Gente d'Italia

Ecco Venezia, il festival del cinema piú antico del mondo

di ALESSANDRA MAGLIARO

Il festival di cinema più antico del mondo, che dal 1932 ha attraversato anni turbolenti con verdetti fischiati come nel 1960 quando a Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti fu preferito un modesto film francese e come nel Sessantotto quando subì dure contestazioni, raggiunge un traguardo importante: quella che apre il 30 agosto e chiude il 9 settembre è l'80/a edizione.
Riuscire ad essere centrali nel panorama internazionale che cambia di continuo (pensiamo alle piattaforme di streaming oggi player alla stregua delle major e fino a pochissimi anni fa inesistenti), essere punto di riferimento per gli autori di tutto il mondo che aspirano ad avere la premiere al Lido di Venezia nell'affascinante razionalista Palazzo del cinema, diventare trampolino per i film da Oscar, proseguire la sana sfida con il festival di Cannes sono missioni che anno dopo anno sono diventati traguardi raggiunti anche se ogni volta da confermare. Quest'anno due elementi si sono aggiunti a condizionare il festival: lo sciopero sindacale degli autori e degli attori in America (e Inghilterra) che con grandi assenze da Bradley Cooper a Michael Fassbender a Emma Stone ha sottratto linfa glamour alla Mostra - imprescindibile per non ridurre l'evento a rassegna solo per la bolla cinephile - e un obiettivo di rilancio del cinema italiano in sala, una occasione fondamentale da Venezia per far riappassionare il pubblico anche alle storie di casa e non solo ai Barbie e Oppenheimer di turno.
Ecco allora ben sei film italiani in gara per il Leone d'oro, tutti importanti a partire dal budget, Comandante di Edoardo De Angelis; Finalmente L'Alba di Saverio Costanzo; Io Capitano di Matteo Garrone; Lubo di Giorgio Diritti; Enea di Pietro Castellitto e Adagio di Stefano Sollima. E tantissimi altri disseminati tra Orizzonti, fuori concorso, Giornate autori, Sic.
Una mission quasi istituzionale, pur nella libertà di selezione, per Alberto Barbera, il più longevo dei direttori della Mostra, che ha ancora un anno, il 2024, per terminare il terzo mandato alla guida del festival. Dopo la pandemia, il cinema in sala ha ripreso con enorme difficoltà e quello italiano ha sofferto ancora di più, è chiaro che dalla moltitudine di titoli, sperando in buone accoglienze di pubblico e critica, qualcosa si potrà smuovere. Resta sullo sfondo, non ancora risolta, la questione di genere: la parità è lontana (ma gli ultimi tre Leoni d'oro va ricordato sono donne Chloé Zhao, Audrey Diwan, Laura Poitras) ma il problema oltre che per la selezione veneziana è produttivo a monte visto che degli oltre 4mila titoli iscritti la quota maschile è il 66,56%. Con la giuria presieduta da Damien Chazelle, il regista americano di La La Land e un concorso di 23 titoli, ecco alcuni dei film più attesi di Venezia 80, i cosiddetti highlights. Povere creature di Yorgos Lanthimos con Emma Stone cattiva ragazza, adattamento cinematografico del romanzo del 1992, Vita e misteri della prima donna medico d'Inghilterra, di Alasdair Gray, che la vedrà nei panni della giovane non-morta Bella Baxter. Willem Dafoe e Mark Ruffalo nel cast. Maestro di Bradley Cooper, con l'attore di nuovo davanti e dietro la regia dopo il brillante esordio di A star is a born, qui nel biopic su Leonard Bernstein e sua moglie (Carey Mulligan). Priscilla di Sofia Coppola basato sulle memorie di Priscilla Beaulieu, Elvis and me, incentrate sulla sua turbolenta storia d'amore con il re del rock and roll. The Killer di David Fincher che torna dopo molti anni da Fight Club e poi ancora Ferrari di Michael Mann con Adam Driver (che ha avuto la deroga a partecipare) nei panni del genio italiano di Maranello, senza dimenticare The Palace di Roman Polanski, oltre a Coupe de chance di Woody Allen. Tra gli italiani Io Capitano di Matteo Garrone, pluripremiato regista di Gomorra e Il racconto dei racconti, è anche a livello internazionale forse il più atteso: la storia attualissima dell'odissea di due minori non accompagnati dal Senegal alla Fortezza Europa attraverso deserto, atrocità libiche e traversata, difficilmente passerà inosservato nell'Italia degli hotspot allo stremo.

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