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Sceicchi di Hebron sfidano l’Anp: “Vogliamo l’Emirato e la pace con Israele”

Le culture tribali non hanno limiti di tempo, continuare a coltivarle immutate da secoli significa proteggere l'identità del proprio popolo.

Come stanno facendo gli sceicchi palestinesi di Hebron, in Cisgiordania, usciti allo scoperto con una lettera inviata al governo di Israele per proporre di staccarsi dall'Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen, costituirsi come Emirato e aderire agli Accordi di Abramo. Come dire: tornare a esercitare l'autodeterminazione sui propri clan, escludere l'amministrazione di attori ritenuti estranei, decidere autonomamente con chi stringere legami. Il desiderio è quello di costituire sulle antiche colline di Hebron un Emirato che "riconosca Israele come Stato del popolo ebraico, e Israele riconosca l'Emirato come rappresentante dei residenti arabi".

La rivelazione del Wall Street Journal, definita 'sensazionale' da più parti, è arrivata domenica mattina con la notizia di una missiva indirizzata al ministro dell'Economia israeliano Nir Barkat da cinque importanti sceicchi della zona di Hebron, ai quali si aggiungeranno in seguito altri 13, tutti guidati dallo sceicco Wadee' al-Jaabari, noto anche come Abu Sanad. Il documento descrive l'accordo proposto come "equo e dignitoso", e può sostituire gli accordi di Oslo, "che hanno portato solo danni, morte, disastro economico e distruzione".

Uno sceicco che ha aderito all'iniziativa ha dichiarato: "Pensare solo a creare uno Stato palestinese ci porterà tutti al disastro". Secondo le parole di Barkat al Wsj, il vecchio paradigma dei due Stati è fallito, l'Autorità palestinese non gode di fiducia tra il suo popolo né in Israele. Il quotidiano di New York, ha svelato che da febbraio il ministro Barkat ha ospitato decine di volte al-Jaabari - uno dei più influenti leader del clan di Hebron e promotore dell'iniziativa - e altri sceicchi nella sua casa di Gerusalemme. "Jaabari vuole la pace con Israele e aderire agli Accordi di Abramo, con il sostegno dei suoi confratelli. Chi in Israele dirà di no?", ha domandato retoricamente Barkat. "Non ci sarà nessuno Stato palestinese, nemmeno tra mille anni", ha chiarito Jaabari al Wsj, "dopo il 7 ottobre, Israele non lo concederà più". Subito dopo la pubblicazione americana, il Jerusalem Post ha svelato di aver incontrato Jaabari di recente, nella sua tenda rossa cerimoniale di 15 metri per nove, "uguale dai tempi di Saladino", ha commentato lo sceicco. Sebbene per resistere al caldo del deserto tutt'intorno, la sopravvivenza sia garantita da un moderno impianto di aria condizionata. Fuori pochi uomini di guardia, per non turbare i giornalisti con tutti quegli uomini armati che nella zona proteggono le tende di personalità anche molto meno importanti di Jabaar. Lo sceicco è stato chiaro: ha il controllo di circa il 78% della popolazione metropolitana di Hebron, che si traduce in oltre 700.000 palestinesi. L'obiettivo è quello di coinvolgere alla fine altri sei 'emirati' palestinesi (secondo il modello degli Emirati Arabi Uniti), che comprendono le aree di Betlemme, Gerico, Nablus, Tulkarem, Jenin, Qalqilya e infine Ramallah, cuore del potere di Abu Mazen. Secondo il punto di vista degli sceicchi, l'Anp è una forza straniera proveniente dalla Tunisia (da dove l'Olp e l'allora leader Yasser Arafat furono espulsi prima degli accordi di Oslo), tornata in Cisgiordania dopo oltre 20 anni di esilio e soppiantato gli emirati tradizionali che avevano sempre gestito tutti gli affari palestinesi della zona.
La famiglia Jaabari odia l'Anp da decenni: nel 2007 ha incendiato una stazione di polizia dell'Autorità e preso in ostaggio 34 agenti come rappresaglia per l'uccisione di un membro del clan. Anche il padre dello sceicco ha avuto numerosi incontri con funzionari israeliani, per cercare di portare avanti iniziative di coesistenza che non coinvolgessero l'Autorità. Il ministro Barkat ha informato nei dettagli il primo ministro, ma i rischi dell'operazione sono tali che finora Benyamin Netanyahu si è tenuto finora dalla questione per vedere che direzione prenderà il vento.

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