Donald Trump ha confermato sul suo social Truth che oggi alle 12 ora locale (le 18 in Italia) inizierà a inviare le prime lettere su dazi e accordi commerciali, in vista della scadenza per l'entrata in vigore delle imposte sospese.
Ursula von der Leyen e il presidente Donald Trump si sono sentiti ieri al telefono ed è stato un "buono scambio".
Lo fa sapere un portavoce della Commissione Europea.
"Ora siamo all'inizio della fine dei giochi e per avere la posizione migliore nei negoziati non possiamo dire di più", ha aggiunto il portavoce rispondendo alle domande dei giornalisti per avere maggiori dettagli. "Stiamo cercando di portare a casa il miglior accordo possibile con gli Usa", ha sottolineato.
"Su un eventuale proroga al primo agosto come nuova scadenza per l'accordo possiamo dire che questa domanda la dovete fare a Washington. Non commentiamo quello che loro dicono. Confermiamo che siamo pienamente impegnati a trovare un accordo di principio entro il 9 luglio". Lo ha detto un portavoce della Commissione, incalzato dalle domande dei cronisti sul tema dei dazi. In relazione alla consultazione con gli Stati membri, lo stesso portavoce ha confermato che la Commissione "è in contatto costante" con loro. "Ma non ci consulteremo fino a che non abbiamo novità: quando arriverà il momento, quando avremo passi in avanti, contatteremo gli Stati".
Il cancelliere Friedrich Merz ha sentito al telefono nel fine settimana la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni sul tema dei dazi. Lo ha spiegato il portavoce di Merz, Stefan Kornelius, in conferenza stampa a Berlino. "Il fattore del tempo è di grande significato. Il tempo è denaro. In questo contesto i colloqui non sono ancora conclusi. Il processo di costruzione della posizione non è ancora concluso. Le trattative vengono svolte in stretto contatto con i partner europei".
Trump minaccia di imporre dazi aggiuntivi del 10% sui paesi che sostengono le politiche perseguite dal gruppo Brics e assicura: "Non ci saranno eccezioni". Immediata la condanna dei leader dei Brics, riuniti a Rio de Janeiro, che criticano i dazi sulle importazioni "indiscriminati" imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i recenti attacchi israelo-statunitensi contro l'Iran. Le 11 nazioni emergenti, tra cui Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, rappresentano circa la metà della popolazione mondiale e il 40% della produzione economica globale. Il blocco è diviso su molte questioni, ma ha trovato un punto in comune riguardo alle misure del leader statunitense e alle sue continue guerre tariffarie, pur evitando di nominarlo direttamente. Esprimendo "serie preoccupazioni per l'aumento delle misure tariffarie unilaterali", i membri dei Brics hanno affermato in una dichiarazione congiunta che i dazi rischiano di danneggiare l'economia globale.
Pechino assicura che i Brics non puntano "ad alcun tipo di confronto" dopo che il presidente Usa Donald Trump ha minacciato dazi aggiuntivi del 10% destinati ai Paesi "allineati" al gruppo delle economie emergenti di cui fanno parte tra gli altri Cina, India, Brasile e Russia. E' quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, secondo cui la Cina, "per quanto riguarda l'imposizione di tariffe, ha ripetutamente affermato la sua posizione secondo cui le guerre commerciali e tariffarie non hanno vincitori e il protezionismo non offre alcuna via d'uscita" alla soluzione dei problemi.
"L'interazione nel quadro dei Brics non è mai stata e non sarà mai rivolta contro alcun paese terzo": così il Cremlino ha commentato le parole con cui il presidente Usa Donald Trump ha ventilato la possibilità di dazi aggiuntivi del 10% ai Paesi a suo dire "allineati" al gruppo di cui fanno parte, tra gli altri, Cina, India, Brasile e Russia. Lo riporta l'agenzia Interfax.
"Abbiamo effettivamente assistito a dichiarazioni di questo tipo da parte del presidente Trump, ma è molto importante sottolineare qui che l'unicità di un'associazione come i Brics è che si tratta di un'associazione di paesi che condividono approcci comuni, una visione del mondo comune su come realizzare la cooperazione basata sui propri interessi", ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. "Questa interazione nel quadro dei Brics non è mai stata e non sarà mai rivolta contro alcun paese terzo", ha concluso.