici italiani editi e diffusi all'estero; i requisiti di accesso, i criteri di calcolo, il procedimento per la concessione e l'erogazione del contributo sono definiti al capo V del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70, in particolare dall'articolo 15, e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2017, articoli 1-3; i due provvedimenti prevedono, rispettivamente: a) che si considerino prevalentemente diffusi all'estero i quotidiani e i periodici con una diffusione all'estero non inferiore al 60 per cento delle copie complessivamente distribuite. Per i quotidiani editi esclusivamente in formato digitale, si considerano prevalentemente diffusi all'estero quelli che raggiungono una percentuale di utenti unici mensili all'estero non inferiore al 60 per cento del numero totale di utenti unici mensili; b) che l'ufficio consolare italiano di prima categoria territorialmente competente per il luogo della sede legale dell'editore riceva dalle imprese editrici la domanda di ammissione al contributo, corredata da una documentazione istruttoria, la quale, verificata la completezza, viene da questi trasmessa al Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il capo dell'ufficio consolare include nella documentazione una sua dichiarazione che attesti la diffusione della testata presso la comunità italiana presente nel Paese di riferimento e la rilevanza della sua funzione informativa per la promozione del sistema Paese e della lingua e cultura italiana all'estero. La documentazione comprende, inoltre, il parere obbligatorio reso dal Comitato degli italiani all'estero (COMITES) della circoscrizione consolare di riferimento”.
In particolare, prosegue, “"La Gente d'Italia", unico quotidiano italiano edito e diffuso in Uruguay, è stato escluso dai contributi per l'editoria per il 2021. Il decreto di esclusione del Dipartimento per l'informazione e l'editoria del 27 febbraio 2023 fa riferimento alla dichiarazione dell'ambasciatore d'Italia a Montevideo del 25 febbraio 2022 (il quale afferma che "numerosi articoli risultano integralmente ripresi dalle maggiori agenzie generaliste o dalle testate specialiste in italiano o spagnolo. Gli articoli in spagnolo quasi mai riguardano l'Italia e riprendono generalmente notizie locali già presenti nella stampa uruguayana senza dare al lettore italiano un valore aggiunto rispetto a 'El País' con cui 'La Gente d'Italia' è venduto"; "la sua crescente vena accanitamente provocatoria e polemica (...) tanto che è apparso un giornale teso a privilegiare le polemiche inutilmente divisive all'interno della Collettività, come se lo scopo fosse gestire un'arena di scontro a prescindere dalla corretta, completa e accurata informazione"; "questo impianto denigratorio si è esteso anche a danno degli interessi imprenditoriali e della reputazione delle altre testate giornalistiche generando un indubbio danno al 'Sistema Paese'") e al parere del COMITES di Montevideo del 16 febbraio 2022 (che dichiara: "'La Gente d'Italia' non fornisce informazione adeguata per la collettività", riporta "dati irrazionali ed informazioni imprecise"; "dalle sue pagine sorge una forma di fare giornalismo che danneggia fortemente l'immagine della collettività italiana")”.
“Con la medesima procedura – aggiunge Menia – il quotidiano on-line "Allora!", edito in Australia, ha presentato la domanda di contributi per l'anno 2022. A tal proposito, la dichiarazione del console generale italiano a Sidney ritiene che il quotidiano richiedente il contributo pubblichi "articoli dal contenuto diffamatorio o che ricorrono in modo sistematico alla rappresentazione non veritiera di fatti e notizie e che come tali travalicano il legittimo esercizio di diritto di critica"; entrambe le dichiarazioni appaiono estremamente aspre nei toni e stigmatizzano in modo forte le due testate che vengono descritte come faziose, che danneggiano il diritto all'informazione, e, più generalmente, l'immagine degli italiani all'estero e di suoi rappresentanti”.
“La libertà di stampa – sottolinea Menia – è tutelata dell'articolo 21 della Costituzione: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure"; l'accertamento dei requisiti tracciati dalla normativa non deve configurarsi come interferenza con la linea editoriale del giornale e con l'esercizio del diritto di cronaca, soprattutto qualora il parere negativo sia di natura politica o derivi da qualcosa che le testate hanno pubblicato e non sia stato gradito dalle autorità consolari, dai COMITES o da entrambi. Se così fosse, il ruolo delle autorità consolari e dei COMITES produrrebbe un danno alla libertà di stampa in quanto "suggerirebbe" alle imprese editoriali di valutare ciò che pubblicano se intendono ottenere finanziamenti pubblici. Se applicato alle testate nazionali edite in Italia ciò determinerebbe un taglio drastico dei finanziamenti loro concessi”.
Menia, dunque, chiede al Ministro “se intenda verificare se le dichiarazioni rese dalle autorità consolari e dai COMITES, in ordine alle richieste di contributo, siano fondate su motivi di natura politica o su fatti e valutazioni, resi noti dai quotidiani, che concernono direttamente le autorità consolari e i COMITES e da questi non graditi” e se “qualora i fatti dimostrino che questi influenzino la libertà di stampa, quali iniziative si intenda adottare per garantire il rispetto del dettame costituzionale e se si ritenga opportuno incidere sulla legislazione vigente per rendere più espliciti e definiti ciò che in materia spetta alle autorità consolari e ai COMITES”. (aise)