di MIMMO CARRATELLI
Dal San Paolo al Maradona, riecco Walter Mazzarri al debutto-bis col Napoli nello stadio di Fuorigrotta, quattordici anni dopo la prima volta, battendo il Bologna 2-1 al 90’ con Christian Maggio il 18 ottobre 2009, dieci anni dopo l’ultima sulla panchina azzurra della prima esperienza battendo il Siena 2-1 con un gol di Hamsik al 93’ il 12 maggio 2013.
Provaci ancora, Walter, ma senza farci soffrire sino all’ultimissimo minuto.
Di scena un’Inter minacciosa, appena sorpassata in vetta dalla Juventus nell’anticipo di venerdì, perciò con brutte intenzioni e un ruolino esterno intimidatorio, cinque vittorie e un pareggio, nessuna sconfitta, passando sui campi di Juventus, Atalanta, Torino, Salernitana, Empoli e Cagliari. Contrasto stridente col ruolino interno del Napoli, umiliato da Garcia, appena due vittorie, un pareggio e tre sconfitte, il pesante handicap della classifica azzurra.
Ma con Walterone è cominciata una nuova vita. Vittoria a Bergamo e buona prestazione a Madrid perdendo negli ultimi dieci minuti con tutti i titolari in campo (Osimhen nel secondo tempo), mentre quel furbacchione di Simone Inzaghi nel mercoledì di Champions a Lisbona contro il Benfica ha limitato l’impiego dei titolari, quattro senza schierarli (Sommer, Dumfries, Calhanoglu, Mkhitaryan), poco minutaggio per Lautaro, Thuram, De Vrij, Barella, Dimarco, Darmian pensando già a questa trasferta di Napoli.
Vedremo sul campo se questo sarà un vantaggio concreto per la squadra milanese. A Torino contro la Juventus, domenica scorsa, l’Inter ha giocato una partita conservativa (1-1), rinunciando a prendersi la gara quando è stata superiore nel secondo tempo.
A Napoli, dovendo riprendersi il primo posto, l’Inter avrà certamente un altro atteggiamento. Ma starà sempre sulle sue, come suggerisce il 3-5-2 di Inzaghi, cercando il successo con folate improvvise, temibili sulle fasce Dumfries e soprattutto Dimarco a sinistra per i suoi cross radenti a vantaggio di Lautaro e con i palloni alti per Thuram (1,92). Sarà una serata molto impegnativa per la difesa del Napoli che dovrà essere convenientemente assistita dai centrocampisti e dai rientri degli esterni d’attacco Politano e Kvaratskhelia.
La partita potrebbe trovare la sua chiave di volta proprio sulle corsie esterne, soprattutto sulla fascia dove giocherà Di Lorenzo contro Dimarco, mentre sul lato di Juan Jesus contro Dumfries il Napoli potrebbe soffrire (Darmian pronto a sostenere l’esterno olandese).
Ma è anche vero che Dumfries e Dimarco dovranno dare man forte ai difensori raddoppiando contro Politano e Kvaratskhelia con Osimhen dal primo minuto a tenere in scacco i centrali nerazzurri.
Il match proporrà duelli determinanti e, nel cuore del gioco, gli azzurri dovranno reggere il confronto con un centrocampo tra i più forti del campionato, frenando gli strappi di Barella, negando a Calhanoglu il tiro dalla distanza pericolosa specialità del turco, contenendo la fisicità di Mkhitaryan. La condizione atletica sarà decisiva. Il Napoli ha più fantasia rispetto all’Inter, ma dovrà reggere l’intera partita senza cali di energia. Sotto il profilo fisico, la squadra di Inzaghi sembra meglio attrezzata.
Osimhen contro Lautaro è il duello a distanza più atteso, il nigeriano con 6 gol all’attivo ma saltando quattro partite, l’argentino capocannoniere con 13 reti, sempre presente, media di un gol partita. Osi, se ha recuperato la piena condizione fisica, è un cavallo matto che può sfondare la difesa milanese col suo slancio impetuoso. In cinque partite contro l’Inter Osimhen non ha mai segnato (Lautaro 4 gol nei dieci confronti col Napoli).
C’è questa doppia occasione in campo azzurro: Osimhen a caccia del primo gol contro l’Inter, il Napoli a rompere il tabù del Maradona avaro di punti (7 in sei partite).
La partitissima si annuncia in grande equilibrio. Può romperlo la prodezza di uno dei protagonisti, peggio un errore fatale (allerta arancione per la difesa azzurra senza un vero terzino sinistro). Ma sarà la compattezza di squadra da una parte e dall’altra a decidere il match.