di MANUELA TULLI
La tonaca papale bianca non lo esonera dal pagamento delle tasse negli Stati Uniti: Robert Francis Prevost, il primo pontefice americano della storia, rischia di dover presentare la dichiarazione dei redditi nel suo Paese d'origine.
Secondo la legge statunitense, a meno che non rinunci formalmente alla cittadinanza, Leone XIV sarebbe tenuto a presentare una dichiarazione dei redditi federale nel 2026.
Tuttavia, il Congresso sta cercando di risolvere il problema con una disposizione specifica che attualmente esonererebbe il Papa e, in futuro, qualsiasi pontefice con cittadinanza statunitense.
La scorsa settimana, è stato presentato al Congresso degli Stati Uniti un disegno di legge specificamente per esentare i papi cittadini statunitensi (come Leone XIV) dagli obblighi fiscali federali.
La misura impedirebbe la revoca della loro cittadinanza durante il loro mandato papale.
Il disegno di legge, l'Holy Sovereignty Protection Act (HR 4501), è stato recentemente presentato dal deputato repubblicano Jeff Hurd del Colorado. "È stato presentato in seguito alla preoccupazione della Santa Sede per le potenziali complicazioni legali derivanti dall'elezione di Leone XIV come primo papa americano", riporta il sito web di informazione religiosa The Pillar.
Hurd, membro del Congresso al suo primo mandato, ha affermato che "questa legge riconosce la natura straordinaria del papato, un ruolo intrecciato con la fede, la leadership e la responsabilità globale". "L'elezione di Papa Leone XIV segna un momento storico non solo per la Chiesa cattolica, ma anche per gli Stati Uniti", ha sottolineato il deputato, che si è affrettato a chiedere un salvataggio fiscale per il papa.
In realtà, la questione non riguarderebbe tanto le entrate di Prevost quanto qualsiasi aspetto relativo alle donazioni destinate al papa, come l'Obolo di San Pietro. Se approvata, la legge proteggerebbe la cittadinanza di qualsiasi papa americano e lo esenterebbe dal pagamento delle tasse o dalla presentazione della dichiarazione dei redditi negli Stati Uniti durante il suo mandato pontificio.
Si tratta di un problema completamente nuovo: i papi recenti non sono stati tenuti a pagare le tasse nei rispettivi Paesi di origine, Polonia (Wojtyla), Germania (Ratzinger) e Argentina (Bergoglio). "Sarebbe la prima volta che un papa avrebbe bisogno di assumere un commercialista", ha dichiarato alla stampa americana Jared Walczak, vicepresidente dei progetti governativi della Tax Foundation.
Ora, l'intervento del Congresso potrebbe risolvere il problema.