di GIUSEPPE AVICO

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dopo il recente attacco in Colorado, ha deciso di firmare un ordine esecutivo, in vigore dal 9 giugno, che vieta l’ingresso nel Paese ai cittadini di dodici nazioni: Afghanistan, Myanmare, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. “Il recente attacco terroristico a Boulder, in Colorado, ha evidenziato gli estremi pericoli che l’ingresso di cittadini stranieri non adeguatamente controllati pone al nostro Paese”, ha affermato il presidente.

La risposta del governo venezuelano

Il divieto, applicato sia ai migranti che ai non migranti, prevede inoltre la limitazione parziale dell’ingresso negli Stati Uniti dei cittadini provenienti da altri 7 Paesi: Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela. In risposta alla decisione di Trump di chiudere le frontiere, il governo venezuelano è intervenuto avvertendo i suoi cittadini che viaggiare negli Stati Uniti equivale a correre un “grande rischio”.

“Essere negli Stati Uniti rappresenta un grande rischio per chiunque, non solo per i venezuelani”, ha dichiarato Diosdado Cabello, il ministro dell’Interno del Venezuela. Cabello, infine, ha definito “sciocchi” tutti coloro che intendono viaggiare verso gli Stati Uniti.