di CRISTINA ROSSI
PESARO – Prima si è preso cura dei fratellini più piccoli, poi ha cercato di tamponare le ferite della madre e chiamato i soccorsi. Si è precipitato per strada, gridando e intercettando i vicini che parlano di un ragazzino-eroe. Il figlio più grande di Ana Cristina Duarte Correia ha solo 14 anni, insieme ai due fratelli di 6 e 12 anni, è stato testimone di un crimine terribile: la mamma, 38 enne, è stata accoltellata sotto i loro occhi dal padre, Ezio di Levriano, 54 anni, che poi è fuggito lasciandoli in un lago di sangue. Il resto purtroppo è ormai noto, si parla infatti del femminicidio di Colli al Metauro, in provincia di Pesaro, avvenuto nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 settembre. Ana Cristina è morta all’ospedale Torrette di Ancona, purtroppo non c’è stato nulla da fare: è stata raggiunta da cinque coltellate mortali. I bambini, come unici testimoni del delitto, sono stati ascoltati ieri, in modalità protetta, alla presenza del magistrato, il sostituto procuratore Irene Lilliu,e hanno raccontato ciò che hanno visto. I tre figli ora si trovano dai nonni paterni, che abitano in una frazione vicina, in attesa che si decida se mandarli in una casa famiglia.
Quello che si sa, dalle testimonianze dei vicini, è che i bambini sono rimasti accanto alla mamma in fin di vita, mentre il padre è fuggito con il coltello in mano per poi essere trovato dai carabinieri poco dopo nel vicino campo sportivo per poi ammanettarlo. L’uomo è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e portato in carcere a Villa Fastiggi. Sarà interrogato oggi dal gip del tribunale di Pesaro.
Sempre dalle testimonianze dei vicini, è emerso che la coppia, trasferita da pochi mesi nel borgo di Saltara, nel territorio comunale di Colli al Metauro, litigasse spesso e che il rapporto fosse burrascoso.
La donna infatti si era allontanata temporaneamente per poi tornare proprio nella notte del suo omicidio e scatenare l’ennesimo scontro dal tragico epilogo. Gli stessi Carabinieri locali erano a conoscenza delle difficoltà della donna che aveva segnalato loro i maltrattamenti, pur decidendo di non presentare denuncia contro l’uomo. Una situazione già compromessa e nota alla comunità.
GAGLIOLE, LA MADRE: “SI STAVA TAGLIANDO, VOLEVAMO FERMARLO”. MIGLIORANO LE CONDIZIONI DEL PADRE
Un raptus imprevisto su cui tutto il paese di Gagliole, in provincia di Macerata, si sta ancora interrogando è invece a monte della tragedia familiare che ha portato a un duplice tentato omicidio, avvenuto venerdì scorso. “Si stava ferendo con il coltello, abbiamo tentato di fermarlo e allora ci ha aggrediti”: è quanto in sintesi ha riferito agli inquirenti la madre del 23enne Ivan Zamparini, Souad Kanane. La donna, 60enne, è stata sentita in ospedale a Camerino, dove è ricoverata per le ferite inflitte dal figlio nel corso di un raptus improvviso, e avrebbe confermato la prima ricostruzione dei fatti avvenuti a Gagliole, quando il figlio ha ferito lei e, in modo più grave, il padre 65enne Terenzio Zamparini.
L’uomo sarà sentito non appena le sue condizioni lo renderanno possibile, al momento è ricoverato all’ospedale Torrette di Ancona dove è stato sottoposto a un intervento d’urgenza a causa delle ferite multiple al torace e all’addome ed è attualmente ricoverato in prognosi riservata. Ma l’operazione d’urgenza è riuscita e le sue condizioni sembra in miglioramento.
RESTA INTUBATO IL FIGLIO, SU DI LUI L’ACCUSA DI DUPLICE TENTATO OMICIDIO
Resta invece ancora intubato e sedato, sempre all’ospedale di Ancona, il ragazzo. Ivan Zamparini, per le ferite che si è autoinflitto con un coltello da cucina da 22 centimetri alla trachea: non è ancora in condizioni di respirare autonomamente o di essere risvegliato, ma le sue condizioni sono stabili. Il 23enne è anche piantonato perché in capo a lui pende l’accusa di duplice tentato omicidio. Al sostituto procuratore Francesco Carusi, che coordina le indagini sull’accaduto, saranno consegnate anche le analisi tossicologiche effettuate in ospedale.