Gente d'Italia

Ultima frontiera, vietato sbagliare ancora

Walter Mazzarri, allenatore del Napoli

di MIMMO CARRATELLI

A questo punto, per questo Napoli, ogni partita è un’avventura. Dopo la vergogna di Torino, che squadra viene fuori dal lungo ritiro di Pozzuoli? Il Napoli rialzerà la testa?
Pare che, nel primo giorno del ritiro, ci sia stato un confronto aspro fra gli azzurri. Non si fa così. Si mettono da parte le accuse reciproche sugli errori commessi e si riprende con un rinnovato spirito di solidarietà. Il quarto posto per guadagnarsi un’altra Champions è a cinque punti. Non tutto è perduto. Giocatori con un minimo di amor proprio, carattere e impegno possono ancora farcela. Ma ogni partita dovrà essere giocata da campioni d’Italia.
Napoli-Salernitana, domani (sabato) al Maradona, per il momento-no degli azzurri e il fondo-classifica dei granata, è un match da ultima frontiera. La Salernitana è migliorata nelle ultime partite (4 punti nelle ultime tre gare) perdendo punti al 90’ contro la Juventus (1-2) e il Milan (2-2).
Il Napoli, a secco di gol in cinque delle ultime sei partite, non segna da tre turni e ha incassato 11 gol nelle sette partite con Mazzarri a fronte di appena 4 reti all’attivo. Siamo nel girone infernale della disperazione.
È venuto il momento che Mazzarri torni il Mazzarri di dieci anni fa, reattivo, convinto, battagliero, senza alibi (“rispetto alla prima partita a Bergamo mi mancano sei, sette giocatori”), senza pensare alla nazionale messicana che l’avrebbe voluto e liberandosi anche dal giogo del 4-3-3. Ha spiegato la sconfittona di Torino col pesante “richiamo” atletico che l’ha preceduta. Si è detto felice del ritiro perché ha avuto più tempo per allenare e parlare ai giocatori. Contro la Salernitana schiererà (finalmente) Simeone centravanti. Potrebbe completare l’opera utilizzando anche Raspadori con un ritocco al modulo, la difesa a tre che tanto ama e un 3-4-1-2 col bolognesino alle spalle di Simeone e Kvaratskhelia.
Ma ci sarà bisogno di un gruppo unito per venir fuori dal trend negativo. C’è bisogno di un capitano coraggioso (Di Lorenzo) che sappia parlare alla squadra e che la squadra risponda con un patto di riscossa cancellando ogni circostanza negativa (il livello dei compensi, i rinnovi contrattuali, ogni resa individuale, premi e varie). Mazzarri invoca l’aiuto dei tifosi, pazienti sino alle proteste di Torino, ma dia ai tifosi un Napoli combattivo, irriducibile, in partita dal primo all’ultimo minuto.
De Laurentiis è tornato dalla Spagna. Che senso vuole dare alla sua presenza mentre si sta dibattendo confusamente sul calciomercato invernale? Qualcosa dovrebbe dire ai giocatori. Dopo il match con la Salernitana, il Napoli andrà a Riyad per la Supercoppa italiana (giovedì la semifinale con la Fiorentina). Si rischia una brutta figura permanente. Non è il momento d’essere deluso e arrabbiato. C’è bisogno di interventi positivi con la lucidità di un vero leader.
Alla Salernitana mancheranno parecchi giocatori fra squalificati, infortunati e Coppa d’Africa (Cabral e Coulibaly) con un centrocampo tutto da inventare. Proprio queste difficoltà e una base di gioco apprezzabile renderanno la squadra granata molto combattiva e determinata. Per il Napoli che prende troppi gol, attenzione al gioco aereo di Simy (1,98), alla vivacità di Tchouana, all’esperienza e alle diaboliche conclusioni di Candreva (37 anni).
Il Napoli ha molto da temere, ecco tutto, a meno che scenda in campo una squadra finalmente degna dello scudetto sulle maglie, disposta a cavare il massimo da un confronto aspro.
Si attendono notizie da Kvaratskhelia che non segna da quasi un mese, si punta molto sulla riscossa di Simeone (avrà contro Fazio, 1,95), i centrocampisti dovranno aiutare Lobotka a tornare il regista della squadra, non più costretto a giocare basso per aiutare la difesa, e i difensori facciano sentire la loro pressione sugli avversari.
Dimenticare l’assenza di Anguissa e Osimhen che durerà sino a febbraio e riscattare il mediocre ruolino interno (11 punti in nove partite: sedici punti persi) onorando uno stadio che porta il nome di Diego Armando Maradona.
Comincia il girone di ritorno, ritorniamo al brillante passato azzurro.

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