ROMA – “Con la Legge di Bilancio per il 2024 il Canone RAI passa a partire dall’anno prossimo da 90 a 70 euro ma si tratta comunque di una tassa ingiusta per gli italiani proprietari di casa in Italia i quali risiedono all’estero”. Lo scrive in una nota il deputato del Pd Fabio Porta, eletto nella ripartizione America Meridionale. “L’esenzione totale dal pagamento del Canone Rai – continua Porta – è una richiesta annosa, molto sentita dal mondo della nostra emigrazione e che ha una sua logica stringente. Nella maggioranza dei casi i residenti all’estero proprietari di immobili in Italia se e quando tornano in Italia rimangono solo per brevi periodi ma essendo titolari di utenze elettriche attive sono tenuti a pagare il Canone RAI anche se non usufruiscono delle trasmissioni televisive e anche se i loro immobili non sono luoghi adibiti a residenza o dimora come invece previsto dalla normativa. Anche nelle passate legislature ho presentato numerosi emendamenti alle leggi di bilancio e ad altri provvedimenti per chiedere l’esonero del pagamento del Canone Rai da parte dei nostri connazionali all’estero” “Come è noto – prosegue il deputato – è dal 2016 che il canone TV viene addebitato direttamente in bolletta dai gestori di fornitura elettrica in dieci rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno. Grava su chiunque possieda apparecchi televisivi, intesi come tutti gli “apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni ”, e fino all’anno in corso ammonta a 90 euro annuali. Infatti e purtroppo trattandosi di un’imposta sulla detenzione dell’apparecchio, il canone deve essere pagato indipendentemente dall’uso del televisore o dalla scelta delle emittenti televisive su cui sintonizzarsi. È sufficiente perciò solo il possesso di un apparecchio per esser soggetti alla tassa. Continuerò a proporre – conclude Porta – di esonerare dal pagamento del canone di abbonamento alla RAI i nostri connazionali residenti all’estero e iscritti all’AIRE (o comunque prevedere una riduzione del canone) per ovvie ragioni di equità tributaria e a patto che gli immobili posseduti in Italia non siano locati o dati in comodato d’uso”.