ROMA - “Per l'organizzazione del voto all'estero, in occasione dei recenti referendum abrogativi, sono stati assegnati alla rete consolare oltre 29 milioni di euro. Tanti? Troppi? Pochi? Sicuramente sono tanti soldi”. Così il sottosegretario agli esteri Giorgio Silli che venerdì scorso alla Camera ha risposto alla interrogazione con cui Toni Ricciardi, deputato Pd eletto in Europa, chiedeva numeri certi sulle risorse stanziate dalla Farnesina per l’ultima tornata elettorale, quella dei referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno. Nella interrogazione, Ricciardi chiedeva conto su come fossero stati ripartiti i fondi tra le diverse sedi consolari, stigmatizzando poi l’assenza di una adeguata campagna informativa rivolta ai connazionali.
Nella sua risposta, Silli ha spiegato che i soldi sono stati utilizzati “per le spese connesse ai servizi logistici, come il trasporto del materiale votato all'interno di un Paese con più sedi consolari, per la stampa del materiale elettorale e per le campagne informative”.
A titolo di comparazione, ha aggiunto, “in occasione delle elezioni politiche del 2022, erano stati assegnati agli uffici consolari circa 25 milioni di euro. Il dato delle elezioni europee del 2024, per cui sono stati stanziati circa 4,5 milioni di euro, non è comparabile in considerazione delle diverse modalità di voto. Ricordo, infatti, che alle elezioni europee i connazionali all'estero non votano per corrispondenza, ma vengono costituiti seggi esclusivamente nei Paesi membri dell'Unione”.
Per l’ultimo referendum, ha precisato il Sottosegretario, “sono stati stanziati 350.000 euro aggiuntivi, così ripartiti: per le attività di manutenzione, sviluppo, aggiornamento e messa in sicurezza degli applicativi informatici utilizzati per la corretta gestione del voto; per l'acquisto e l'invio ai consolati del materiale di sigillatura e dei sacchi necessari per il confezionamento delle bolgette diplomatiche; per le spese connesse alla stampa, presso il Poligrafico dello Stato, del materiale elettorale per le sedi impossibilitate ad effettuare la stampa in loco; per il servizio di sorveglianza presso l'aeroporto di Fiumicino delle buste votate”.
I fondi sono stati ripartiti tra le sedi consolari “sulla base dei preventivi di spesa trasmessi da ogni ufficio consolare” in base al “numero di elettori della propria circoscrizione e ai costi locali dei servizi necessari agli adempimenti normativi: stampa del materiale elettorale, spedizione del plico e invio delle buste votate in Italia con corriere diplomatico accompagnato. Sembra una stupidaggine, - ha spiegato Silli – ma lo stesso francobollo, lo stesso costo della spedizione della scheda votata cambia da Paese a Paese. Quindi, alla Farnesina, sostanzialmente, riceviamo delle richieste, dei preventivi, suddivisi per area, sulla base di tutto quello che le ho elencato fino ad adesso”.
Quanto alla campagna informativa, la Farnesina “ha diramato opportune istruzioni alla rete diplomatico-consolare. A tutti gli uffici consolari è stato chiesto di dare ampio spazio alle informazioni necessarie al corretto svolgimento del voto nei propri canali informativi - siti istituzionali, profili social, testate locali -, nonché attraverso il coinvolgimento dei comitati degli italiani all'estero. Fin dalla pubblicazione del decreto di indizione dei referendum la Farnesina ha pubblicato regolarmente contenuti sul proprio portale istituzionale e sui profili social ufficiali, mentre in parallelo tutti i siti web delle sedi diplomatiche e consolari, così come i loro profili social, sono stati costantemente alimentati con aggiornamenti sulle modalità di partecipazione e sulle scadenze”.
Uno “sforzo informativo”, ha evidenziato Silli, “che ha coinvolto quindi tutte le sedi consolari, in particolare quelle con il maggior numero di connazionali residenti. I consolati hanno inoltre osservato - e mi avvio a concludere -, anche in questa tornata elettorale, aperture straordinarie per consentire la consegna di duplicati elettorali a coloro che accidentalmente non avessero ricevuto entro il 25 maggio il plico originario. A conferma dell'intenso lavoro svolto dalla rete consolare e della diffusione capillare delle informazioni sulla modalità di voto, il tasso medio di affluenza riscontrato all'estero è stato pari al 23,88 per cento, con picchi del 38-39 per cento in alcuni Paesi dell'America latina, per esempio. Dato ben più alto, ben più alto, di quello registrato nei referendum abrogativi: nel 2022, il 16 per cento e il 19 per cento nel 2016”.
Ringraziato il personale del Ministero “per quello che hanno fatto”, Silli ha detto di essere “profondamente e intimamente convinto che questo meccanismo di voto per gli italiani all'estero non funziona: costa troppo e, come dire, si espone a brogli costantemente, ahimè - in questa tornata referendaria non ne ho notizia ma, in passato, ve ne sono stati tantissimi”. Il sottosegretario ha informato circa i suoi contatti con i colleghi rappresentanti di Governi per confrontarsi sui meccanismi di voto, riportando la loro “incredulità” quando sentono che la Farnesina riesce a gestire il voto di 7 milioni di cittadini sparsi nel mondo, e sostenendo che “sia arrivato il momento di fare una riflessione aggiuntiva e cercare di migliorare il meccanismo”, rendendolo “più semplice” e “magari meno costoso” ma soprattutto più sicuro “blindandolo di fronte a quelli che sono stati gli scandali enormi di brogli che ci sono stati anche nell'ultima tornata elettorale delle elezioni politiche”.
Nella sua replica, Ricciardi si è detto “totalmente, completamente e profondamente insoddisfatto, e anche abbastanza indignato per quanto ho ascoltato. Perché mi verrebbe da dire, Sottosegretario, che nonostante voi, 1.300.000 italiani nel mondo hanno votato; nonostante voi, queste persone hanno reclamato un diritto; e nonostante voi, le persone si sono recate a votare, soprattutto in America Latina, per lo schifo che avete fatto sulla cittadinanza e che continuate a fare”. Per il deputato “è intollerabile, inaccettabile che un componente di un Governo democratico venga in quest'Aula a rivendicare, a denunciare, che il costo dell'espletamento del momento democratico più alto di una democrazia - ovvero, il voto popolare - costi troppo. E allora facciamoli i conti, Sottosegretario”.
Le reti diplomatico-consolari vi hanno chiesto il doppio dei soldi, il doppio! I preventivi superavano i 50 milioni di euro. Gliene avete dati, in prima istanza, 24 milioni e mezzo, meno delle politiche del 2022, e non teniamo in considerazione l'inflazione, l'aumento dei costi, le guerre, tutte quelle argomentazioni che questo Governo utilizza ogni volta per dire alle italiane e agli italiani che non ci sono i soldi. E allora – ha detto Ricciardi – questa è una vergogna! Lei non può venire qui, questa mattina, a dirci che costano troppo perché voi i soldi non li avete mandati. Ci sono consolati che hanno stampato a debito, sul proprio onore personale. Io ringrazio tutti i funzionari, gli addetti, i contrattisti della rete diplomatico-consolare nel mondo perché hanno fatto i salti mortali. I salti mortali”.
Quanto all’invio dei plichi, Ricciardi ha aggiunto: “come si fa a venire qui a dire che i plichi vengono inviati a indirizzi non ben definiti? Ma chi li controlla questi indirizzi? Chi dovrebbe fare il riallineamento dati? Chi non fornisce i soldi per farlo in una maniera adeguata? E Sottosegretario, ma perché non affrontate, una volta per tutte, questa disputa tra il MAECI e il Viminale?”.
Il 65% delle risorse investite per il voto degli italiani all'estero vengono spese in Italia per i seggi”, ha aggiunto Ricciardi che, riferendosi ai brogli, ha invitato Silli a “venire in Parlamento con l'elenco dei partiti e delle persone” coinvolte. “Secondo me ci divertiamo”, ha commentato, accusando il Governo di aver “boicottato formalmente, consciamente e volutamente il voto referendario per gli italiani all'estero. Perché quando centinaia di persone non riescono nemmeno ad avere il duplicato, è un problema; quando i consolati non hanno i soldi per stampare le schede, è un problema; quando i consolati devono comprare le buste più piccole per fare entrare dentro le cinque schede e le buste non si chiudono, è un problema; quando si brucia un milione di euro in Venezuela perché si sbaglia la matrice di trasferimento dei plichi e viene buttato un milione di euro, Sottosegretario, ma perché non ci sono i dati elettorali del Venezuela? Perché in Venezuela le schede sono state buttate, e perché?”.
“E, allora, il problema dov'è? È il costo del voto degli italiani all'estero? Sono le ipotetiche truffe? O il problema è che una macchina non si vuole gestire? O forse il problema è che, come state facendo con i servizi alla cittadinanza, si vuole creare il caos, per poi dire che, eventualmente, quel servizio, lo affidiamo all'esterno, perché forse è più utile e forse accontentiamo pure qualche amico?”, ha accusato Ricciardi, che ha ribadito l’inadeguatezza delle risorse se rapportata al numero sempre crescente dei residenti all’estero: “in Svizzera i nuovi elettori aventi diritto sono aumentati di 50.000, nel Regno Unito di 40.000, in Germania di altri 40.000 e le sto citando i 3 Paesi europei del mio collegio, dove c'è il maggior numero di italiani nel mondo”. Com'è possibile, si è chiesto il deputato, “che in Svizzera, su 532.000 elettori, votano 101.000, nel Regno Unito, su 398.000, votano 98.000 e in Germania, su 711.000, votano 106.000? Ho capito che nei principali Paesi ci attestiamo a quota 100.000. Non le pare strano, Sottosegretario? Non le pare strano che in quei Paesi, che hanno sempre avuto un alto tasso di partecipazione e numeri significativi, questi numeri si siano improvvisamente riallineati? Com'è possibile? Sarà il fato? Sarà il fato o, per lei che è molto credente, sarà stato l'aldilà”.
Concludendo, Ricciardi si è detto “d'accordissimo” sulla necessità di discutere sul voto all’estero e sulla opportunità di “introdurre alcune modifiche”, “ma se qualcuno, perché già so, si azzardasse solo a immaginare di avviare un iter di modifica della legge elettorale, non vi azzardate a immaginare decreti. Non vi azzardate a immaginare di alimentare ancora la questione dei costi, perché, Sottosegretario, le posso garantire - ripeto, le posso garantire - che faremo un'opposizione senza quartiere. Voi dovete mettervi in testa di dover rispettare, non a chiacchiere, ma nei fatti un secolo e mezzo di storia. Dovete avere la dignità, se siete classe dirigente, di rispettare e di garantire i diritti a queste persone”.