Gente d'Italia

Il decreto sicurezza è legge, 109 sì e 69 no. Bagarre al Senato

L'aula del Senato ha confermato la fiducia al decreto sicurezza, chiesta dal governo, con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un'astensione. Approvato dalla Camera il 29 maggio scorso, il decreto è quindi diventato legge.

Concluse le dichiarazioni di voto, nell'Aula del Senato si è dato il via alla 'chiama' dei senatori per il voto di fiducia che è stato chiesto dal governo sul decreto sicurezza.

Si è arrivati a questo passaggio dopo diversi momenti di tensione in Aula, ultimo quello durante l'intervento del senatore di FdI e presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato Alberto Balboni sul decreto Sicurezza. I senatori di Pd e M5s sono scesi urlando dai loro banchi, andando verso quelli della maggioranza, dopo che Balboni aveva detto: 'Capisco che vogliate stare dalla parte della criminalità'.

Molti esponenti dell'opposizione, tra cui il presidente del gruppo Misto Peppe De Cristofaro di Avs, si sono alzati in piedi e sono andati verso i banchi della maggioranza per controbattere a Balboni, ma sono stati bloccati al centro dell'emiciclo dagli assistenti parlamentari. Alcuni hanno gridato 'Fuori!'. La frase di Balboni è stata stigmatizzata anche dalla presidente di turno Anna Rossomando (Pd). Balboni ha prima detto che la sua era stata una sorta di 'domanda retorica' e poi si è scusato. A quel punto i lavori sono ripresi. Ma l'intervento di Balboni è stato contestato anche perché aveva accusato il centrosinistra di essere "radical chic" e di non pensare alle fasce più deboli della popolazione.

I lavori erano ripresi dopo una interruzione, in seguito alla protesta dei senatori del Pd, M5s e Avs che si erano  seduti davanti ai banchi del governo urlando "Vergogna vergogna" e mostrando alcuni con cartelli con le scritte 'Denunciateci tutti' o 'Vergogna' e chiedendo di convocare la conferenza dei capigruppo.

Il riferimento della protesta dei senatori è anche alla punibilità - prevista nel provvedimento -, in alcuni casi come nelle rivolte in carcere. di atteggiamenti di resistenza passiva o al reato di blocco stradale. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha fatto inizialmente proseguire i lavori evidenziando la presenza di precedenti di una protesta di questo tipo e dando la parola a Carlo Calenda. I senatori di Azione, così come Iv, erano seduti sui loro scranni. Prima che Calenda prendesse la parola i senatori seduti hanno, però, fatto un coro 'Capigruppo, capigruppo!' e dopo poco il presidente ha sospeso la seduta e convocato i presidenti dei gruppi.

La conferenza dei capigruppo del Senato è convocata domani alle 11.30. E' quanto riferisce l'ufficio stampa di Palazzo Madama. La convocazione nasce anche dalla richiesta delle opposizioni di far slittare l'esame della riforma della giustizia dall'11 giugno a settembre.

Meloni: 'Il governo continua a difendere legalità e sicurezza'

"Con l'approvazione definitiva del Decreto Sicurezza al Senato, il Governo compie un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa". Lo afferma sui social la premier Giorgia Meloni.

"Interveniamo con determinazione contro le occupazioni abusive, accelerando gli sgomberi e proteggendo famiglie, anziani e proprietari onesti, troppo spesso lasciati soli di fronte a ingiustizie intollerabili - aggiunge -. Combattiamo le truffe agli anziani, un fenomeno vile che colpisce chi più merita rispetto e protezione. Rafforziamo infine gli strumenti a disposizione delle Forze dell'Ordine, per difendere chi ogni giorno difende i cittadini. Legalità e sicurezza sono pilastri della libertà. E noi continueremo a difenderli con determinazione".

Piantedosi: 'Un provvedimento strategico'

"Il decreto sicurezza è legge. Un provvedimento strategico, fortemente voluto da questo Governo, che introduce nuovi ed efficaci strumenti per rafforzare il contrasto a criminalità e terrorismo, garantire una maggiore protezione dei cittadini, in particolare dei più fragili, e valorizzare il lavoro quotidiano delle nostre Forze dell'ordine". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi su X.

Scintille in Aula durante l'intervento della Lega

Scintille in Aula al Senato durante l'intervento della senatrice leghista Nicoletta Spelegatti. Il passaggio del suo intervento nel quale ha accusato le opposizioni di fare "un teatro dell'assurdo" e di "non ascoltare" è stato sottolineato dalle proteste provenienti, in particolare, dai banchi di M5s e Pd.

'Facciamo vedere come si ascolta!', ha detto il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, al termine dell'intervento della senatrice leghista quando a prendere la parola è il Dem Andrea Giorgis. E, invece di protestare come aveva fatto prima l'opposizione, gli esponenti della Lega sono rimasti in silenzio per tutto l'intervento del capogruppo Pd in Commissione Affari Costituzionali. Prima, invece, mentre i senatori del centrosinistra inveivano contro la parlamentare della Lega, Romeo si era alzato in piedi e insieme ad altri stava replicando alle proteste che arrivavano in particolare dai banchi del M5s. E in piedi erano anche alcuni pentastellati e Dem che sottolineavano anche con cori di 'buu' l'intervento di Spelegatti. Lo scontro verbale tra i banchi di maggioranza e opposizione si è però fermato quando la presidente Anna Rossomando ha invitato a salutare una delegazione del Senato spagnolo. Tutti i senatori a quel punto hanno applaudito e anche quelli che erano rimasti seduti si sono alzati in piedi per battere le mani.

Calenda critica Pd-M5s-Avs, show aiutano la destra

Lo dico ai colleghi "non cadete in questo tranello: state facendo il più grande favore alla destra con questo atteggiamento. Queste cose vanno combattute nel merito e non con gli show, in questo modo la destra continuerà a governare il Paese". Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda intervenendo in Aula al Senato sul decreto sicurezza e rivolgendosi ai colleghi di opposizione. Il passaggio à stato sottolineato da applausi dai banchi del centrodestra.

Renzi, indignato fino a un punto di non ritorno

"Questo decreto è quanto di più lontano dalla nostra cultura, non sono sceso con un cartello nell'emiciclo" ma "la mia indignazione è a un punto senza ritorno". Lo ha detto il leader di Iv Matteo Renzi nel suo intervento. Renzi è andato all'attacco, in particolare degli articoli 30 e 31 del provvedimento sulle intercettazioni e sugli agenti dei servizi non punibili anche in caso di direzione di organizzazioni terroristiche, "ma siete impazziti?". "Avete letto ciò che c'è scritto? Se i servizi vogliono compiere un colpo di Stato possono farlo!". "La vergogna di quello che avete fatto resterà negli anni", ha concluso.

"Vi stanno rendendo degli schiaccia-tasti: tra di voi ci sono professionisti, sindaci e la statista della Garbatella avrebbe potuto imparare qualcosa da amministratori che, come voi, conoscono i problemi sul territorio. Forse sarebbe stato interessante ascoltarsi su questi temi, quello della sicurezza è il primo problema in questo momento nel Paese" ma "il vostro vostro decreto non tocca i problemi" veri: "pensate che se Martina fosse stata uccisa in una stazione o vicino alla metro sarebbe cambiati qualcosa? Questo decreto cambia il codice penale per cambiare i vostri sondaggi". Lo ha detto il senatore e leader di Iv Matteo Renzi intervenendo in Aula al Senato nell'ambito dell'esame del decreto sicurezza.

Boccia, governo decide tutto, maggioranza supina

"Abbiamo protestato in Aula per la vergognosa gestione del decreto sicurezza e la sudditanza della maggioranza verso il governo: qui decide tutto il governo, che emette ordini e la maggioranza supina abbassa la testa e umilia il Parlamento. E' una protesta che deve uscire da quest'Aula, che parla al paese. Faremo di tutto per farli cambiare idea ma hanno già deciso di porre la fiducia. Siamo al 93esimo voto di fiducia, hanno battuto tutti i record delle ultime 5 legislature. Questa dovrebbe essere una maggioranza stabile e coesa". Così il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, al termine della riunione dei capigruppo, spiegando le ragioni della protesta delle opposizioni al Senato contro il decreto sicurezza.

M5s, impegno ad abolirlo sarà la nostra priorità

"Il M5s non solo voterà contro questa legge, ma si impegnerà davanti agli elettori a inserire nel proprio programma politico al primo punto l'abolizione di questa legge vergogna e di ripristinare la legge costituzionale". Così il senatore Roberto Scarpinato del M5s, intervenendo nell'Aula di Palazzo Madama sul decreto sicurezza. Scarpinato ha fatto una lunga disamina sulle manifestazioni di dissenso espresse nel passato, citando gli scontri a Genova durante il G8 del 2001 e l'incursione nella scuola Diaz e dicendo che oggi il messaggio che la maggioranza vuole dare con il decreto sicurezza, è che "gli italiani devono abituarsi a non tollerare più le manifestazioni di dissenso e a considerare gli autori dei criminali". Poi ha citato la deputata di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli: "Intervenendo alla Camera per l'approvazione senza se e senza ma di questa legge, ha snobbato queste critiche come fisime di sapientoni, di cui non tener conto e tra applausi scroscianti della maggioranza, ha dichiarato che lei si fida molto di più del parere del suo vicino di casa". Quindi ha concluso ricordando che "l'onorevole Montaruli, condannata con sentenza definitiva nel febbraio del 2023 alla pena di un anno e sei mesi per peculato, per essersi messa in tasca 25 mila euro di denaro pubblico, dal suo scranno parlamentare fa lezione di moralità pubblica contro ladruncoli di borgata e altri poveracci. Questa è la rappresentazione iconica di una classe dirigente ferocemente classista, impietosa verso gli ultimi e auto-assolutoria per la criminalità delle componenti delle forze superiori".

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