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Argentina, “Il Papa ha chiamato Milei”. La borsa apre in rialzo del 20%

Papa Francesco ha chiamato oggi il presidente eletto dell'Argentina Javier Milei e gli ha espresso le sue congratulazioni per la vittoria al ballottaggio di domenica.

Lo hanno confermato all'ANSA fonti dell'ufficio stampa del leader de La Libertà Avanza.

In Argentina la borsa ha aperto in rialzo del 20% sulla scia del trionfo dell'ultraliberista di destra Javier Milei al ballottaggio di domenica. A spingere le azioni sono le conferme del presidente eletto di voler procedere con le privatizzazioni.

Il presidente uscente dell'Argentina, Alberto Fernández, ha ricevuto stamani il presidente eletto Javier Milei per iniziare la transizione di governo in vista dell'insediamento del leader ultraliberista de La Libertà Avanza, il 10 dicembre. La riunione, secondo quanto confermano all'ANSA fonti vicine alla presidenza, è durata circa due ore e mezza ed è trascorsa in modo "cordiale", "istituzionale" e "rispettoso". Al centro dei colloqui, affermano le fonti, è stata "la modalità di transizione nei singoli ministeri" per poter garantire il funzionamento dell'amministrazione pubblica durante il trapasso di poteri. Dal governo uscente assicurano quindi di essersi "impegnati a dare inizio alla transizione con equipe di raccordo nelle diverse aree" e che è stato effettuato anche un "ripasso dell'agenda internazionale". Presente all'incontro per parte di Milei anche il coordinatore della campagna elettorale e probabile futuro capo di Gabinetto, Nicolas Posse.

L'ex presidente argentino Mauricio Macri, considerato uno dei protagonisti, dietro le quinte, della vittoria elettorale di Javier Milei nel ballottaggio di domenica, ha dichiarato che il futuro governo ha "sei mesi di tempo per stabilizzare il Paese". Dopo aver incontrato ieri il presidente eletto, Macri ha concesso una intervista alla tv 'all news' Tn durante la quale il giornalista Joaquín Morales Solá gli ha chiesto quali sfide vedeva per i prossimi quattro anni. Credo, ha risposto, che "abbiamo davanti a noi sei mesi durissimi, in cui il presidente eletto deve stabilizzare l'Argentina. E lui lo sa". Fornendo la sua visione sulle priorità per questo, ha spiegato che "deve produrre uno shock fiscale, ridurre fortemente la spesa e rimediare alla bolla monumentale dei Leliq che ha costruito questo governo". I Leliq, letteralmente 'Lettere di liquidità', sono uno strumento di debito remunerato della Banca Centrale che non può essere acquistato da nessun individuo o organizzazione; ma solo dalle banche, e servono per prosciugare pesos dal mercato per impedire che servano a comperare dollari. Secondo il portale Lapoliticaonline.com, "la mossa di Macri offre molteplici letture", ma può essere interpretata come un "avvertimento a Milei affinché il suo governo parta subito con misure radicali". Questo soprattutto dopo che ieri il leader de La Libertad Avanza, ha sorpreso annunciando che "per il momento non eliminerà i sussidi alle bollette di luce e gas".

Se lo scenario sociale era già teso a causa della crisi economica, il trionfo di Javier Milei, e la prospettiva di una nuova svalutazione del Peso accrescono il rischio di un dicembre caldo, con sindacati e movimenti legati al peronismo di sinistra che si stanno organizzando per le manifestazioni di protesta. "Scenderemo in piazza, convinti di ciò che dovremo affrontare. Lo abbiamo già fatto in altre occasioni. Il popolo ha votato arrabbiato e ha ragione, ma difenderà i propri diritti", ha detto al quotidiano Clarín Juan Carlos Alderete, coordinatore generale della Corrente Classista e Combattiva. Il delegato non esclude un'articolazione tra le organizzazioni raggruppate nella Unión de Trabajadores y trabajadoras de la economía popular (Utep), come il Movimento Evita, Somos barrios de pie e CCC - e l'Unità piquetera, includendo anche la Confederación General del Trabajo de la República Argentina (Cgt). "Siamo in contatto permanente. Sarà un'alleanza molto forte", ha assicurato Alderete.

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