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Morta in esilio la ex presidente del Nicaragua Violeta Chamorro

(Foto Ansa)

Violeta Chamorro, la prima donna a presiedere il Nicaragua dopo aver sconfitto Daniel Ortega alle elezioni del 1990 e figura emblematica della lotta per la democrazia nel suo paese, è morta all'età di 94 anni San José, la capitale del Costa Rica, la nazione centroamericana dove era stata costretta a rifugiarsi nel 2023 a causa della feroce persecuzione del regime di Ortega.

 

"Doña Violeta è deceduta in pace, circondata dall'affetto e dall'amore dei suoi figli e delle persone che le hanno fornito una cura straordinaria, e ora si trova nella pace del Signore", ha fatto sapere pggi la sua famiglia in un comunicato.

"Non c'è sovranità senza libertà. Non c'è giustizia senza libertà. Non ci può nemmeno essere il Nicaragua senza libertà perché l'anima e la ragione d'essere Nicaragua è la libertà" era stata la frase più ricordata del suo discorso, quando assunse la presidenza del Nicaragua il 25 aprile del 1990, ricorda Confidencial, il pluripremiato sito di notizie fondato dal figlio di Violeta, il giornalista Carlos Fernando Chamorro.

L'omicidio di suo marito, il giornalista e direttore del giornale La Prensa, Pedro Joaquín Chamorro Cardenal, nel 1978, scatenò un'ondata di proteste a Managua, accelerando la caduta della dittatura di Anastasio Somoza.

Il 2 settembre 1993 fu invece il giorno più difficile della sua presidenza quando, dopo avere annunciato il ritiro di Humberto Ortega, fino ad allora capo dell'esercito nicaraguense (e morto nel 2024 da prigioniero politico di suo fratello), "uscendo di casa mi trovai davanti Daniel (Ortega) con Humberto dietro e sentii che stavano per uccidermi ma altre persone mi hanno difeso", raccontò, testimoniando il suo "terrore", alla rivista El Semanario.

Nel comunicato diffuso dai figli e diffuso sui loro social media, si informa che i resti di Violeta Chamorro "rimarranno temporaneamente in Costa Rica, fino a quando il Nicaragua tornerà ad essere una Repubblica, e il suo lascito patriottico potrà essere onorato in un paese libero e democratico".

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