TORINO - Il Consiglio Deliberativo della città di San Francisco (provincia di Cordoba) ha dichiarato la lingua piemontese come patrimonio culturale intangibile della città che da tempo si fregia della denominazione di “capitale del Piemonte argentino” per la massiccia presenza di discendenti di emigrati piemontesi. A darne notizia è Luciana Genero sulla newsletter dell’Associazione dei Piemontesi nel Mondo, dove riporta alcune dichiarazioni rese da Ana Maria Filippa, Presidente della AMPRA, l’associazione delle donne piemontesi della Repubblica Argentina, alla trasmissione radiofonica “La Mañana de El Periodico” di San Francisco.
“Poiché siamo immersi in una società in cui quasi tutti siamo discendenti, avendo genitori, nonni o bisnonni piemontesi, - le parole di Filippa – non ci rendiamo nemmeno conto di quanta influenza la lingua piemontese ha sulla nostra vita. Quando vengono persone da fuori, si rendono conto che parliamo in modo diverso. Abbiamo un'impronta speciale, frutto della cultura che ci è stata trasmessa, nelle canzoni, nella cucina, nel lavoro, nelle professioni, nei mestieri. Il riconoscimento ottenuto dal Consiglio Deliberativo è un fatto storico e di grande valore simbolico. Molte entità, da molto tempo, hanno lavorato per questo riconoscimento: ci sono tante associazioni, ci sono laboratori di lingua piemontese, ci sono cortometraggi in piemontese, ci sono libri, dizionari, opere teatrali, poesie, narrativa….Nel tempo c’è stato un forte recupero del piemontese da “dialetto” solo parlato a “lingua” scritta, con lo stesso valore di lingue più importanti, più diffuse, poiché rappresenta l’espressione e la tradizione culturale di un popolo. Sono ancora molte le famiglie in cui si parla, almeno saltuariamente, il piemontese, ma anni fa questa zona era bilingue, si parlava contemporaneamente un po’ spagnolo e un po’ piemontese, in modo molto naturale”.