Gente d'Italia

Andrea Purgatori, se ne va un grande del giornalismo italiano

di STEFANO CASINI

Noi giornalisti abbiamo dato l’ultimo saluto a uno dei grandi nostri contemporanei, Andrea Purgatori, Professionista dal 1974, che, tra l’altro, ha conseguito il Master of Science in Journalismo della Columbia University a New York nell’ormai lontano 1980.

É stato Inviato del Corriere della Sera dal 1976 al 2000. Molto noto per le inchieste e le interviste sui grandi casi del  terrorismo internazionale e italiano in quegli "anni di piombo" che tutti vogliamo scordare e sullo stragismo, come l’omicidio da parte delle BR di Aldo Moro o la strage di Ustica.

Ha raccontato numerosi delitti di mafia dal 1982, fino alla cattura di Totò Riina. Ha realizzato interviste su molti conflitti, la guerra in Libano del 1982, la guerra Iran-Iraq degli  anni ottanta, la guerra del Golfo del 1991, l'intifada, le rivolte in Tunisia e in Algeria. Nella sua lunga carriera ha anche scritto per l'UnitàVanity Fair, e Le Monde. Poi ha anche collaborato per molti anni con il  Corriere e Style Magazine. Ha fatto da Anchor per UNO DI NOTTE di RAI1 nel 1999 e ha realizzato servizi televisivi per Dossier, Spazio Sette, Focus  ed ha scritto molte fiction per la TV. Come scrittore ha lasciato profonde tracce con best sellers come A un passo dalla guerra (1995), Il bello della rabbia (1997) o I segreti di Abu Omar (2008). Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo: “Quattro piccole ostriche”. Si é anche fatto da fare nel cinema e ha scritto Il muro di gomma nel 1991, dedicato all’inchiesta sulla strage di Ustica, Il Giudice Ragazzino nel 1994 e L’Industriale, nel 2011.

Ha ottenuto tra gli altri il Nastro d’Argento nel 1992 per il miglior soggetto con Il muro di gomma, il Premio Hemingway di giornalismo nel 1993, il Premio Crocodile - Altiero Spinelli per il giornalismo nel 1992, il Globo d’oro nel 1994 per la miglior sceneggiatura con Il Giudice Ragazzino e, nel 2009, con Marco Risi e Jim Carrington, é stato insignito con il Premio Sergio Amidei per la miglior sceneggiatura internazionale con il film Fortapàsc.

Nell’87 ha partecipato al soggetto e alla sceneggiatura del film Spettri  ed è anche apparso come "attore". Ha partecipato al programma TV   Il   caso Scafroglia di RAI 3 e ha interpretato la voce fuori campo che dialoga con il conduttore. Nel 2006 ha preso parte del  fil Fascisti su Marte e sempre con Guzzanti, ha realizzato Aniene andato in onda su  Sky Uno e, tra l’altro, é stato coautore del programma televisivo Non c’é problema in onda su RAI 3 nel 2002.

È apparso come attore in più episodi della serie televisiva Boris, nei film di Verdone Posti in piedi in Paradiso del 2012 e L’abbiamo fatta grossa,  poi nei film di Aronadio Due vite per caso del 2010  e Orecchie.

Tra le sue attivitá di spicco, dal 2014 al 2020 é stato presidente di Green Peace Italia ed éstato membro dell'Accademia del Cinema Italiano, nonché dell'Accademia europea del cinema, presidente delle Giornale degli Autori e dal 4 marzo 2015 membro del Consiglio di Gestione della Societá Italiana degli Autori ed Editori.

Ha condotto nel 2017-18 su LA7 la rinnovata edizione di Atlantide per il quale ha ricevuto il Premio Flaiano 2019 come miglior programma culturale.

Nel 2022 è stato protagonista della docu-serie di Netflix Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi.

Si é spento ieri dopo una breve malattia in un ospedale romano.

Si è sposato nel 1992 in Svizzera con Nicole, una storica dell'arte di origine tedesca da cui si è poi separato, e aveva 2 figli, l'attore Edoardo, Ludovico e Vittoria. Ha ricevuto una cinquantina di premi come Giornalista, Scrittore, Attore e regista. Senza dubbio un grande in tutti i sensi.

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